Le cure dell’argilla e dell’acqua, la pratica dei cosiddetti fanghi termali, l’abitare questa palude benefica mi sta mostrando che, paradossalmente, la vera palude è quella che mi sto lasciando alle spalle.
Sì. Provengo dall’attraversamento di una grande palude. E dio sa se l’ho attraversata del tutto. Certo mai una volta per tutte. E forse anche ora, non del tutto.
Credevo di venire da casa invece scopro di venire da un esilio paludoso in cui rischiavo di perdermi.
Lo vedevo come una malattia, uno stato di prostrazione che mi ha investito tra il Natale e la Pasqua. Dopo la Pasqua ho interrotto la pubblicazione delle mie paginette.
Anche i fratelli Pandava durante un periodo di esilio si sono misurati con una palude! Prima della grande battaglia del campo di Kurushetra. Una grande battaglia che, mitobiograficamente, ancora oggi tutti siamo chiamati a combattere.
Forse ogni momento di cambiamento comporta l’attraversamento di una terra di nessuno. Una zona paludosa in cui si può sprofondare.
Così la mia casa, il mio studio, la mia vita quotidiana si erano trasformate in una grande palude.
Non mi riusciva più nemmeno di fare ciò che amo di più: scrivere. Pubblicare qui le mie paginette.
Lo capisco oggi che assumo in forma terapeutica le acque, l’argilla il fieno sapientemente somministratami nella casa di salute Raphael di Roncegno.
Mi tratterrò fino al 12 maggio e da qui spero di offrire le mie prossime paginette. O almeno di concepirle. Qualcosa sta già accadendo, ma sto imperando a non parlare di ciò che sto facendo.
Ho cominciato a lavorare sodo per bonificare la palude. Potrei ricavarne un terreno fertile per tutti negli anni prossimi.
Immergendomi qui in questa acqua, coprendo di acqua termale e argilla le mie parti più doloranti, Grazie agli impacchi caldi alle parti più dolenti, mi pare di capire come stessero le cose.
Si fa’ per dire. Le cose, per fortuna non stanno mai. Felicemente non smettono di cambiare.
Così il fango che tratteneva i miei passi, oggi mi permette di vedere con più chiarezza. Non è lo stesso fango, ma sempre di fango si tratta. Se ne parla la prima volta nella Genesi.
Ma per ora non posso dire di più.
Oggi mi fermo qui.
Mi accontento di riaffermare la gloria del principio omeopatico grazie al quale si cura la malattia con il suo simile.
I danni della palude con l’acqua e l’argilla…
Ma soprattutto volevo riprendere il contatto con gli amici lettori.
Molti di loro so essere preoccupati per la mia salute.
Mi basta rassicurarli esprimere loro il mio affetto e la mia gratitudine.
Ho, però, bisogno ancora di tempo per lavorare per me stesso nell’opera indicata. Me ne rendo conto ora che ho provato a rimettere mano alla tastiera.
Nelle ultime settimane avevo ripreso ad usare la carta e la penna.
Cose d’altri tempi.
Si, in effetti sto lavorando alla mia di biografia. Notoriamente cose d’altri tempi in cui, con lo scorrere, con la Vertiginedeltempo, rischio di non riconoscermi nemmeno più.
Questo il pensiero più inquietante che da qualche tempo mi dà da pensare.
Ma questo sito è stato creato come aiuto a ciascuno a lavorare alla propria.
Il mio silenzio potrebbe essere per tutti una esortazione alla solerzia nell’eseguire questo compito.
A presto, cari lettori!
Buon lavoro a tutti noi!
Concludo con un solo pensiero che da tanti anni continua ad affacciarsi alla mia mente.
Ricordate quando, da bambini, eravamo al mare sulla spiaggia e ci hanno insegnato una cosa semplice, efficace, anche se a me è sempre apparsa paradossale. Sorprendente.
Quando si esce dall’acqua coi piedi bagnati la sabbia si incolla ai piedi e l’effetto non è piacevole.
Ai miei tempi l’esercizio della doccia era ben più occasionale.
Mio padre medico ne era contrario.
“Non ha senso sciacquare la benefica acqua del mare appena usciti dal bagno. Si perde molto dei benefici del bagno”.
In quegli anni e in quel modo mi hanno insegnato che la sabbia incollata ai piedi bagnanti si pulisce con applicazione di sabbia calda e asciutta.
La sabbia pulisce la sabbia.
Forse qualcosa del principio omeopatico abita già qui.
Un sentito ringraziamento, oltre all’acqua, le cure, i medici e tutto il personale che lavora qui aiutandomi….. Un particolare ringraziamento al glicine che, dopo un violento temporale, ha sacrificato i suoi fiori offrendoci il suggestivo tappeto che potete ammirare grazie ai miei scatti sul telefonino.
Un pensiero su “Cure termali e attraversamento di una grande palude”
Bentornato…caro dottore
sono contenta di sentire nuove energie
nel suo scrivere…anche perchè avrò
molto bisogno della sua forza per
attraversare la mia palude!
A presto