Il te’ filosofico di domenica 5 dicembre ha un paio di valenze particolarmente significative. Per prima cosa è l’incontro con un personaggio che riteniamo particolarmente interessante. Personalmente lo considero un ospite d’onore. In seconda istanza segna l’inizio di un nuovo tratto del nostro cammino, che darà la direzione al lavoro dei prossimi mesi: ci occuperemo delle relazioni personali, di coppia e della questione dell’educazione dei figli.
Per quanto riguarda il nostro ospite d’onore, Giorgio Nardone, anche qui indicherei due motivi che mi colpiscono particolarmente nella sua opera e nella sua biografia. Per prima cosa è un italiano che ha preso parte ad una delle avventure più avvincenti delle scienze umane: la scuola di Palo Alto, nata intorno alla mitica figura di Gregory Bateson (“Verso una ecologia della mente”). Il valore della scuola di Palo Alto non risiede soltanto nella sua innovativa ricerca scientifica e antropologica, ma anche nell’aver promosso la cultura della comunicazione relazionale non esclusivamente in chiave di marketing. Credo ci sia un grande bisogno di riflessione sulla relazione tra le attività di impresa economica e quelle di ricerca culturale. Gli esempi illuminanti sono davvero pochi. Io ne ho in mente due: l’IBM che con la Scuola di Palo Alto ha lasciato una traccia indelebile e, questa volta possiamo come italiani esserne orgogliosi, la Olivetti di Adriano Olivetti. Nei prossimi mesi abbiamo in progetto di invitare Geminello Alvi a parlarci proprio di questo. Nella Scuola di Palo Alto Giorgio Nardone ha avuto una parte importante firmando a quattro mani con Paul Watzlavick il libro fondamentale “L’arte del cambiamento” Questo libro è il manifesto di una esperienza particolarmente significativa: la sperimentazione della psicoterapia breve che ha felicemente avuto, in seguito, una grande risonanza. In quegli anni una psicoterapia di un settennio con diverse sedute settimanali era considerata normale. Malgrado Freud, pur vedendo pazienti quasi quotidianamente non abbia mai prolungato una cura più di qualche mese! Anche qui un esempio di lucida riflessione di un italiano, Elvio Fachinelli, pur da un punto di vista molto differente mi appare preziosa. Il libro di Giorgio Nardone che andiamo a presentare è infine emblematico e di grande utilità perché ciascuno di noi, non necessariamente una donna, possa avere spunti per il proprio lavoro interiore in direzione di una delle forme più attuali di “disagio della civiltà”: le difficoltà legate all’instabilità della coppia. Il libro, già piuttosto noto, titola eloquentemente “Gli errori delle donne (in amore)“, è edito da Ponte alle Grazie, un editore a noi particolarmente caro! Vi attendiamo come ogni domenica nella bella sala da te’ Maison du Mekong presso Cargo, Milano alle 11, per incontrare Giorgio Nardone, nostro ospite d’onore!
2 pensieri su “Un italiano alla scuola di Palo Alto. Tè filosofico del 5 dicembre 2010”
Salve,
esiste un programma con i diversi temi che si affronteranno ai Tè filosofici?
grazie
mas
Esisteva un calendario tematico fino a febbraio-marzo che prevede ora il tema della instabilità della coppia e della educazione dei figli.
Tema particolarmente di mia competenza mentre dei precedenti temi erano più competenti le mie due colleghe.
La difficoltà a pubblicare un calendario più dettagliato nasce, oltre che da un pò di spontaneismo tollerabile in una impresa, in fondo, ancora in sperimentazione, dalla difficoltà ad avere la disponibilità di alcuni autori di cui desideravamo la presenza.
Di Nardone, ad esempio, abbiamo avuto la data disponibile solo poche settimane fa avendoglielo chiesto ai primi di settembre.
Grazie dell’interesse