A volte ho l’impressione di dormire su una polveriera. Ah, “Vertigine del tempo!”
I fondamenti della cultura indo-europea di cui facciamo parte indicano un paio di cose che trovo sconvolgenti di cui, mi pare, pochi abbiano coscienza.
Se non coscienza almeno un vago sentore.
Viviamo negli stati europei in cui, in modo più o meno esplicito, la religione cristiana è considerata religione di stato.
Il documento fondamentale del Cristianesimo, il Vangelo di Giovanni, esordisce con una affermazione sbalorditiva, misteriosa. In principio era il Verbo. La Parola. Il Logos.
Potrebbe fin apparire affermazione provocatoria in una cultura in cui quando vogliamo “fare sul serio” esortiamo a “passare dalle parole ai fatti”.
Ma la Vertigine del tempo si fa ancora più densa se, Mistero per Mistero, risaliamo ancora più indietro nella visitazione delle nostre radici indoeuropee a scopriamo, nei Veda e nella Bhagavad Gita, l’Albero con le radici in cielo. E’ il misterioso principio che ogni uomo contiene in sé stesso. Ne ho già accennato qui.
Nel capitolo XV di Bhagavad-Gita leggiamo:
[quote align=”center” color=”#999999″]“Dicono che l’eterno asvattha ha le radici in alto e i rami in basso, le foglie sono gli inni ritmici dei Veda. L’albero con le radici in cielo ha rami fatti di versi poetici. La parola dei Veda.”
(trad. Raphael, ed. Ashram Vidya)[/quote]
Che curiosa cultura, la nostra! Anziché fingere di capirci qualcosa, a volte, è preferibile ciò che stamane vorrei offrirvi.
Qualche centimetro di sano, salutare stupore.
La parola è seme di qualcosa?
Ma allora esiste un albero delle parole?
La parola ha vita in sè ed è sorgente di vita?
Allora, forse, quando scriviamo, nell’esercizio della scrittura creativa, quando troviamo la vena e la parola circola come circola il sangue nell’organismo, quando lasciamo respirare la parola nel discorso o nel verso, forse compiamo il movimento oragnico descritto nella Bibbia e nei Veda.
Nelle Sacre Scritture.
Ebbene si, ormai son costretto a confessare questa eresia, questa perversione che abita presso di me praticamente da sempre.
Credo che ogni scrittura creativa, in qualche forma e in qualche modo, sia una Sacra Scrittura.
Ne trovo traccia anche nelle liste della spesa.
Ulteriori indizi dei concetti non immediati, contenuti in questa paginetta potete anche trovarli qui.
Ma se cercate, sulla rete, nella vostra biblioteca o semplicemente nel vostro cuore e nella vostra mente, trovate senz’altro molto altro. Forse l’essenziale!
L’immagine riprodotta è opera di Graham Sutherland
Un pensiero su “Scrittura creativa, Sacra Scrittura?”
Le piante sono la nostra vita, il nostro respiro. Compiono per vivere un'azione opposta alla nostra, raccogliendo acqua ed anidride carbonica e restituendoci ossigeno, mentre noi inspiriamo ossigeno, ne nutriamo le nostre cellule e rimandiamo anidride carbonica. Le piante.. a noi indissolubilmente legate e foriere di vita. Le nostre radici svettano incontro al cielo. Raccogliamo ispirazione, genio e li restituiamo nel nostro agire, che può essere anche una forma d'arte. Amo la scrittura. Anzi direi che per me è il miglior modo di esprimere ciò che ho dentro, di far partecipi gli altri del mio sentire. Il Logos creatore si è fatto carne e ci ha istituiti fratelli e figli di Dio, templi per contenerlo in itininere per poi recuperarne la somiglianza. Grazie Francesco di questo bel post.