Le 12 notti sante

Un paio di post fa, in “Nel Solstizio d’inverno 2010” scrivevo:
Ma se un uomo compie un ciclo respiratorio in una manciata di secondi, la respirazione della terra dura quattro stagioni. Un intero anno.
Le stagioni sono i segni dei suoi movimenti respiratori.
Il fondo dell’inverno è il fondo dell’inspirazione. Tutta l’aria è nascosta nei polmoni.
Come tutta la vita vegetale è nascosta sotto la crosta terrestre. Magari dorme sotto una coltre di neve.
Da tanti anni ormai cerco di compiere questa meditazione che si modula sulla curva del tempo. Nel ciclo stagionale.
A volte mi sembra di tediare ripetendo.
Poi mi ripeto che il primo ad essere tediato sarei io che pur sono insofferente a vuote ripetizioni. Sono molto facilmente tediabile!
Penso però che non ogni ripetizione debba necessariamente essere vuota.
Anche la ripetizione di mantram, sgranare un rosario, è una forma di meditazione. Ma io non le pratico.
Il rosario che sgrano io è un altro e di questo vi sto scrivendo.
In questo momento come tanti nel fondo dell’anno sono stanco. Alcuni anni fa riflettevo a tal proposito.

Il bambino che è nato in questi giorni più di due millenni fa è un bambino, ma  anche un fiore. Il punto di fioritura della cultura a cui apparteniamo.
Questo fiore é in noi la radice del modo di percepire il senso dell’umanità in cui tutt’ora viviamo.
Tuttavia… “Mille volte potrebbe nascere il Cristo a Betlemme Ma se non nasce in te: sei perduto in eterno”. Angelo Silesio

Le dodici  notti sante sono le notti tra Natale e l’Epifania e vengono indicate da varie tradizioni come il momento in cui nel cuore di ogni uomo si plasma il seme del tempo, degli eventi dell’anno futuro.
Ogni notte il seme di un mese dell’anno.

Ma può il tempo avere seme?

Come sarebbe pensabile ancora la nostra liberta?
Possiamo vivere nella consapevolezza di questo delicato compito che ognuno può e deve vivere in solitudine.
In solitudine e magari nel sonno.
Nelle notti più buie dell’anno. Qualcuno dice che gli dei sono più vicini…
Mandano sogni significativi, semi di attimi futuri… Intuizioni tutte da disincantare nella relazione col sociale nell’anno nuovo.
Ci ritroveremo pertanto nell’anno nuovo  fecondati da questi semi.
Li porteremo a compimento insieme nel corso dell’anno.
La socialità nasce dall’equilibrio che sappiamo trovare tra questa solitudine ed il piacere di condividere  i frutti della fecondazione che andiamo a compiere.

Post scriptum.
Scelgo appositamente un’immagine non pertinente all’area cristiana per parlare di qualcos’altro. Una fecondazione che mi appare nutriente, nel rispetto di ogni singola tradizione.

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