Francesco primo
Scoppia la rivoluzione e non ho niente da mettermi! Frugo tra i miei cassetti… quell’immagine di Francesco che ho nel cassetto da una quindicina d’anni.
Il mio blog
Scoppia la rivoluzione e non ho niente da mettermi! Frugo tra i miei cassetti… quell’immagine di Francesco che ho nel cassetto da una quindicina d’anni.
Depositata la scheda dell’urna, muoio come individuo e le mie ceneri si mescolano con quelle di tutti gli altri componenti della “società civile”. Mi riconoscerò ancora in questa gigantografia?
Polarità contraddittorie tra comicità, ostentata buffoneria, seriosità improbabile. Credo valga la pena di riflettere. Non necessariamente per trovare una via di mezzo che non c’è mai. Nè per scegliere una e buttare l’altra.
Passeggiavo, mi nascondevo nei barconi, intuivo una ragione dovesse esserci.
Il torto di innamorarsi di una parola. Come naturale, non ne conoscevo bene il significato: “FILOSOFIA”.
Torto grande innamorarsi di ciò che non si conosce bene?
Ti è capitata una carta nel sublime gioco della distribuzione. Qualcuno lo chiama “Karma”. Francamente a me pare una parolaccia… Della psicanalisi ho ricevuto la carta. Me la sono trovata in mano per curare il “bambino-indaco” che già ero.
Solo sprofondando in me stesso sarò in grado di incontrare l’altro, di conoscerlo, di accoglierlo in me!
La Compassione non è nulla di patetico. È invece uno stato d’animo abbastanza delicato e difficile da distillare.
Forse, se ne abbiamo così tanto parlato, c’è in tutti noi il desiderio inconscio che il mondo finisca.
Il Mondo ha bisogno dell’ offerta del lavoro umano. Ma che cosa davvero so fare? Che cosa ho da offrire al Mondo?
Yoga richiede condizioni speciali solo nelle fantasie dei neofiti.
Di che cosa è fatta quella che chiamiamo una comunità virtuale? Possiamo parlare di comunità? O si tratta della curiosa associazione di molte solitudini?
Ad ogni risveglio il mondo è da reinventare da capo. Se hai dormito discretamente, nel ricostruirlo lo migliori sempre un po’.
Qualcuno lavora ancora per amore ma nessuno ruba più per amore. Tanto meno restituisce con amore.
Quando mi misero a suonare il pianoforte, nelle prime classi elementari, mi innamorai del nome di una bambina che non conoscevo ancora.
Scippano coni gelato già leccati e ripartono rileccandoli felici a loro volta! Barcollano i fondamenti del vivere civile e i presupposti dell’igiene sociale
Così si ruba senza fantasia e senza allegria e non si rubano più oggetti desiderabili. Si ruba sempre di più solo denaro.
Alchemicamente cerco il cuore di tenebra nella luce e il lampo di splendore nascosto nella più fitta oscurità.
Non sono quel che penso, che voglio, che dico di volere. Sono ciò che gli altri vedono e riconoscono in me. Adesso Capitano, si tolga dai piedi, ordini l’approdo che ce ne andiamo tutti!
Il solstizio d’inverno è la discesa nella camera oscura come quello d’estate è una visita ai sotterranei dell’inconscio della sala motori!
Dalla più giovane età ho scoperto che quando qualcosa ci sembra strana, particolarmente strana, c’è sempre sotto qualcosa di interessante e utile da scoprire. In risposta ad un commento di Marista Urru.
Perchè richiedo i commenti e quando li ricevo quasi non rispondo? Il lupo (ffwolfango) perde il pelo, ma non il vizio! Non entrerà mai nell’epoca del social-network!
Vi offro una riflessione sul mio minimalismo in Antroposofia, dato che a breve terrò un incontro sull’opera di Rudolf Steiner all’Università Milano-Bicocca.
E’ davvero così difficile commentare una mia paginetta? Perché la stessa pagina su FB risulta molto commentata… forse che il sito è una sorta di vetrina di museo? No, vi prego… se è così proviamo a smontar tutto!
Meditare e riconoscere i propri limiti nella noia termale, nel decadimento dei costumi, del leggere e dello scrivere nazional-popolare. Un omaggio al dr. Kneipp.
Cantare, usare la propria voce può essere uno strumento per conoscere e per conoscersi? Non solo per esercizio estetico. Cantare può essere un esercizio filosofico?
L’amore per il lavoro, la reale competenza, la volontà e la capacità di svolgere un lavoro al meglio possono avere ancora un valore?
Riprendo la riflessione sull’amore per il lavoro con il racconto di un caso in controtendenza rispetto al doloroso andamento delle cose.
La psicologia del lavoro non è il mio forte. Oggi amo il lavoro. Se non fossi riuscito ad amarlo sarei ancora come allora. La chiave per me è l’amore.
La scrittura creativa in gruppo si è rivelata uno strumento importante per far percepire, far crescere, rinvigorire l’anima di un gruppo.
Vertigine dei desideri! Il Mondo chiama lo sguardo. Le cose chiedono, a volte implorano di essere guardate. Anche le cose han bisogno del nostro amore.
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