Se parli coi muri, il castello risponde!

Se parli coi muri il castello risponde

Ho lasciato i lettori la Domenica delle Palme con la promessa di una paginetta pasquale. Arriva con qualche giorno di ritardo. Avevo dimenticato il computer partendo per le cure termali. Non commento la cosa… non sparo sulle ambulanze! Per Pasqua è arrivato il computer e rieccomi qui.

Volevo mostrare come, parlando coi muri, un Castello risponda.
Ha risposto il Castello di Cusago a cui ho prodigato sentimenti così nutriti ed intensi.

Non credo nei maghi. Tantomeno riesco a pensarmi nelle vesti di un mago. Ma devo riconoscere che parlando coi muri sembra che il castello abbia risposto.
Dopo la pubblicazione di quella paginetta, il sito ufficiale del Comune di Cusago, a cui l’avevo inoltrata, ha risposto con un cortese ringraziamento ma…non era possibile usarla per niente.
Posso convenire. La scrittura creativa, come l’esercizio filosofico di cui forse è una parte, non serve a niente. Platone lo ha chiarito all’inizio e una volta per tutte.
Serve, nel peggiore dei casi a chi scrive. Nel migliore anche a chi legge.
Ma questa volta la paginetta ha ricevuto un riscontro inatteso.
Ha risposto un Francesco. Non è un mio alter-ego. Un altro Francesco. Il dottor Sottile. Già il suo nome mi appare sospeso tra la memoria di Duns Scoto e la canzonetta di Dylan di cui ho parlato in autunno. Ballad of thin man!
Si tratta del dottor Francesco Sottile che da diversi mesi, si è dedicato, in modo disinteressato ed encomiabile, a varie iniziative volte a rianimare il castello visconteo vergognosamente dismesso.
E non lo ha fatto partendo dal cemento e dalle imprese che lavorano e per questo sono pagate.
Ha saputo usare in modo efficace la realtà diroccata dell’edificio offrendo ambientazione suggestiva a vari eventi culturali di carattere diverso.

Stanze del castello di Cusago

Così sono stato invitato ad un concerto. Una occasione davvero speciale per me per visitare, per la prima volta, le viscere del castello.

Le immagini che allego credo siano sufficientemente efficaci.
Un concerto di musica acustica ed elettronica proposto da giovani musicisti-ricercatori. Alchimisti del suono.

Concerto
Così le viscere del vecchio castello hanno risuonato per una volta una musica nuova.

Così il dottor Sottile, aggregato in analoghe iniziative, un buon numero di volontari, ha creato una lista civica che si proporrà alle prossime elezioni amministrative.
Non so nulla della politica amministrativa di Cusago ma il loro programma punta il dito sulla riattivazione del Castello di Cusago come centro sociale e culturale.
Per una volta in Italia, per una iniziativa del genere non si prende le mosse dal cemento, dai finanziamenti, dalle lucrose ristrutturazioni.
Per come l’ho capita, l’iniziativa di Francesco è partita mettendo in moto eventi culturali nel qui ed ora del castello diroccato. Non senza una certa suggestione, come indicavo.
L’idea è di riattivare l’uso del castello facendone un punto di riferimento e di aggregazione sociale e culturale.
Riprendendo il messaggio di Zygmunt Bauman, a Francesco Sottile  sta a cuore l’esigenza di “fare comunità”.
Quale occasione migliore per rianimare un vecchio castello?

Castello di Cusago - struttura

Il castello medievale era stato pensato come dimora esemplare dell’unico individuo che nella società di quel tempo poteva applicare a se stesso lo statuto di quello che oggi comunemente chiamiamo la soggettività.
Allora solo il Principe era, in un certo senso “libero”. Oggi crediamo di esserlo tutti. Siamo diventati tutti Principi?
In quella società comunque solo il principe poteva incarnare in pieno la soggettività.
I ceti che componevano l’organismo sociale, i servi, contadini, cavalieri, monaci, mercanti, erano un organo di questo organismo rappresentato dal suggello della soggettività del Principe.
Beh, in Europa come nel comune di Cusago, l’ho già cercato di descrivere, negli ultimi decenni poi, le cose sono parecchio cambiate.
Ai nostri giorni ogni individuo nel suo posto di lavoro, ma soprattutto nella sua poltrona siede davanti a quel che mi piace indicare con un termine desueto…il suo TV-color!
Ogni individuo, davanti alla luce fosforica del suo schermo, televisore o computer, è principe in quel che comunemente chiamiamo “casa nostra”.
Per questo è importante acquistare un locale che serva allo scopo.
Per far comprare una casa a chiunque, vale la pena di ricordarlo, è scoppiata, negli Stati Uniti la crisi del 2008. La Lehman Brothers pare di questo avesse fatto una missione.

