Diventare come bambini, senza rimbambire!
Riflettendo sulla biografia umana, ho già tessuto un elogio della giovinezza ma il discorso, forse, potrebbe essere ulteriormente radicalizzato.
Siamo in primavera e, mi auguro, ci sentiamo “rinascere”, malgrado molti di noi, come suol dirsi, abbiano contato non poche primavere.
Ma ogni volta ci sembra di imparare qualcosa di importante e di nuovo, abbiamo la sensazione di una rinascita.
Il colloquio con Nicodemo nel Vangelo di Giovanni indica l’importanza del “rinascere da adulti”
Ci verrebbe da pensare che quanto abbiamo vissuto finora non era la vera vita.
La domanda tuttavia legittima, in questi casi, al di là dell’entusiasmo dei neofiti, è semplicemente questa: ma quante volte può rinascere un uomo nel corso della sua vita?
Gregory Bateson, una delle più grandi menti del ‘900, nel suo “Verso una ecologia della mente”, riconosce in questa forma di rinascita quello che definisce un “apprendimento 3”, precisando che tale apprendimento così radicale è possibile solo poche volte nella biografia umana.
Ma più semplicemnte, ogni volta che ci sentiamo rinascere, inevitabilmente ci ritroviamo un po’… Bambini!
Ci sentiamo nell’archetipo che la psicologia junghiana indica all’insegna del Puer Aeternus, l’Eterno Fanciullo.
E questo è in buona parte qualcosa di sano e vitale.
Ma c’è anche il rischio di una deriva: la sindrome di Peter Pan.
Occorrerebbe, a mio avviso, fare una distinzione importante.
Nel dettato cristiano c’è l’esortazione a “diventare come fanciulli” pena il non ingresso nel regno dei cieli (Matteo, 18,3).
A me pare che la corretta intesa di quel COME sia di importanza essenziale.
Sì, perchè diventare come bambini non vuol dire, perdonate l’ardire, “rimbambire”!
Guardandomi intorno nell’attraversamento del mondo mi è capitato spesso di vedere, nei ricercatori, spirituali e non, in coloro che aspirano a una rinascita ad ogni costo, un atteggiamento più simile alla sindrome di Peter Pan.
E’ importante mantenere un atteggiamento di freschezza interiore che però non scivoli in una ingenuità che solo nel bambino è al suo posto.
Vistosamente fuori posto nell’adulto.
Sarebbe sgradevole puntare il dito o il link su qualcuno, ma preferisco indicare la questione e lasciare che ciascuno rifletta a suo modo sulla proria biografia, sui propri incontri.
Forse, nel rispetto delle molte esistenze che comunque possono aver beneficiato di questo incontro (ce n’è sempre anche in positivo!), mi sento di indicare qualcosa che le persone che han vissuto gli anni 70, ricorderanno: I Bambini di Dio! La loro popolarità è ormai sufficientemente e dolorosamente tramontata, sono abbastanza lontani da noi!
Ma attenzione la questione si insinua molto più sottilmente nella vita culturale attuale!
Per un verso quindi mi piace riproporre la questione: Come diventare come bambini senza rimbambire?
Come rinascere da adulti declinando in se stessi la freschezza interiore, senza perdere qualcuno dei nostri preziosi capelli bianchi!
L’Alchimia parla dell’Albedo, ma forse nei capelli bianchi non riusciamo a vedere un indice prezioso di questo stupendo processo. Signore… posso capire!
Resta per me importante, con lo stesso gesto dell’anima, accettare di rinascere con la primavera ma accettare anche, col sorriso e con saggezza, di non dimenticare di averne già viste un buon numero.
Che ciascuna possa essere ovviamente sempre la migliore, malgrado gli anni lavorino con passione dentro di noi!
Buona primavera a tutti!