E io lo faccio lo stesso!
Insomma anche se mi sento perdente vi dico…. e ve lo canto ED IO LO FACCIO LO STESSO!!
Insomma anche se mi sento perdente vi dico…. e ve lo canto ED IO LO FACCIO LO STESSO!!
Pertanto il bambino inappetente aveva trovato il modo di studiare i movimenti delle gru in riva alla Darsena e di governarli con la pressione di un dito sul cucchiaino posato sul banco del seggiolone. L’esclamazione gioiosa e gloriosa “Ho fatto la gru!” ha quindi tutto il suo spessore. Avevo scoperto il valore e la potenza dell’Analogia. Una divina Simmetria legava il mio cucchiaino alle gru in riva alla Darsena!
Estratto di una conferenza tenuta il 25 maggio 2019 presso la sala consiliare di un comune nelle Prealpi.
Lo stato di sogno tra veglia e sonno profondo.
Vi offro qualche estratto dal mio quaderno di lavoro interiore.Una cronaca dei miei disorientamenti. Dalla Brexit all’incubo della pandemia. Esercizi di tolleranza del non-capire.
Eccomi alla prima pagina di Restituzioni. O più semplicemente: che cosa mi hanno insegnato i miei pazienti che mi piacerebbe salutare, ringraziare, restituire, e condividere? Dal tocco del pianista al tocco del massaggio ritmico. La metamorfosi dei talenti.
Nel maggio 68, non sapevo nulla di politica.La prima volta che scesi in piazza non impugnavo la bandiera di un partito o una convinzione. Niente falce e niente martello. Lo feci con la spontaneità ma anche la goffaggine di un diciottenne.
Ma in fondo anche i piccoli invalidi trasgrediscono, loro malgrado, una norma.
L’immagine comunque di uno stato di cose in cui gli invalidi governino il mondo seduti è una immagine curiosa. Qualcuno li chiama “diversamente-abili”. Ma diversamente-abili sono davvero soltanto gli angeli.
Sessantotto come Morte/RInascita nella biografia e nelle opere di due artisti-icona, protagonisti di quel tempo: De André e Dylan.
A meno di non riconoscervi una catastrofe, il Sessantotto non è stato un fatto politico ma qualcosa che ha riguardato il costume, la cultura, la socialità. Scelgo di celebrare il mezzo secolo dal Sessantotto parallelamente al centenario della fine della Grande guerra.
Maggio 68 e novembre 18 si fronteggiano da un capo all’altro del corso dell’anno.
In questi mesi in Alta Brianza non ho mai sentito nessuno parlare di politica. Mi è sembrato fin strano, occasionalmente a Milano, in birreria al Ticinese, al tavolo a fianco, sentire discutere animatamente di politica. Non ritengo necessariamente utile farlo. Io per primo non avrei molto da dire. Cerco di osservare. Di ricordare. Di comporre interiormente accordi che mi sembrano dissonanti. Non sono Schoenberg ma con l’orecchio del jazz qualcosa mi riesce.
Le mie riflessioni non procedono da convinzioni filosofiche, ideologiche o religiose.Ricavo impressioni e sentimenti dalla esperienze e dagli incontri che la mia biografia mi ha offerto.
Care amiche/i
Scrivo queste note per risvegliarmi dal mio letargo invernale.
Sono arrivate le elezioni e, come tanti, le ho seguite con interesse e curiosità.
Hanno vinto i due “populismi” temuti dagli “intellettuali”.
Io penso, ora più che mai, quanto ho già scritto dopo le precedenti elezioni politiche a proposito della sepoltura della volontà individuale nell’urna elettorale in cui ci sacrifichiamo come individui.
Trovate qui la mia più profonda convinzione in materia.
Ogni sera, sedendo sul letto o su una comoda sedia, possiamo ripercorrere, a ritroso, il percorso della nostra giornata. Questo ripercorrere a ritroso il “corpo temporale” (l’oggetto della biografia) nell’esempio della giornata ci riporta al momento del risveglio. In quello dell’intera vita alla nostra nascita. In entrambi i casi ad una discontinuità. L’attraversamento di uno stato di coscienza altro.
La meditazione di cui vi offro è la traccia di un percorso immaginativo. Una meditazione che parte dal respiro, ma che amplia poi in un suggerimento guidato di elementi immaginativi proprio di altre forme di meditazione in contesti anche differenti. La prima parte che voglio condividere è una meditazione sul Natale come il compleanno del Sole. Colloca il momento così particolare nel corso stagionale dell’anno.
Quest’anno è successa una cosa curiosa. Avevo il desiderio da molto tempo di presentare il mio libro, quella “Metamorfosi della relazione Padre/Figlio”, nella sala della Fondazione Antroposofica Milanese.
