La settimana prossima ricorre un appuntamento che mi sta a cuore. Sono stato invitato a parlare dell’opera di Rudolf Steiner in un incontro che avverrà presso la facoltà di Scienze dell’Educazione nell’Università Milano-Bicocca.
Che le idee di Rudolf Steiner approdino in una università italiana è qualcosa di abbastanza inusuale.
L’ Antroposofia (il sistema-strumento e insieme anche il movimento di pensiero-azione da lui creato) e la sua pedagogia sono sempre stati considerati un corpo estraneo rispetto alla cultura ufficiale.
Sicuramente la cosa è singolare e, a mio avviso, non mancano possibilità di differenti interpretazioni di questo fenomeno.
Per un verso un rettore di una delle più prestigiose università milanesi è stato un personaggio di spicco nell’ Antroposofia, ma, piccolo particolare, in Università nessuno lo sapeva.
Parlo dei dintorni degli anni ’60 e vigeva un costume in cui chi si interessava di certe cose, lo faceva nel massimo riserbo.
Questo riserbo, per un verso, non faceva male alla protezione della delicatezza di queste cose che, per loro natura possono, nel migliore dei casi, venire banalizzate, quando non usate impropriamente.
Per altro verso, dopo la svolta culturale (forse antropologica del ’68), le cose sono molto cambiate. La domanda di superamento e ampliamento della cultura ufficiale è stata felice e prepotente.
Così un po’ tutti gli “occultismi”, “esoterismi” e altre composte e scomposte teorie della magia (magari già note in università agli antropologi) hanno fatto allegramente irruzione.
Da quel momento la pedagogia steineriana, la medicina antroposofica, l’agricoltura biodimamica, hanno avuto un ruolo molto più visibile tra gli approcci culturalmente alternativi. Non ultimo il lavoro biografico e la terapia artistica imperniata sulla teoria dei colori goethiana. Forse Steiner è stato il primo a intuire la portata di tali applicazioni. Realtà che oggi riscuotono molta fortuna anche al di fuori di un approccio steineriano. Il lavoro di James Hillman è eloquente in proposito.
Oggi nulla vuol più essere segreto e anche l’infausto destino del movimento Massonico con tanto di Loggia P2 è un sintomo, qualcosa di evidentemente patologico in più di un senso, ma comunque eloquente!
Resta però il fatto che, per un verso, tutto questo può essere banalizzato mentre, per altro verso, offrire un approccio non banale è sempre più difficile.
Nell’opera di Rudolf Steiner le letture che solitamente sono state considerate introduttive richiedono un approccio che ogni anno risulta più difficile. Anche perchè la cultura in generale forse si sta banalizzando, ma, più in generale, perchè il contesto mentale e culturale è profondamente differente.
Persino la lingua, la traduzione di lunghi periodi della lingua tedesca e la perdita di complessità delle strutture della frase in tutte le lingue romanze, è fenomeno evidente e in fondo naturale.
A questa difficoltà nella maggior parte dei casi si cerca di ovviare in un modo tipico. Con opere di sintesi e divulgazioni per mano di autori contemporanei. Personalmente sono allergico a questa soluzione.
L’unica via che io abbia trovato soddisfacente è invece quella che amo definire il mio “minimalismo antroposofico”.
Poche cose e affrontate con il massimo approfondimento possibile.
A chi mi chiede pertanto di farsi un’idea dell’opera di Rudolf Steiner io consiglio di partire dalle poche paginette della conferenza “Che cosa fa l’angelo nell’anima dell’uomo” (“anima” o “corpo astrale”, secondo le traduzioni, io preferisco la prima).
Di questo ho già parlato nel mio intervento nel libro collettivo “Angelica-mente” di cui c’è già traccia qui.
Recentemente ho scoperto, con un po’ di sorpresa, che un’altra traccia di questo è presente su You Tube! La trovate qui.
Vi invito pertanto a questo appuntamento che considero importante. Spero non solo per me!
In una prossima paginetta spiegherò per quale ragione, sebbene l’Antroposofia sia qualcosa di essenziale, non ho mai scelto di presentarmi al mondo con una identità “steineriana” nella quale in fondo non mi riconosco del tutto. Come in ogni identità ricavata dal nome di un’altro uomo. Non importa quanto sia saggio o sapiente.
Per i dettagli dell’evento visitate questa pagina.
L’immagine scelta per questa paginetta è un disegno di Paul Klee ed ha stretta attinenza con questo mio lavoro.
Un pensiero su “Del mio minimalismo in Antroposofia”
Caro Francesco trovo questa occasione un'ottima possibilità di condivisione della visione antroposofica del mondo. Hai ragione quando dici che l'opera letteraria di Steiner trova sempre meno persone che abbiano voglia di affrontarla iniziando dalle opere fondamentali, molto complesse nel loro approccio intuitivo, cosa tra l'altro prevista dall'autore stesso. Per questo motivo Steiner ci lascia le sue opere, dalle quali è bene incominciare l'approccio, forse più possibile. Grazie per la tua testimonianza e il tuo impegno.