Psicologia dell’offerta
Il Mondo ha bisogno dell’ offerta del lavoro umano. Ma che cosa davvero so fare? Che cosa ho da offrire al Mondo?
Il Mondo ha bisogno dell’ offerta del lavoro umano. Ma che cosa davvero so fare? Che cosa ho da offrire al Mondo?
Yoga richiede condizioni speciali solo nelle fantasie dei neofiti.
Di che cosa è fatta quella che chiamiamo una comunità virtuale? Possiamo parlare di comunità? O si tratta della curiosa associazione di molte solitudini?
Ad ogni risveglio il mondo è da reinventare da capo. Se hai dormito discretamente, nel ricostruirlo lo migliori sempre un po’.
Quando mi misero a suonare il pianoforte, nelle prime classi elementari, mi innamorai del nome di una bambina che non conoscevo ancora.
Scippano coni gelato già leccati e ripartono rileccandoli felici a loro volta! Barcollano i fondamenti del vivere civile e i presupposti dell’igiene sociale
Così si ruba senza fantasia e senza allegria e non si rubano più oggetti desiderabili. Si ruba sempre di più solo denaro.
Alchemicamente cerco il cuore di tenebra nella luce e il lampo di splendore nascosto nella più fitta oscurità.
E’ davvero così difficile commentare una mia paginetta? Perché la stessa pagina su FB risulta molto commentata… forse che il sito è una sorta di vetrina di museo? No, vi prego… se è così proviamo a smontar tutto!
Meditare e riconoscere i propri limiti nella noia termale, nel decadimento dei costumi, del leggere e dello scrivere nazional-popolare. Un omaggio al dr. Kneipp.
Vertigine dei desideri! Il Mondo chiama lo sguardo. Le cose chiedono, a volte implorano di essere guardate. Anche le cose han bisogno del nostro amore.
La stimolazione tattile, la carezza, il sostenimento motorio, in una parola l’accudimento nei suoi aspetti fisici più concreti permette al bambino di compiere la sua potenzialità di sviluppo motorio.
La respirazione delle immagini: l’inverno è la camera oscura in cui si sviluppano e fissano le immagini che, grazie alla luce del sole estivo abbiamo “in-camerato” durante l’estate. “Camera segreta de lo core” nella VITA NOVA di Dante ma anche foto-camera per tutti noi oggi per noi.
LEGGERE COME PERDERSI, SCRIVERE COME RITROVARSI. Parte terza. Entrato nell’epoca dei Social Network, presa dimora nella Casa dei libri addormentati, valuterò di crearmi un account su FourSquare.
LEGGERE COME PERDERSI, SCRIVERE COME RITROVARSI. Parte seconda.
C’è chi ha osservato che quella dei Social Network non è vera socialità, ma solo la condivisione di solitudini, che assomiglia vagamente ad una Ecclesia.
LEGGERE COME PERDERSI, SCRIVERE COME RITROVARSI. Parte prima. Da molti anni medito su come spesso leggere mi appaia come un modo di perdersi, scrivere come un modo di ritrovarsi. Leggere e scrivere, allontanarsi o riavvicinarsi a sé stessi, risultano allora atti respiratori analoghi all’inspirazione o all’espirazione.
Qualcuno dice che mettere in ordine la scrivania sia un ottimo esercizio di meditazione. Ogni mattina prima di cominciare a lavorare. Mettere in ordine la scrivania.
Quartiere cinese: un orologio da polso. Un appunto (posso definirlo poetico?) del 1980
Illustrato oggi da Arianna Ianua che ringrazio.
L’erborista e il floriterapeuta passeggiano nel bosco all’alba per contemplare l’immagine della propria anima rispecchiata nel verde. Per accordare la natura interiore a quella esteriore.
La Terra è un organismo, un essere vivente. Se è vivente la Terra respira. Ha un ciclo respiratorio fatto di inspirazione ed espirazione. Un ciclo però dalla durata ben diversa delle poche manciate di secondi impiegati dal ritmo respiratorio umano.
Salpava tranquillo
Da un sonno di noce
Cercare o farsi un caffé oggi è diventato un gesto relativamente banale, ma il caffé con la sua bottega attraversa la storia d’Europa da Giordano Bruno che lo beveva col miele (secondo Drewermann) a Goldoni fino ai fasti della prosa di George Steiner. La bottega del caffé è il midollo sociale e culturale europeo.
Per un verso viviamo ancora il Lavoro come una punizione, per altro cominciamo a capire, anche se non siamo imprenditori entusiasti, che il lavoro è una preziosa occasione di realizzazione. Il Lavoro è un Gioco. Espressione del proprio talento individuale.
Mentre penso non-sono. Posso tutt’al più concedere a qualcuno concepire il seme di quello che sarò/à. Tra il grado 2 e il grado 3 della meditazione.
Quando ho fretta, sono in ritardo, come a tutti gli esseri umani, sento l’ansia che monta… ho solo una cosa da fare. Rallento!
