Guardare e non toccare!

Guardare e non toccare!
Guardare e non toccare!A questo viaggio ho già dedicato più di una paginetta. Nodi biografici che vengono al pettine in occasione di un viaggio. Il viaggio come esperienza sempre un po’ trasformativa.
Viaggio che raccontano un po’ tutti come piccola psicoterapia di gruppo.
Il mio caso è stato fortunato. In questo viaggio con Massimo Cerra (cui ovviamente la pagina è dedicata!) e sua compagna AnnaKatia, abbiamo vissuto una esperienza di grande affiatamento e già progettiamo altri viaggi.
Visto che tutto il discorso va nella direzione di una sua glorificazione, Massimo dovrà sopportare inizialmente qualche noterella scanzonata presente nel suo temperamento. Qualcosa che comunque lo rende originale, simpatico, che lo rende caratteristico.
Il suo carattere risente di una forte relazione con il prezioso archetipo del puer aeternus.
Non a caso usa questa suo risorsa svolgendo la professione di maestro. Ha appena preso una prima classe alla scuola Steiner di Origlio di Lugano.
Massimo è mosso in ogni suo agire da una curiosità infantile. Tocca un po’ dappertutto. Come capita ai giovani, non ha bisogno di libretti di istruzioni, tocca e, di riflesso, capisce.
Ovviamente come l’apologo sta per dimostrare, capisce meglio di me che né tocco (guardare e non toccare è una cosa da imparare!) né, per pigrizia, consulto libretti di istruzioni.
Il primo risultato di ciò, dopo che Massimo ebbe guidato la mia auto per qualche centinaio di chilometri, fu che, quando la ripresi in mano e feci per spegnerla, una quantità di allarmi (sapete quelli delle auto del giorno d’oggi) di misero a strillare. Aveva cambiato l’impostazione delle luci, l’aria condizionata funzionava in modo eccessivamente creativo… Non ricordo che altro.
Dovetti redarguirlo e con Anna Katia facemmo una collezione di aforismi da sottoporgli, fantasticando di riempire il cruscotto di post-it:
GUARDARE E NON TOCCARE È UNA COSA DA IMPARARE
CHI TOCCA MUORE
MANI IN SECONDA
GIOCO DI MANI GIOCO DI VILLANI
e diversi altri che ora non ricordo.
In questa allegria scherzosa e sfottente, comunque, si consumarono i pochi giorni del viaggio senza che Massimo intendesse ragione. Niente da fare. Coi ragazzi è così. Non più tardi di ieri gli ho chiesto di guidare la mia auto per pochi chilometri…. Se la temperatura non è immediatamente di suo gradimento non esita a compiere manovre radicali alla leva dell’aria condizionata. Trascorso il tempo necessario perché tali comandi si realizzino ti puoi trovare a 10 o 30 gradi, secondo la sua percezione che solitamente è velocissima e mutevole.
In diverse occasioni, sui miei blog o su questo stesso sito ho speso la mia concisione. I difetti non si correggono. Specie dopo una certa età. L’unica chance è quella di perfezionarli e di cercarne il punto di eccellenza e sublimità: ne ho parlato nel Quaderno d’accidia e in Elogio della contraddizione. Le persone vanno prese come sono. Le donne non riescono quasi mai a cambiarli, se si tratta di uomini!
Mi accingo quindi a mostrare come Massimo, persona ricca di talento e umanità, quel che si dice “una bella persona” abbia trionfalmente varcato questo traguardo.
Eravamo alle ultime centinaia di km del viaggio quando lo vidi, mentre guidava, particolarmente intento a studiare il senso e il funzione di un certo comando, intorno al volante di cui io ignoravo l’esistenza. Fino all’annuncio trionfale: “Ma questa macchina ha l’acceleratore automatico.”
Io ed Anna Katia rimanemmo perplessi.
Io guido quell’auto da 5 anni.
Dopo 3 anni e una operazione alle spalle già avevo scoperto che, trattandosi di una Citröen dalle mitiche sospensione, con una banale manovra, prima di scendere, alzando il piano della carrozzeria, diminuivo sensibilmente lo sforzo da fare sulle spalle.
E molti a dirmi: “ma come non ci hai pensato prima?!!”
Avevo quindi già una pulce nell’orecchio…
Devo aggiungere che, essendo io invalido e guidando l’auto con comandi manuali da molti anni soffrivo di dolori alle mani, specie nei lunghi viaggi dovuti alla tensione esercitata sull’acceleratore a mano.
La scoperta rischiava di essere davvero rivoluzionaria e migliorativa. In autostrada, era possibile programmare una velocità costante che l’auto mantenesse, senza necessità di pigiare l’acceleratore con vivo disagio alle mie mani.
Capì ancora una volta che la giovinezza, il puer aeternus aveva vinto la partita ed andava glorificato!
Potei solo ringraziare Massimo per il dono ricevuto.
Mi venne allora in mente la storia di un mio amico, coetaneo, medico romano, che mi raccontò di aver scoperto l’esistenza della funzione di aria condizionata della sua Mercedes, solo parecchi anni dopo, in occasione del giro di prova che un nuovo acquirente chiese di fare sulla sua auto.
Pare che abbia detto “ah, ma qui c’è anche l’aria condizionata!”
Ovviamente il dottore sbiancò in volto!
La prossima volta continuerò questo racconto e ne trarrò le più importanti e preziose conseguenza.
Grazie, caro Massimo!
A presto!

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