Francesco primo

Francesco d'Assisi

Avrei voluto cavalcare il momento. L’idea c’era. Appena eletto papa Francesco proporre quell’immagine di Francesco che ho nel cassetto da una quindicina d’anni.
Il tempo sembra che corra. Io mi fermo. È il mio modo di resistere alla vertigine del tempo. Potrei dire di essere stato poco bene ed è anche vero. Su più di un fronte.
Ma forse è la mia vocazione al NON-Fare che ha la meglio.
Soprattutto quando tutto sembra abbia voglia di farsi.
Dopo decenni in cui sembra che i nostri desideri restino così lontani dalla realtà.
Percepisco un’onda di desideri che sembrano avviarsi al compimento. Ma non è forse questo il destino dei desideri.
E comunque non sono più i miei desideri.

In pochi giorni un Papa nuovo, una forte scossa politica… per il momento siamo solo a presidenti di Camera e Senato… Improbabili, ma in modo differente da come avrei usato questo aggettivo fino a ieri… Attendiamo il presidente della Repubblica e il primo ministro.
E dire che ero felicemente arrivato ad una condizione in cui di tutto questo non me ne poteva importare di meno.
“Dico sul serio!” Come si ripete in modo inquietante nei film americani… Qualcuno mi dica di quale intercalare anglosassone questa frasetta è la traduzione… Irritante! “Dico sul serio!”.

Mi fa però un gran piacere che qualcuno partecipi e gioisca e tutto sommato non mi dispiace confondermi tra la folla e, discretamente, gioire anch’io.

Mi viene in mente una frase, forse il titolo di un cabaret d’altri tempi… Forse era Ombretta Colli, forse Lella Costa… “Scoppia la rivoluzione e non ho niente da mettermi!”
Dio mio, mi sento proprio così.
Frugo allora nei miei cassetti e pesco il capitolo di un libro che non riesce a decollare.
Malgrado questo testo abbia già visto la luce in sei puntate su una rivista specializzata.
Malgrado mi abbia dato le migliori soddisfazioni.
Ho svolto questo seminario che ha visto la luce in diverse scuole steineriane in Italia. Molti ne hanno un vivo ricordo.
Anch’io. Ma ormai son rassegnato, son fatto così. Non mi riesce di migliorarmi più di tanto.
Forse non lo voglio. 

Così tengo nel cassetto materiale pur di non lasciarlo andare in giro per il mondo. Mi apparirebbe una piccola morte.
Mi apparirebbe di perdere dei figli che è giusto che vadano per il mondo.

Si tratta giusto di un libro che parla di padri e di figli.
Apprendo mentre scrivo queste parole che Massimo Recalcati sta uscendo con un libro sullo stesso tema.
È inutile non ce la farò mai!
Per intanto, visto che Francesco va di moda, eccovi in anteprima, qualche estratto del capitolo che lo riguarda.
Così anch’io ho qualcosa da mettermi!

 

Francesco d’Assisi o… di un Giovanni non riconosciuto.

(3° Capitolo di “METAMORFOSI DELLA RELAZIONE PADRE/FIGLIO”)

Avviciniamoci a Francesco e cominciamo coll’evocare la sua nascita nella narrazione di Herman Hesse:

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Ora, nell’anno del Signore 1182 (o, secondo alcuni, 1181), avvenne che madonna Pica, ad Assisi, desse alla luce un bambino, mentre il suo consorte si trovava in viaggio in Franconia. La madre decise di imporre al bambino il nome di Giovanni. Il giorno in cui questo accadde entrò in casa un vecchio pellegrino, che nessuno conosceva; implorò di poter vedere il bambino lo prese tra le braccia, lo guardò teneramente commosso ed eruppe in un alto inno di lode, nel quale prediceva al neonato sorti grandi e magnifiche. Dopo di che il bambino fu battezzato in Duomo e ricevette il nome di Giovanni.

Quando però, qualche tempo dopo, il padre Bernardone tornò dal suo viaggio decise di chiamarlo Francesco, nome che conservò per sempre. Probabilmente glielo dette perché amava la Franconia e la natura francese. E Francesco, ancora in tenera età, imparò la lingua gallica, che avrebbe usato volentieri anche in seguito, soprattutto quando cantava con suo diletto.

(Hermann Hesse “Francesco d’Assisi”  Ed. Newton Compton)

[/quote] Apprendiamo da questa un particolare curioso: il nostro Francesco era in realtà un Giovanni e se questo di per sé può apparirci insignificante, non mi resta che ricordare che il padre con cui lo vedremo presto alle prese é un Pietro: Pietro di Bernardone. Da diversi anni raccolgo mentalmente immagini sulla polarità Pietro/Giovanni.
Mi appare una grande diade archetipica introdotta dal Cristianesimo. Le ultime parole dell’ultimo Vangelo (Giovanni, 21, 15) riguardano questo misterioso triangolo che viene a costituirsi tra il Risorto, Pietro e Giovanni.
La vicenda di Francesco ed il padre, che andremo a visitare andrebbe vista alla luce di quel triangolo. Andrebbe vista proprio come una vicenda tra Pietro e Giovanni.

Vi lascio a meditare su questo. Il racconto continua…

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