Un discreto monumento alla mia modesta persona. Così mi appare questo sito nel momento dell’inaugurazione. Francamente non me l’aspettavo. Se ancora non è arrivato, sicuramente sta arrivando. Forse lo avrei pensato prima. Quando non sapevo di non essere in grado di sostenerlo. Un monumento, se pur discreto, ha il suo peso. Sicuramente, acquisita questa consapevolezza, lo avrei immaginato dopo. Siamo alle solite. Ah, Vertiginedeltempo! #Sappiatelo: per me è una interiezione frequente. Almeno quotidiana. Se accade ora non è solo per qualcosa che io abbia deciso o determinato. Arriva adesso perché altri, nei modi più diversi, lo hanno determinato. Fosse stato per me…. Alla fine è davvero bello arrendersi a questa evidenza. Siamo fatti d’altro. Siamo altro da ciò che pensiamo. Siamo determinati dall’incontro con l’altro. L’ immagine di noi stessi più fedele di cui possiamo disporre è sicuramente quella che attingiamo chinandoci sullo sguardo dell’altro. Lo specchio di Narciso è l’occhio dell’altro. Non il nostro occhio che mai potrà percepirci. Gli organi di senso son tutti rivolti all’esterno. Ma tornando al monumentino in cui mi trovo eretto, tornando a lui, tornando a quel legno (spero non a quel marmo) la prima cosa che mi vien da pensare è quel verso di Dante, poeta che pur non frequento…. Io non so ben ridir com’io v’entrai tanto ero pieno di sonno a quel punto Ma quel punto lo ricordo comunque. Sfuma tutto il resto. Sfuma nelle nebbie del sogno il percorso da quel punto in poi. E i punti importanti sono sempre punti apparentemente accidentali. Era la metà degli anni 90 e per caso mi trovavo in riva al mare a Cesenatico. Erano i primi di settembre, accompagnavo la mia prima moglie ad un convegno di insegnanti cui non partecipavo. Riflettendo, in uno di quei posti davanti al mare, pensai con determinazione […]
Con queste poche parole vorrei invitarvi al te’ filosofico di domenica prossima. Da due settimane ci manco. Una prima volta per turno di riposo, la seconda per malattia. Di questa mi dispiace particolarmente. Domenica scorsa è partito il secondo segmento del nostro percorso di navigazione. Quello che ci porta a chiederci cosa significhi abitare. Abitare un casa, una città, un pianeta. Per un verso ciascuno viene qui a Cargo per perfezionare il proprio abitare, la propria abitazione, per altro verso la domanda “che cosa significhi abitare” potrebbe trovarci imreparati. Forse non abbiamo nemmeno intenzione di porcele. Non è che se non ce lo chiediamo non continuiamo a “costruire la nostra casa” interiormente o esteriormente. Ciò che è umano ha questa ambiguità fondamentale. Possiamo fare un passo filosofico è chiederci perché, cos’è, come? Possiamo continuare senza chiedercelo. L’intuizione di cosa ci serve per “sentirci a casa” lavora silenziosamente in noi. Depositata sul fondo. Inconsciamente, se siamo in vena di psicologismi. Altrimenti va bene lo stesso. Lavora di notte come i nanetti calzolai al desco del calzolaio addormentato. Non so se ci sarò domenica. Lo vorrei molto. Altrimenti sarò il calzolaio addormentato. E la parte dei nanetti calzolai la faranno le amiche fidate. Le colleghe BBB e VV. Barbara Beonio Brocchieri e Viviana Paramithiotti. BB ha compilato con diligenza un sommario e lo ha pubblicato sul suo blog. Per parte mia, se ci sarò, come spero, interrogherò! Eh, eh…. la grande arma degli insegnanti! Scherzo! Vorrei invece concludere con una riflessione che mi sta a cuore. Se, come mi auguro, sarò presente domenica, vorrei chiedere ai partecipanti di raccontarmi che cosa ricordino dei due precedenti incontri precedenti. Prova cruciale per tutti. Esperimento che ci mette a nudo e che verifica il senso del nostro cammino. Anni fa, quando insegnavo storia delle religioni al […]
Cari amici, il circolo virtuoso indicato le settimane scorse in precedenti posts prosegue e sembra consolidarsi negli appuntamenti del Te’ Filosofico la domenica mattina alle 11 alla Maison du Mekong presso Cargo a Milano. Domenica scorsa non ero presente e non posso darvi testimonianza. Spenderei invece volentieri qualche parola per invitarvi alla presentazione di un libro del prof. Silvano Petrosino edito da Jaka Book di cui trovate una scheda qui. Come il mese scorso, prendiamo spunto dalla presentazione di un libro, il cui autore si presti ad intervenire personalmente prestandosi al dialogo filosofico. Dialogo che poi proseguirà per altri incontri di approfondimento della riflessione. I temi che avevamo annunciato come prioritari, oltre al tema già svolto della cosiddetta bellezza sostenibile (estetica/etica), erano quelli della “fenomenologia” dell’abitare e della relazione di coppia e dell’educazione dei figli. Cominciamo così domenica 10 ad affrontare il tema dell’abitare. Essendo Cargo un luogo prevalentemente indirizzato all’arredamento della casa. A rendere il nostro abitare coerente con il nostro stile di vita, con la nostra estetica, con le esigenze del nostro abitare. Ma, a questo proposito: che cosa significa abitare? Quando abbiamo la sensazione di sentirci “a casa nostra”? Che cosa ci fa sentire “orientati” e abitanti questo mondo? Sono domande che non solo possiamo porci in modo concreto pensando alla nostra esperienza, sono domande che attraversano la filosofia contemporanea dopo Nietzsche. Penso ad Heidegger, Levinas, Derrida ed altri. Che cosa significa abitare, costruire (o de-costruire), coltivare, pensare? Sentirsi a casa o sentirsi in uno stato di straniamento? In sintonia o meno con la città o con l’ambiente. Inizieremo questa riflessione con l’aiuto di Silvano Petrosino, Professore associato confermato di Semiotica, Facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università Cattolica di Milano, incaricato di Filosofia Teoretica presso la Facoltà di scienze della formazione della sede di Piacenza. L’appuntamento, […]
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