Ristrutturazione

Così, se ognuno è principe a casa sua, ognuno sperimenta il rovescio della medaglia. Sperimenta il fastidioso disagio della solitudine del Principe. L’arte di corte serviva giusto ad alleviarla!
Oggi ognuno è solo. Davanti al suo TV-color e davanti alle sue decisioni da prendere.
Amministrare una famiglia nell’epoca postmoderna può essere complicato almeno quanto amministrare un contado.
Se il nostro male, tra l’altro è la solitudine…. il social-network non è una comunità ma l’associazione di molte, forse troppe, solitudini…se il nostro male è quello…. allora possiamo capovolgere la situazione e chiudere il cerchio.
Che il Castello non sia più la dimora del Principe ma un fulcro di aggregazione culturale e sociale.
Questo mi sembra un progetto meritevole di essere perseguito.
Così mi restano solo due conclusioni da trarre.
La prima è che voglio formulare un fervido augurio alla lista civica di Francesco Sottile. Si intitola appunto “Voglia di comunità”.

Ambienti in disuso

La seconda è quella che mi riguarda più direttamente.
Mi sento legittimato a concludere che parlando coi muri il castello risponde. Non è una magia. È molto di più! È quello che grazie a Wittgenstein, il mio filosofo prediletto, possiamo chiamare un gioco linguistico.
Una curiosa coincidenza? Senz’altro.
Jung vi riconoscerebbe qualcosa della sincronicità.
Io mi accontento di parlare, lo ripeto, di “gioco linguistico”.
Come del resto ha fatto il buon Dio creando il Mondo.
La scrittura creativa serve a questo. A creare e ri-creare mondi continuamente. Ri-creare è anche la radice di ricreazione. Ludi. Attività artistiche e culturali.
A ricreare mondi quando il nostro vecchio mondo comincia a consumarsi. A crollare a pezzi come il castello di Cusago.
L’epoca postmoderna è l’epoca di un mondo consunto.
In questi giorni i giornali parlano della consunzione della bio-sfera.
Scrivo nel giorno della Giornata della Terra!
La Terra ha bisogno di solitudini aggregate in una nuova voglia di comunità. In una capacità di decidere. Non basta cliccare il pulsante “Mi piace!”.
Spegniamo lo schermo e accendiamo il Castello!
Io, da qualche anno, mi sono rinchiuso nel mio castelletto. Il sito in cui mi leggete. Ostinatamente esercito la scrittura.
Lavoro anch’io alla corte del Principe per alleviarne la solitudine e la noia.
La scrittura è un laboratorio in cui si tesse un senso inatteso.
Così, parlando coi muri e il Castello sembra avermi risposto!

Stanza del castello di Cusago

Naturalmente è solo una impressione. Ma cosa non lo è? Almeno all’inizio!
Quando il Mondo è stato creato… una impressione delle dita della mano di Dio sull’argilla della Creazione!
Ora che il buon Dio è morto, della manutenzione dei muri del Mondo dobbiamo occuparcene noi. Come della conservazione del Castello.
Per questo non dobbiamo avere vergogna a parlare coi muri!

Per le immagini del testo, attinte dal diario FB del Castello di Cusago, ringrazio in particolare modo Maria Grazia Lai ed Emanuele Spanò.

3 pensieri su “Se parli coi muri, il castello risponde!

  1. Ovvio che abbia risposto, come la chiamava Hillman? “l’anima dei luoghi”? I luoghi anno un’anima, spesso vecchia di secoli, e che come qualsiasi anima, prova disagio nel sentirsi trascurata, ignorata o abbandonata. Spero l’anima di questo castello possa essere presto abitata e visitata da altre anime.

    1. Caro Sergio,
      la passione per le idee di Hilmann ha occupato un posto importante nelle conversazioni di cui si è nutrita anni fa la nostra amicizia.
      Come non consentire!
      Certo Hillman la chiama così!
      Prendiamone atto. E’ un angolo visuale prezioso.
      Io, analogamente ad un mio stile che intuisco ma nemmeno io so sempre esplicitare, preferisco indicarla senza darle un nome.
      Per Jung sincronicità, per Hillman l’Anima dei o luoghi o altre istanze del pensiero magico e alchemico.
      A me appare semplicemente una cosa curiosa che non voglio classificare.
      Qualcuno recita suggestivamente “Mente Zen- Mente di principiante”. Mente di chi ancora custodisce come prezioso un sano stupore.
      Un caro saluto e grazie dell’attenzione!

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