Idillio

Vi offro in anteprima l’immagine che presto comparirà come home page di questo sito. Si tratta dell’Idillio di Giovanni Segantini.
Anche quella potrebbe apparire come una stanza d’analisi. Una stanza esplosa nella natura. Con una persona sdraiata e l’altro che ascolta di spalle. Ma l’analista di solito non suona il piffero ma chissà cosa avviene in ciascuna stanza?

Questa immagine per me è  l’icona di una nuova fase che sto preparando per voi … e anche per me. Mai come ora riesco a scrivere solo per me. Prima parlavo spesso di me ma lo facevo per voi.
Da sette mesi non pubblico nulla.
Non sono stati mesi idilliaci ma in questa immagine riconosco una insegna efficace. Paradossale ma efficace.
Sette mesi fa, in conclusione all’ultima pagina scrivevo:

Riprenderò presto il discorso.
E “presto” è per me un termine scivoloso. Ne sono consapevole ma lascio che sia.
Ho bisogno, ora più che mai, di prendere il mio tempo.

Sette mesi di silenzio.  E me li sono goduti.
Questo non significa che non abbia sofferto. Il godimento non va senza sofferenza. Non coincide con piacere.
Mi sono goduto la mia scelta di ritiro malgrado la salute mi abbia fatto penare, ho affrontato persino una operazione importante.
E chi mi legge da anni sa che le sale operatorie, nella mia biografia, hanno una importanza pari quasi alle stanze d’analisi. Scambi e stazioni di cambio, snodi di destino biografico che ho cercato di non lasciare inosservati.
Di almeno due ho già scritto qui. Ma per questo ci vuole ancora un po’ di tempo.
Ripeto che questi mesi me li sono goduti.
E non mi siete mancati.
Come, ne sono sicuro, io non sono mancato a voi.
Ci sono così tante occasioni di fare incontri significativi in questa epoca cruciale.

Ma anche se non vi sono mancato confido nel fatto che mi accoglierete con lo stesso affetto con cui compilo questa paginetta.
Un po’ come in quelle vecchie amicizie in cui non ci si vede per mesi o per anni, a volte decenni, ma appena ci si ritrova è come se ci si fosse lasciati la sera prima.

E torno qui all’insegna di una parola-chiave che credo mi accompagnerà a lungo. La parola è: Restituzione.

Restituzioni.

Restituzione è una parola che usiamo per indicare il processo con cui un professionista, pone termine ad un trattamento.
Ma penso anche alla restituzione del “camice”. Smettere i panni del terapeuta.
Più in generale rendere ciò che non è nostro ma ci è stato affidato. Magari non serve più. O chissà?

Ma nella mia immaginazione il restituire acquista un significato ancor più vasto se Pasternak dichiara:

“Scopo della creazione è restituirsi” *

 

Ma tornando più in superficie al discorso, il termine restituzione risuona anche in un altro senso.
Concludendo la mia carriera professionale sento il vivo desiderio di ringraziare tutti i miei pazienti per quanto mi hanno insegnato.
Allora mi chino pazientemente all’opera di almanaccare, per quanto possibile, tutti questi preziosi insegnamenti che ho ricevuto nel mio incontro con loro.

E’ qualcosa che sento di aver ricevuto come dono ben al di là del saldo delle parcelle.
Ho sempre creduto che ciò che riceviamo in dono vada sempre, a sua volta, donato.
Sarebbe peccato arrestare la rotazione di questo  circolo virtuoso.

Così ho cominciato ad almanaccare quanto ho ricevuto e posso trasmette ad altri. Mai chiudersi alle spalle un porta che abbiamo trovato socchiusa e che ci ha offerto l’accesso ad una stanza, ad un mondo.

Ma la prima restituzione, il grado-zero della restituzione, è qualcosa che riguarda me solo.
Ho custodito alcune pagine circa tre anni prima di decidere di pubblicarle.
Nelle prossime ore potrete leggerle.
Finora le avevo condivise solo con i colleghi della. Società per l’Analisi Biografica a Orientamento Filosofico di cui faccio parte, in occasione di un convegno annuale.

Un brindisi per le mie Nozze d’Oro con la Psicanalisi.

Sono passati più di cinquant’anni dal mio primo ingresso in una stanza d’analisi.

Ma potete prenderlo anche come un discorso di quelli che si tengono quando i colleghi organizzano un brindisi per il pensionamento di un lavoratore.

Insomma tra poche ore lo pubblicherò è sarà l’inaugurazione di una nuova stagione di questo blog.

Qualcuno ha notato che nel blog parlo spesso di me. A chi me lo faceva notare rispondevo che  avrebbero preferito che parlassi di loro….
E’ sempre stata una mia intenzione cosciente dato che, tutto sommato, per quanto poco, la mia biografia è quanto conosca meglio.
Ma in questa pagina mi metterò a nudo quanto mai prima. Per questo ho maturato almeno tre anni questa decisione.

Ho poi in cantiere diverse altre pagine che invece non parleranno più di me ma solo di quanto l’incontro con chi ha frequentato la mia stanza mi ho insegnato. Ha depositato presso di me. Ho cercato di custodirla al meglio.
Anche per questo è giusto restituire e condividere. Gli antropologi che amo parlano di “restituzione dei doni”

Cercherò di ringraziare tutti!

Bypassati Natale, Capodanno ed Epifania…  Buon Decennio a tutti.

 

 

Nota*   In:  “Essere rinomati non è bello”, Boris Pasternak, Poesie,  Einaudi.

 

12 pensieri su “Idillio

  1. Grazie infinite, comprendo il senso del silenzio e del restituire, trovandomi anche io in questo fluire.
    Un caro saluto

  2. Giusto l’altro giorno mi chiedevo a quanti ragazzi ho lasciato qualcosa di positivo e subito dopo mi sono detta speriamo di non aver causato danni ad altri…
    Di sicuro i miei allievi , anche se non tutti, li ricordo nel bene e nel male e mi hanno lasciato qualcosa che mi ha migliorato.
    Ti ricordo con affetto ti mando un abbraccio e un grosso bacio.
    Auguri per un prossimo decennio sereno

    1. Cara Silvia, hai toccato un punto che riprenderò presto in una pagina che dorme qui ma che presto. apparirà. Una pagina in cui parlo del lavoro dell’insegnante e dintorni come un parlare al vento e scrivere sui muri. Ma prima o poi potremo anche accettarlo. Facendo di necessità virtù! Un caro. saluto!

  3. Restituzione
    Tutto ci è dato … in prestito .
    Ciò che ci passa tra le mani, i cuori e le menti
    Ben tornato Francesco!

  4. Caro Francesco, mi sei mancato, eccome… Ora è profondamente attento il mio cuore alle tue parole, proprio perché sei mancato, eri andato in quel luogo in cui dolore e gioia si confondono talvolta, bentornato, un forte abbraccio, Paola

  5. Ciao Francesco è un piacere “rileggerti”.
    Ti comprendo molto bene, lo sai. Attendiamo quindi con gioia la tua “restituzione”.
    Un abbraccio grande e un caro saluto anche a Natasha.
    Antonella

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