Se parli coi muri, il castello risponde!
Ora che il buon Dio è morto, della manutenzione dei muri del Mondo dobbiamo occuparcene noi. Come della conservazione del Castello.
Ora che il buon Dio è morto, della manutenzione dei muri del Mondo dobbiamo occuparcene noi. Come della conservazione del Castello.
Non solo come blogger mi ritrovo a parlare al vento e a scrivere sulle nuvole. So fare di molto peggio! Posso parlare coi muri!
L’abito non fa il monaco e la barba non fa la saggezza. E poi: “Ma chi sei tu per volerti risparmiare quel tempo a guardarti in faccia ogni mattina?
Mi sono trovato a scarabocchiare fino a vedere emergere un dis-segno dalla tribolazione della mano.
Sorridere perché c’è poco da ridere e lasciar germogliare il sorriso fino a una risata.
“Sono vivo ed è solo l’inizio!” Pare che lo abbia esclamato anche il bambino sopravvissuto alla strage di Erode!
Il nostro doppio ma anche quello del Castello Sforzesco.
Attraversando i primi due chiostri ci sopraffaceva la nausea, lasciandoci sospesi tra il delitto della Cattolica e la santa voglia di vivere.
Lo splendore di ogni biografia ha radici in un sottosuolo in cui elementi sublimi ed elementi infimi si incontrano e si fecondano a vicenda. Ogni splendore è impastato infinite miserie.
Caro Lettore, questa non è una delle mie paginette consuete. È proprio una lettera per te.
A volte, oltre a cambiar tavolo, il gioco fa saltare il banco. Spesso, i giochi cambiano tavolo. Si inventano nuove regole. Ci troviamo a giocare prima di averle scoperte.
Atelier per l’esercizio della letteratura (da strada). In occasione del II Festival Letteratura a Milano. 5-9 giugno 2013.
Le cose più intime ed essenziali non le condivido con nessuno. Mi limito ad occultarle in queste paginette o su qualche bacheca del social network.
L’oggetto della memoria risorge con prepotenza senza implicare alcuna vertigine che bordeggi l’esperienza attuale. Puro splendore dell’eterno presente
Scoppia la rivoluzione e non ho niente da mettermi! Frugo tra i miei cassetti… quell’immagine di Francesco che ho nel cassetto da una quindicina d’anni.
Polarità contraddittorie tra comicità, ostentata buffoneria, seriosità improbabile. Credo valga la pena di riflettere. Non necessariamente per trovare una via di mezzo che non c’è mai. Nè per scegliere una e buttare l’altra.
Ti è capitata una carta nel sublime gioco della distribuzione. Qualcuno lo chiama “Karma”. Francamente a me pare una parolaccia… Della psicanalisi ho ricevuto la carta. Me la sono trovata in mano per curare il “bambino-indaco” che già ero.
La Compassione non è nulla di patetico. È invece uno stato d’animo abbastanza delicato e difficile da distillare.
Forse, se ne abbiamo così tanto parlato, c’è in tutti noi il desiderio inconscio che il mondo finisca.
Il Mondo ha bisogno dell’ offerta del lavoro umano. Ma che cosa davvero so fare? Che cosa ho da offrire al Mondo?
Di che cosa è fatta quella che chiamiamo una comunità virtuale? Possiamo parlare di comunità? O si tratta della curiosa associazione di molte solitudini?
Ad ogni risveglio il mondo è da reinventare da capo. Se hai dormito discretamente, nel ricostruirlo lo migliori sempre un po’.
Scippano coni gelato già leccati e ripartono rileccandoli felici a loro volta! Barcollano i fondamenti del vivere civile e i presupposti dell’igiene sociale
Così si ruba senza fantasia e senza allegria e non si rubano più oggetti desiderabili. Si ruba sempre di più solo denaro.
Alchemicamente cerco il cuore di tenebra nella luce e il lampo di splendore nascosto nella più fitta oscurità.
Dalla più giovane età ho scoperto che quando qualcosa ci sembra strana, particolarmente strana, c’è sempre sotto qualcosa di interessante e utile da scoprire. In risposta ad un commento di Marista Urru.
Perchè richiedo i commenti e quando li ricevo quasi non rispondo? Il lupo (ffwolfango) perde il pelo, ma non il vizio! Non entrerà mai nell’epoca del social-network!
E’ davvero così difficile commentare una mia paginetta? Perché la stessa pagina su FB risulta molto commentata… forse che il sito è una sorta di vetrina di museo? No, vi prego… se è così proviamo a smontar tutto!
Meditare e riconoscere i propri limiti nella noia termale, nel decadimento dei costumi, del leggere e dello scrivere nazional-popolare. Un omaggio al dr. Kneipp.
Cantare, usare la propria voce può essere uno strumento per conoscere e per conoscersi? Non solo per esercizio estetico. Cantare può essere un esercizio filosofico?
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