Elogio della giovinezza*

Giovinezza

Tema per una conversazione per adulti

 

Speriamo di essere tutti abbastanza adulti da non conferire un significato patetico al termine gioventù o giovinezza.

Essere al mondo in una relazione equanime potrebbe implicare essere un po’ giovani ma non troppo.
Dal punto di vista del “vivere” la questione potrebbe concludersi senza “elogi”. Con una semplice indicazione dell’importanza della ricerca di equilibrio ed integrazione.
Ci sono poi parti giovani e parti vecchie in noi, egualmente preziose.
Ciò che può motivare un elogio è un’altro tipo di considerazione.
Partecipiamo tutti, nolenti o volenti a qualcosa che chiamiamo “la storia”.
Quel che è certo è che le nostre azioni, costituiscono il contesto che il giovane che arriva trova come una sorta di “cielo di nascita”.
Il giovane, colui che arriva, il “prossimo” per eccellenza, è colui che può capire o non capire il proprio “cielo di nascita” tessuto dal nostro operare.

La cosa più facile, per noi meno giovani, davanti ai nostri insuccessi, è implicare ad altri la responsabilità di non capire di non essere in grado di intendere le nostre intenzioni ed opere.

Una voce risuona ancora nell’anima dell’ultracinquantenne che sono.

“Mai nessuna classe è stata scadente come la vostra…”

“Il mondo va sempre peggio!”

Che potente esortazione per l’animo di un giovane!

D’altro canto è vero che l’evoluzione(o presunta tale) della nostra curva di civiltà ha subito e subisce una accelerazione disorientante di tipo esponenziale. E’ un fenomeno piuttosto complesso che va meditato con attenzione. Con animo libero da pregiudizi.

Ma guardiamo il tutto da un angolatura differente. Viviamo in culture europee che si vorrebbero “cristiane”. Se prendiamo sul serio i presupposti del Cristianesimo dobbiamo pensare che ogni individuo, anche il più umile, dovrebbe apparirci come un fratello ma anche come un “unigenito figlio del Padre” l’espressione è di Giovanni, il discepolo che Gesù amava. Il giovane.

La teologia dice un sacco di cose suggestive su questo concetto.
Quel poco che mi è chiaro è che ogni uomo non è solo figlio della madre, collegato con la corrente della carne e della famiglia, della storia.

Ogni uomo è anche un figlio del Padre e, paradossalmente, unigenito. Ognuno è come se fosse l’unico.
Ognuno riflette il Mondo del Padre interamente ma, ovviamente, a modo suo.
Ognuno viene dal Padre. Anche il giovane più “scalcagnato” e inconcludente.
Se vogliamo riconoscere questo Prossimo, questo giovane che arriva, dobbiamo pensare che venga dal regno del Padre. Viene dal cielo come noi ma vi discende dopo di noi.
Viene con un messaggio, con una impronta molto più recente. Con notizie più recenti dal mondo dei cieli. Il giovane ci reca del cielo una immagine, una mappa più recente.
Conoscere il cielo è sempre utile per condurre i nostri passi nel mondo. Ci permette di orientarci.
Certo nemmeno il giovane è cosciente di ciò che porta.
Il lavoro educativo, la nostra relazione con lui consiste proprio nell’aiutarlo a scoprirlo.

Mi rendo conto che non è facile però direi semplicemente che ne valga la pena.

 

 

 

Francesco Pazienza

www.francescopazienza.it

 

 

 

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