Ma come faceva Glenn Gould ad isolarsi nella solitudine di una sala d’incisione senza trattenere la pulsione a canticchiare così caratteristica del suo stile?
In questi giorni in cui riesco a trattenermi dall’esprimere qualunque impressione od opinione in materia di attualità, come già dichiarato nell’ultimo post Navigando nel vasto mare del Non-Sapere, in questi giorni mi trovo sovente a rivedere vecchie pagine che considero fondamentali.
Sono pagine che magari i lettori di questi ultimi anni non conoscono.
Mentre rivedevo questo “Elogio della contraddizione”, riascoltavo le Variazioni Goldberg e mi sono sorpreso a considerare come il talento geniale di Glen Gould prosperi in una straordinaria contraddizione.
Per un verso prediligeva l’esecuzione “fredda” in uno studio di registrazione.
Per altro verso, nemmeno nel freddo di questo studio riusciva a trattenere quel “bollore” della pulsione che lo portava a canticchiare arie mentre suonava.
Sembra una contraddizione curiosa!
Offro pertanto a chi già non la conoscesse, la riproposizione di questa pagina di dieci anni fa, oggi rivista da me.