Una sala che amo tanto. Chiedendo agli organizzatori una data per presentare il mio libro in quella sede mi è stata proposta la data del mio compleanno!
Cari amici, pazienti/lettori! Come ogni anno sto rientrando dalle mie “vacanze”, dal mio “vacare” nel deserto estivo dominato dal Sol-Leone!
Questa ripresa è particolarmente laboriosa ma significativa per me. Nei primi mesi dell’anno ho avviato due momenti che mi appaiono significativi e che sono piacevolmente ansioso di riprendere.
Ve li ricordo nel caso qualcuno fosse interessato ad inserirsi o semplicemente a seguirne le tracce.
Siamo abituati a pensare di godere del pasto e a soffrire il digiuno. Come godere di parlare e soffrire di ascoltare. È vero, ascoltare non è facile. Bisogna provare a farsi da parte. Farsi da parte per accogliere il dono del silenzio del corpo. Digiunare un po’ permette al silenzio del corpo di farsi ascoltare.
Avvicinarsi al Natale sembra ogni anno più difficile. Per fortuna ho scritto delle pagine utili per intuire di cosa si parli quando si parla del Natale.
Nel mese in cui ho festeggiato il mio 66° compleanno (anche i compleanni sono riti di sepoltura di un anno trascorso) ho riconosciuto nell’attualità l’immagine di tre sepolture, la terza delle quali reale. Una mia riflessione su questi 3 personaggi.
Settembre è nella nostra memoria la ripresa dell’a-Squola. Anche ora che siamo cresciuti, settembre è il mese della ripresa della scuola della vita: il nostro lavoro e i rapporti sociali che intorno a questa si tessono.
Una pagina con una storia/riflessione su due elementi fondanti della vita quotidiana al mattino: giornale e caffè! E una domanda su tutte: voi a chi dareste gli estremi della vostra carta di credito?
L’amico, il paziente lettore e lettrice, avrà forse pensato che, come un anno fa, io mi sia addormentato senza salutare gli ospiti perdendomi nella vacanza estiva.
Non è così. Almeno non del tutto. Pur vagando e vacando, lo sforzo di essere presente al presente è sempre lo sforzo che sorregge la mia esistenza e la sua ricerca di senso. Vi offro questa lettura-riflessione sul concetto di villeggiatura.
Una amica-paziente, che sceglie di presentarsi col lo pseudonimo “Carrington”, ci racconta la sua esperienza e i suoi propositi di studio della lingua cinese e i suoi soggiorni-studio in Cina, il paese dove si interseca il tempo libero di umani provenienti dalle etnie più disparate.
Dove si nasconde, dove si mimetizza il tempo libero? Forse il tempo libero è quello che dopo il lavoro che ci dà da vivere, spendiamo facendo girare un nuovo girone del mondo economico e lavorativo. Fare buon uso del tempo libero è diventata una nuova occupazione? Oppure offrire proposte per il tempo libero è diventata una nuova occupazione. Dove è finito il gioco? Una mia riflessione sul tema.
Accolgo con piacere la voce di una amica-paziente che, sotto pseudonimo scelto e descritto da lei, ci racconta, condivide un frammento della propria analisi biografica. E lo fa in modo suggestivo raccontando come l’icona “Barbie” abbia segnato la sua esperienza di vita.
I nostri ragazzi aspirano al ruolo di adulti sempre più precocemente. Ansiosamente. Ma se interroghiamo la carne, l’organismo umano nella sua plasmazione e riproduzione, scopriamo qualcosa di leggermente diverso. Il compimento della fisionomia, la plasmazione delle dimensioni del corpo impiega una ventina d’anni. Occorre che l’organismo compia per la terza volta la completa rigenerazione della carne.
Pensiamo Mitobiografica come un posto in cui gli adulti giocano ad immaginare, ragionare, sentire e vivere altrimenti sperimentando pratiche e metodologie che rimandano a diverse scuole di pensiero. Cerchiamo la possibilità di riconoscere e coltivare la propria vocazione umana. Intervista a Moreno Montanari.
Venerdì 19 febbraio 2016 sarò presso la Libera Scuola Rudolf Steiner a Milano per una conferenza dal titolo “La funzione dell’idealità nell’educazione dell’adolescente.”
Nel diciottesimo anno assistiamo, per la prima volta in modo compiuto, al taglio di un cordone ombelicale che collega l’individuo al tutto da cui proviene. A diciotto anni si sceglie una unica direzione: potrebbe essere riconosciuta come la propria.
Comincio a pensare che forse quello tra Oriente ed Occidente sia stato e continui ad essere uno scontro. Basterebbe guardare le cose da un altro punto di vista.
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