Ridere di sé (con una vecchia barzelletta)
Sorridere perché c’è poco da ridere e lasciar germogliare il sorriso fino a una risata.
Sorridere perché c’è poco da ridere e lasciar germogliare il sorriso fino a una risata.
“Sono vivo ed è solo l’inizio!” Pare che lo abbia esclamato anche il bambino sopravvissuto alla strage di Erode!
La mia intenzione è e resta quella di tacere. Ma tacere, a volte, comporta di spendere qualche parola.
Attraversando i primi due chiostri ci sopraffaceva la nausea, lasciandoci sospesi tra il delitto della Cattolica e la santa voglia di vivere.
Allora come adesso cerco di coniugare uno spirito innovativo con un rispetto del valore delle tradizioni. In qualunque contesto, in ciascun incontro.
Caro Lettore, questa non è una delle mie paginette consuete. È proprio una lettera per te.
A volte, oltre a cambiar tavolo, il gioco fa saltare il banco. Spesso, i giochi cambiano tavolo. Si inventano nuove regole. Ci troviamo a giocare prima di averle scoperte.
Atelier per l’esercizio della letteratura (da strada). In occasione del II Festival Letteratura a Milano. 5-9 giugno 2013.
Le cose più intime ed essenziali non le condivido con nessuno. Mi limito ad occultarle in queste paginette o su qualche bacheca del social network.
L’oggetto della memoria risorge con prepotenza senza implicare alcuna vertigine che bordeggi l’esperienza attuale. Puro splendore dell’eterno presente
D’ora in poi voglio dire: ‘Padre nostro che sei nei cieli’, non più ‘padre mio Pietro di Bernardone’. Il vescovo aprì le braccia e lo coprì con il suo mantello.
Francesco e l’Amore. Idea che ha al massimo settecento anni! Leggete tutta la letteratura e la poesia degli antichi: non troverete nulla di quel che oggi viene ricollegato al concetto di amore.
Scoppia la rivoluzione e non ho niente da mettermi! Frugo tra i miei cassetti… quell’immagine di Francesco che ho nel cassetto da una quindicina d’anni.
Depositata la scheda dell’urna, muoio come individuo e le mie ceneri si mescolano con quelle di tutti gli altri componenti della “società civile”. Mi riconoscerò ancora in questa gigantografia?
Polarità contraddittorie tra comicità, ostentata buffoneria, seriosità improbabile. Credo valga la pena di riflettere. Non necessariamente per trovare una via di mezzo che non c’è mai. Nè per scegliere una e buttare l’altra.
Passeggiavo, mi nascondevo nei barconi, intuivo una ragione dovesse esserci.
Il torto di innamorarsi di una parola. Come naturale, non ne conoscevo bene il significato: “FILOSOFIA”.
Torto grande innamorarsi di ciò che non si conosce bene?
Solo sprofondando in me stesso sarò in grado di incontrare l’altro, di conoscerlo, di accoglierlo in me!
Forse, se ne abbiamo così tanto parlato, c’è in tutti noi il desiderio inconscio che il mondo finisca.
Il Mondo ha bisogno dell’ offerta del lavoro umano. Ma che cosa davvero so fare? Che cosa ho da offrire al Mondo?
Di che cosa è fatta quella che chiamiamo una comunità virtuale? Possiamo parlare di comunità? O si tratta della curiosa associazione di molte solitudini?
Quando mi misero a suonare il pianoforte, nelle prime classi elementari, mi innamorai del nome di una bambina che non conoscevo ancora.
Scippano coni gelato già leccati e ripartono rileccandoli felici a loro volta! Barcollano i fondamenti del vivere civile e i presupposti dell’igiene sociale
Così si ruba senza fantasia e senza allegria e non si rubano più oggetti desiderabili. Si ruba sempre di più solo denaro.
Il solstizio d’inverno è la discesa nella camera oscura come quello d’estate è una visita ai sotterranei dell’inconscio della sala motori!
Dalla più giovane età ho scoperto che quando qualcosa ci sembra strana, particolarmente strana, c’è sempre sotto qualcosa di interessante e utile da scoprire. In risposta ad un commento di Marista Urru.
Perchè richiedo i commenti e quando li ricevo quasi non rispondo? Il lupo (ffwolfango) perde il pelo, ma non il vizio! Non entrerà mai nell’epoca del social-network!
Vi offro una riflessione sul mio minimalismo in Antroposofia, dato che a breve terrò un incontro sull’opera di Rudolf Steiner all’Università Milano-Bicocca.
Meditare e riconoscere i propri limiti nella noia termale, nel decadimento dei costumi, del leggere e dello scrivere nazional-popolare. Un omaggio al dr. Kneipp.
L’amore per il lavoro, la reale competenza, la volontà e la capacità di svolgere un lavoro al meglio possono avere ancora un valore?
Riprendo la riflessione sull’amore per il lavoro con il racconto di un caso in controtendenza rispetto al doloroso andamento delle cose.
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