Grillo, Giannino, Berlusca, Pinocchio e altre figure della commedia dell’arte italiana

Pinocchio-e-la-commedia-dell'arte-italiana

Riflettevo stamane su due figure che mi appaiono significative e polari nel panorama pre-elettorale di questi giorni.
Da una parte il presunto successo (temuto, previsto, eventualmente scomodo…) del movimento di Beppe Grillo. Le cinque stelle.Beppe Grillo
Sembra che un loro trionfo sia imminente. Se ne parla con circospezione.
Molti ne parlano, ma molti di più ci pensano e tacciono. Preparano già strategie post-elettorali. Credo che il frinire del Grillo stia tormentando le aspettative di molti.

Mi chiedo tra l’altro quale sia il valore di una legge che proibisca la divulgazione dei risultati dei sondaggi d’opinione.
Che non mi si dica che non si vuole “condizionare” l’opinione del cittadino… in una società in cui tutto e tutti non fanno (beatamente e legalmente) che cercare di condizionare, in tutti i modi, tutto e tutti…
Che pietose bugie ci raccontiamo!

Per altro verso risalta agli occhi il crollo mediatico di Oscar Giannino.
Oscar-Giannino
Indubbiamente due individui a loro modo polari, ma in qualche modo simili.

Davanti allo stesso baratro di credibilità, Beppe ammicca garantendo che basti una spallata.
Non che una spallata a qualcuno o a qualcosa mi spiacerebbe, forse però le cose sono un po’ più complesse.

Oscar invece si ripropone di fermare il declino. Dispensa fiducia in questo. Ci vuol rassicurare pur nel suo modo eccentrico.
Personalmente trovo ugualmente risibili i progetti.
Come se fosse in nostro potere cambiare l’inclinazione di un percorso che, a mio vedere, non può essere che in discesa e lo è dappertutto nel mondo.  Indipendentemente dalla commedia dell’arte che caratterizza da qualche secolo la cultura italiana.

Silvio-BerlusconiGrillo è stato ed è ancora comico brillante, Berlusconi ci ha tentato, lo sappiamo tutti, sulle navi, ma poi ha avuto fortuna come imprenditore e ancor più fortuna l’ha riscossa come politico. Nei suoi sogni sembra esserci (o esserci stato) il Quirinale ma, potrebbe essere che, anche per lui… Non sempre si può vincere!

Anche Oscar manifesta una malcelata vocazione teatrale. Ma solo persone che abbiano più di cinquant’anni ne riconosceranno la matrice estetica.
Per chi non sappia o non lo ricordi, questa paginetta potrà renderlo edotto intorno all’esistenza di Gianluigi Marianini.Marianini

Grave problema, però, a mio vedere, la tentazione a prendersi troppo sul serio.

Questo, a mio avviso, il problema.
Come il problema (analogo) di Pinocchio: anche di questo ho già parlato, scritto e non smetterò di farlo. Qui ne trovate traccia.
Il problema non è la bugia, ma la vocazione a promettere. La cosiddetta (maledetta!) “buona volontà”. I buoni propositi! Eccoli qui

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Oggi, alla scuola, voglio subito imparare a leggere: domani poi imparerò a scrivere e domani l’altro imparerò a fare i numeri. Poi, colla mia abilità, guadagnerò molti quattrini e coi primi quattrini che mi verranno in tasca, voglio subito fare al mio babbo una bella casacca di panno. Ma che dico di panno? Gliela voglio fare tutta d’argento e d’oro, e coi bottoni di brillanti. E quel pover’uomo se la merita davvero: perché, insomma, per comprarmi i libri e per farmi istruire, è rimasto in maniche di camicia… a questi freddi! Non ci sono che i babbi che sieno capaci di certi sacrifizi!…
Mentre tutto commosso diceva così gli parve di sentire in lontananza una musica di pifferi e di colpi di grancassa: pì pì pì zum, zum, zum, zum.

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Conosciamo tutti dove lo porteranno i pifferi e la gran cassa! Non si impara a leggere, scrivere e quant’altro in così poco!

Analogo mi appare il progetto di fermare il declino.
Un declino che ci chiede di essere accettato, percorso, militato. Se possibile persino amato.
Sì. Amare il nemico non vuol dire sbaciucchiare chi consideriamo “un cattivo”.
È tutto ben più complesso.
Sicuramente il declino non facilmente ci è amico…. Ma già lo Zarathustra di Nietzsche indicava quanto fosse importante imparare a tramontare.

Mentre svolgevo queste considerazioni sono stato sorpreso dall’apparizione, sulla Time-Line di FaceBook, della nota di Leonardo Lenzi (persona che non frequento da anni, ma di cui ho la massima stima) che riflette in modo così lucido ed ineccepibile.
Sebbene non sempre condivida l’angolo visuale dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti (come forse anche in questo caso) mi è prezioso confrontarmi con quanto propone.

Sono forse queste le convergenze, le affinità, la ricerca del riconoscimento del valore dell’altro, al di là di propositi e opinioni sempre improbabili (le mie per prime, beninteso!). E’ questa trasversalità che, a mio vedere, non ci può redimere o salvare, ma sicuramente giovare. Alleviare inutile sofferenza.
Renderla meno sterile e improduttiva.
Mi piace così condividere con altri questa sua paginetta che apprezzo sinceramente.

I miei amici sanno bene che sono l’appassionato compilatore di un “Elogio della contraddizione“.

Credo allora che su questa polarità contraddittoria tra comicità, buffoneria ostentata, appello a una seriosità altrettanto improbabile ai miei occhi, valga la pena di riflettere.
Non necessariamente per trovare una via di mezzo che non c’è mai.
Nemmeno per scegliere una e buttare l’altra.
Forse i tempi ci chiedono una sottigliezza ma anche una forza di cui sicuramente, come comunità, siamo vistosamente sprovvisti!

È così difficile riconoscerlo?

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