PARADOXA

Oggi compio un altro giro di vite proponendo una sorta di “Nichilismo sublime”.

Vi proporrò l’ascolto di due brani musicali, di due canzonette, che apparirebbero in tutto e per tutto distanti anni luce.
Ho sempre resistito a vedere le opere d’arte come “Messaggi in bottiglia”.
In questo caso faccio una eccezione dichiarando che i due brani sono accomunati dallo stesso “Nichilismo sublime”.
Dubito che qualcuno di voi riesca ad esercitare con equanimità l’amore di per una piuttosto che l’altra. Due estetiche assolutamente polari.

Ci metto la faccia!

Coloro che vogliano proporre qualcosa, possono contattarmi sulla mia mail personale
francesco.pazienza@mac.com
E ci accordiamo per la modalità.
Oltre a quella di Aldo, citato nel messaggio, attendo altre proposte di ascolto dello svolgimento della traccia.
Sarò davvero curioso di quanto vorrete condividere!
Io la mia parte l’ho fatta!
A voi la parola!

La musica come terapia del dolore (UNO)

L’ascolto e lo studio della musica come terapia del dolore. Fisico e psichico.
Partiamo chiedendoci: come ascoltiamo la musica?
Ho fatto lo psicanalista circa 40 anni e spesso mi sono chiesto: del discorso del paziente, ascolto le parole o la musica? Quanto l’una quanto l’altra?
Ad alcuni ex-pazienti, divenuti im-pazienti, ho confidato che io nei loro discorsi ascoltavo più la musica che le parole!
Perché con le parole ogni paziente vuole ipnotizzarci.

Il mio gioco preferito

Pertanto il bambino inappetente aveva trovato il modo di studiare i movimenti delle gru in riva alla Darsena e di governarli con la pressione di un dito sul cucchiaino posato sul banco del seggiolone. L’esclamazione gioiosa e gloriosa “Ho fatto la gru!” ha quindi tutto il suo spessore. Avevo scoperto il valore e la potenza dell’Analogia. Una divina Simmetria legava il mio cucchiaino alle gru in riva alla Darsena!

Idillio

Sette mesi di silenzio.  E me li sono goduti. E non mi siete mancati. Come, ne sono sicuro, io non sono mancato a voi. Ma confido nel fatto che mi accoglierete con lo stesso affetto con cui compilo questa paginetta.
Un po’ come in quelle vecchie amicizie in cui non ci si vede per mesi o per anni, a volte decenni, ma appena ci si ritrova è come se ci si fosse lasciati la sera prima. La nuova parola chiave. RESTITUZIONE!

Conversazione sull’educazione degli adolescenti a Bergamo.

La battaglia dei 18 anni

In questa “Conversazione sull’educazione degli adolescenti” proporrò nella prima parte ancora una introduzione di quel tipo. Indicherò quelle che mi appaiono le cifre essenziali, le chiavi di lettura del fenomeno adolescenziale secondo l’Antropologia steineriana che ne sottende la pedagogia. Ma per chi riuscirà a partecipare ho preparato una sorpresa e una novità!

Il mio Sessantotto (1). Il Sessantotto ha “ringiovanito” il Mondo.

A meno di non riconoscervi una catastrofe, il Sessantotto non è stato un fatto politico ma qualcosa che ha riguardato il costume, la cultura, la socialità. Scelgo di celebrare il mezzo secolo dal Sessantotto parallelamente al centenario della fine della Grande guerra.
Maggio 68 e novembre 18 si fronteggiano da un capo all’altro del corso dell’anno.

Maggioranza silenziosa? (Nell’ombelico della Lega Lombarda)

In questi mesi in Alta Brianza non ho mai sentito nessuno parlare di politica. Mi è sembrato fin strano, occasionalmente a Milano, in birreria al Ticinese, al tavolo a fianco, sentire discutere animatamente di politica. Non ritengo necessariamente utile farlo. Io per primo non avrei molto da dire. Cerco di osservare. Di ricordare. Di comporre interiormente accordi che mi sembrano dissonanti. Non sono Schoenberg ma con l’orecchio del jazz qualcosa mi riesce.

1° maggio 2018. E che il “pasticciaccio” sia con noi!

Care/i,
scelgo l’atmosfera del primo di maggio (una festa a cui ho sempre attribuito gran significato) per annunciare qualcosa che avrei già potuto annunciarvi a Natale e a Pasqua. Ma ho preferito tacere.
Ci sarebbe stata anche l’occasione di un altro appuntamento significativo per me: il 21 marzo questo sito ha compiuto sette anni di vita. Ho deciso di lasciare l’esercizio della mia professione. Ho compiuto 67 anni e nemmeno la signora Fornero avrebbe obiezioni. Condivido con voi qualche considerazione .