Nel solstizio d’inverno 2010

Cari amici, siamo al solstizio di inverno e tra pochi giorni la Cristianità festeggierà il Natale di Gesù di Nazaret. Sono da sempre lettore appassionato della Scrittura. In particolare dei Vangeli.

Eh si, se Scrittura è, occorre leggerla, altrimenti potremmo concluderne che non è Scrittura oppure che non è leggibile. Altro che sacra! Che sia o che sia diventata illeggibile. Per mille ragioni. Tutte verosimili. Sono, a mio vedere, tutte conclusioni possibili. Legittime. Nessuna di queste tuttavia potrebbe distogliermi da un’altra lettura. La lettura del Mondo nello sguardo dell’altro. E quindi nessuna di queste opinioni e credenze, mie o degli altri, hanno mai condizionato la mia disponibilità all’incontro umano. Chi festeggia il Natale Cristiano deve essere in grado di trovare il Cristo nell’incontro con ogni altro Uomo.

Fedeli alla Scrittura dobbiamo concluderne che, se non ci riesce, o non ci vede bene o non è in grado di appartenere alla Cristianità. Nulla di male. Si può essere Umanità degna del nome senza che senta tale appartenenza. C’è poi chi (e questi sembrano saperla più lunga degli altri, diffidarne sempre!) ci spiega che, in realtà, il solstizio d’inverno, il Natale di Roma, il Natale cristiano, per quelli che se ne intendono, sono la stessa cosa. Ma perché mai? Certo, appartengono al gruppo delle feste del fondo invernale, come Santa Lucia, S.Silvesto, Capodanno, Epifania, tutto compreso tra Halloween e Carnevale; ma questo che spiega?

Preferisco più prudentemente vivere giorno per giorno. Ora per ora, quando mi riesce, minuto e secondo per minuto e secondo. Per far questo, oltre che intensificare il sentire, occorre qualche strumento. Da quasi trent’anni, su suggerimento del Buddha Siddarta, cerco di meditare sul respiro. Come del resto in molte tradizioni Zen. E questo potrebbe essere il grado 2 della mia meditazione. (Confronta il  grado 1, ndr).

Ma dopo questo apprendimento, ho incontrato l’opera di Rudolf Steiner (l’Antroposofia) e vi ho trovato qualcosa che ha messo in moto la mia creatività. Steiner sostiene che la terra è un essere vivente. Lo sostiene con buon anticipo rispetto alle nostre visioni dell’ecosistema verde. Se la terra è vivente, allora respira. Ma se un uomo compie un ciclo respiratorio in una manciata di secondi, la respirazione della terra dura quattro stagioni.

Un intero anno. Le stagioni sono i segni dei suoi movimenti respiratori. Il fondo dell’inverno è il fondo dell’inspirazione. Tutta l’aria è nascosta nei polmoni. Come tutta la vita vegetale è nascosta sotto la crosta terrestre. Magari dorme sotto una coltre di neve. Da lì ricomincia l’espirazione che all’inizio non è nemmeno consapevole di sé. Come pochi sono consapevoli che molti germogli dormano già appollaiati sull’albero nella notte di Natale. Tutto diventa cosciente nell’equinozio di primavera. Il punto medio dell’espirazione. Le foglie diventano visibili. L’aria del fondo dei polmoni perviene alla punta del naso. Inizia la fioritura visibile, fino alla fruttificazione estiva. Ma a poco a poco, nel corso dell’anno lo guarderemo insieme, se vi piacerà. Io lo faccio da anni. Per questo solstizio, come molti, ci sto arrivando con un po’ di fatica e debolezza. Soddisfatto del lavoro fatto da settembre.

Non ultima l’inaugurazione di questo nuovo blog con il costante incoraggiamento, stimolo, lavoro paziente e parallelo della felicemente indispensabile Mariangela Lecci. Non ultimo il decollo dei Te’ Filosofici alla Sala da Te’ a Cargo. Non ultime resistenze non indifferenti del mio corpo e della mia salute. Un po’ di tristezza per il fatto di sentire nel cassetto diversi abbozzi non compiuti per questo stesso blog… Con sincero affetto, vs ffw Foto di  una opera di Leonardo Caboni

I riferimenti all’opera di Rudolf Steiner possono essere reperiti qui.

L’esperienza del corso dell’anno in quattro immaginazioni cosmiche.

Il corso dell’anno come respiro della terra.

 

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