8 marzo 2024
Da qualche anno la mia salute mi costringe ad interrompere qualcosa che con fatica ogni volta ricomincio a fare. E’il caso della interruzione che avevo annunciato qui causa COVID, ed ora di domani 8 marzo 2024
Il mio blog
Da qualche anno la mia salute mi costringe ad interrompere qualcosa che con fatica ogni volta ricomincio a fare. E’il caso della interruzione che avevo annunciato qui causa COVID, ed ora di domani 8 marzo 2024
Insomma anche se mi sento perdente vi dico…. e ve lo canto ED IO LO FACCIO LO STESSO!!
Invece per Capodanno nel mio cuore si è affacciato qualcosa che non esito a condividere con voi.
Vi auguro Buon Anno in un momento molto buio della mia esistenza e mi è di grande conforto ascoltare la canzone di Dylan “Forever Joung”.
Sentirsi come un ciuccio nella musica avrebbe significato essere felicemente disorientati.
Ho pensato in queste ore che ciò di cui mi sto occupando in questi mesi abbia a che vedere con il sentirsi come un ciuccio nella musica.
Oggi compio un altro giro di vite proponendo una sorta di “Nichilismo sublime”.
Vi proporrò l’ascolto di due brani musicali, di due canzonette, che apparirebbero in tutto e per tutto distanti anni luce.
Ho sempre resistito a vedere le opere d’arte come “Messaggi in bottiglia”.
In questo caso faccio una eccezione dichiarando che i due brani sono accomunati dallo stesso “Nichilismo sublime”.
Dubito che qualcuno di voi riesca ad esercitare con equanimità l’amore di per una piuttosto che l’altra. Due estetiche assolutamente polari.
Coloro che vogliano proporre qualcosa, possono contattarmi sulla mia mail personale
francesco.pazienza@mac.com
E ci accordiamo per la modalità.
Oltre a quella di Aldo, citato nel messaggio, attendo altre proposte di ascolto dello svolgimento della traccia.
Sarò davvero curioso di quanto vorrete condividere!
Io la mia parte l’ho fatta!
A voi la parola!
Quanta gioia mi pervade ancora ricordando quell’ultima fetta di notte trascorsa contemplando il Goetheanum ed ascoltando in quel maledetto grammofono, la musica di Laurie Anderson!
Pensate che Rudolf Steiner in più di una occasione sostiene che se il grammofono avesse preso piede non ricordo quale disgrazia sarebbe potuta abbattersi su di noi.
Beh il grammofono non solo si è affermato ma ha continuato la sua metamorfosi verso il giradischi, mangia-dischi, audio-cassette fino ai CD all’iPod che ormai è integrato in qualunque dei nostri smart-phone.
La volta scorsa la traccia ci chiedeva quale disco/canzone sceglieresti come emblematica della tua intera biografia.
Questa volta la traccia suggerisce di ripensare al primo incontro, presumibilmente infantile con la musica.
Indaghiamo la “Preistoria musicale”. Probabilmente le radici. Il primo incontro con l’elemento musicale.
L’ascolto e lo studio della musica come terapia del dolore. Fisico e psichico.
Partiamo chiedendoci: come ascoltiamo la musica?
Ho fatto lo psicanalista circa 40 anni e spesso mi sono chiesto: del discorso del paziente, ascolto le parole o la musica? Quanto l’una quanto l’altra?
Ad alcuni ex-pazienti, divenuti im-pazienti, ho confidato che io nei loro discorsi ascoltavo più la musica che le parole!
Perché con le parole ogni paziente vuole ipnotizzarci.
Quindi due buone cuffie e occhiali e mi lancio come Snoopy a cavallo del mio scooter elettrico per disabili…
Da questa postura che ho cercato sommariamente di indicare nasce la mia proposta di ascolto guidato e commentato a ritmo settimanale.
Se vorrete mettere questo disco nella valigia delle vacanze, quando troverete il momento di ascoltarlo sono sicuro non ne sarete delusi. E’ un autentico gioiello partorito nei mesi della pandemia da questa straordinaria artista.
Pertanto il bambino inappetente aveva trovato il modo di studiare i movimenti delle gru in riva alla Darsena e di governarli con la pressione di un dito sul cucchiaino posato sul banco del seggiolone. L’esclamazione gioiosa e gloriosa “Ho fatto la gru!” ha quindi tutto il suo spessore. Avevo scoperto il valore e la potenza dell’Analogia. Una divina Simmetria legava il mio cucchiaino alle gru in riva alla Darsena!
Meno di cinque cuscini hanno segnato la mia biografia in modo più incisivo di mille libri e di cento quaderni.
Ecco perché i cuscini tendono a zero.
Ciò che si usa si consuma e non lascia resto.
Estratto di una conferenza tenuta il 25 maggio 2019 presso la sala consiliare di un comune nelle Prealpi.
Lo stato di sogno tra veglia e sonno profondo.
Quale contraddizione ci rappresenta di più? Qual è il dilemma che non abbiamo mai risolto e che forse non risolveremo mai, ma che ci porta avanti?
Vi offro qualche estratto dal mio quaderno di lavoro interiore.Una cronaca dei miei disorientamenti. Dalla Brexit all’incubo della pandemia. Esercizi di tolleranza del non-capire.
Eccomi alla prima pagina di Restituzioni. O più semplicemente: che cosa mi hanno insegnato i miei pazienti che mi piacerebbe salutare, ringraziare, restituire, e condividere? Dal tocco del pianista al tocco del massaggio ritmico. La metamorfosi dei talenti.
5o anni di psicanalisi e la mia vita va sempre peggio! Mi sono reso conto che sono trascorsi 50 anni dal mio primo ingresso in una stanza d’analisi. Permettetemi di brindare per queste nozze d’oro!
Sette mesi di silenzio. E me li sono goduti. E non mi siete mancati. Come, ne sono sicuro, io non sono mancato a voi. Ma confido nel fatto che mi accoglierete con lo stesso affetto con cui compilo questa paginetta.
Un po’ come in quelle vecchie amicizie in cui non ci si vede per mesi o per anni, a volte decenni, ma appena ci si ritrova è come se ci si fosse lasciati la sera prima. La nuova parola chiave. RESTITUZIONE!
Ritengo una grande fortuna essere accolti da vecchi nei luoghi in cui abbiamo trascorso le prime vacanze bambini.
E’ cosa buona e giusta. Visto che la terza età è una villeggiatura e che da vecchi si ritorna spontaneamente bambini
Nel maggio 68, non sapevo nulla di politica.La prima volta che scesi in piazza non impugnavo la bandiera di un partito o una convinzione. Niente falce e niente martello. Lo feci con la spontaneità ma anche la goffaggine di un diciottenne.
In questa “Conversazione sull’educazione degli adolescenti” proporrò nella prima parte ancora una introduzione di quel tipo. Indicherò quelle che mi appaiono le cifre essenziali, le chiavi di lettura del fenomeno adolescenziale secondo l’Antropologia steineriana che ne sottende la pedagogia. Ma per chi riuscirà a partecipare ho preparato una sorpresa e una novità!
Ma in fondo anche i piccoli invalidi trasgrediscono, loro malgrado, una norma.
L’immagine comunque di uno stato di cose in cui gli invalidi governino il mondo seduti è una immagine curiosa. Qualcuno li chiama “diversamente-abili”. Ma diversamente-abili sono davvero soltanto gli angeli.
Sessantotto come Morte/RInascita nella biografia e nelle opere di due artisti-icona, protagonisti di quel tempo: De André e Dylan.
A meno di non riconoscervi una catastrofe, il Sessantotto non è stato un fatto politico ma qualcosa che ha riguardato il costume, la cultura, la socialità. Scelgo di celebrare il mezzo secolo dal Sessantotto parallelamente al centenario della fine della Grande guerra.
Maggio 68 e novembre 18 si fronteggiano da un capo all’altro del corso dell’anno.
Quando ho letto il tuo scritto ho tirato un respiro di sollievo e mi sono detto: ecco perché io non firmo mai gli appelli di nessun tipo! La penso anch’io così ma tu me l’hai spiegato meglio. Ecco, credo che questo sia il dovere del giornalista.
In questi mesi in Alta Brianza non ho mai sentito nessuno parlare di politica. Mi è sembrato fin strano, occasionalmente a Milano, in birreria al Ticinese, al tavolo a fianco, sentire discutere animatamente di politica. Non ritengo necessariamente utile farlo. Io per primo non avrei molto da dire. Cerco di osservare. Di ricordare. Di comporre interiormente accordi che mi sembrano dissonanti. Non sono Schoenberg ma con l’orecchio del jazz qualcosa mi riesce.
Le mie riflessioni non procedono da convinzioni filosofiche, ideologiche o religiose.Ricavo impressioni e sentimenti dalla esperienze e dagli incontri che la mia biografia mi ha offerto.
Care/i,
scelgo l’atmosfera del primo di maggio (una festa a cui ho sempre attribuito gran significato) per annunciare qualcosa che avrei già potuto annunciarvi a Natale e a Pasqua. Ma ho preferito tacere.
Ci sarebbe stata anche l’occasione di un altro appuntamento significativo per me: il 21 marzo questo sito ha compiuto sette anni di vita. Ho deciso di lasciare l’esercizio della mia professione. Ho compiuto 67 anni e nemmeno la signora Fornero avrebbe obiezioni. Condivido con voi qualche considerazione .
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