Effettivamente la nave era quasi ferma, ma il capitano, affascinato dai meccanismi della sala motori, non si decideva a tornare alla cabina di comando.
L’equipaggio attendeva l’ordine di gettare l’àncora. Attendevano una sua decisione, ma lui…
Ipnotizzato nel sotterraneo della sala motori parlava incessantemente con la persona che davvero di motori qualcosa sapeva. Con Mariangela e anche con Giuseppe.
Non la smettevano di ricordare come due anni prima Mariangela avesse intercettato “il Professore”…. Chiamiamolo così, come lei ama chiamarlo… Chiamiamolo il “Comandante”. FFWolfango. Francesco come lui chiamava semplicemente se stesso.
Si erano incontrati sulla TimeLine di Twitter. Lei le disse che voleva lavorare per lui e con lui.
Il professore ha l’età di suo padre. Con le macchinette, con la telematica e l’informatica era decisamente “imbranato”.
Molto meglio di suo padre, diceva lei.
Lei, professore, non è poi male come sessantenne. Fa già molte cose con le macchinette!
Ma per quello, ci sono io, professore! Lei non deve perder tempo con quelle cose. Lei mi può mandare il testo anche scritto su carta. A matita. A penna. Dattiloscritto. Mi può mandare anche i “pizzini” come faccio anch’io.
Invece lui nella carta si perde. Dipende dalla videoscrittura.
Lei, comunque, professore, deve solo pensare a scrivere. E a star bene. In pace e in salute.
Il resto non è importante.
Dichiarazioni del genere gli amici, le famiglie, gli amanti o soci in affari ne fanno fin troppe.
Fin troppe parole. Storie su storie. Promesse e giuramenti.
Ma il fatto. Il fatto avvenne. Il professore in quei mesi aveva le ossa rotte. In salute ed affetti.
Si prese tre settimane di mare. Nell’isola di Cherso e Lussino. Il porto di mare più bello che finora avesse mai visitato.
E mentre era al mare. Mentre vagabondava per porti, per spiagge e mercati. Serate solitarie ma in riva ad un magico mare…. Dall’altre parte dell’Adriatico Mariangela lavorava. Nei dintorni di Rimini, abitava lì da qualche anno. Tesseva la tela del blog. C’era già stato il battesimo del nome: VERTIGINE DEL TEMPO.
Così l’ultima settimana di quelle vacanze, due anni fa, il professore, col cuore resettato dal sole e dal mare, ricevette uno dei doni più grandi che mai avesse ricevuto.
La tela del blog.
Brindarono da una sponda all’altra dell’Adriatico. Si beveva Mojto ad ogni paginetta!
Tutto era ben oltre le sue più rosee aspettative, ben oltre le capacità del professore.
La struttura grafica, informatica, telematica… Come si dice… Insomma la sue paginette avevano dimora nel Web 2.0.
Un blog l’aveva avuto anche lui, ma lo lasciava dormire. Solo l’avvento dei Social Network gli aveva un po’ scosso le ossa.
A un blog così non aveva mai pensato… E poi offerto dal cuore di una giovane. Con lei che lo sollecitava. Gli chiedeva, gli dava gli spunti.
Per un verso assolutamente devota, come tuttora. Per altro verso, come tuttora, lo comandava a bacchetta. Quando ci riusciva ovviamente.
Erano e sono due anarchici. Con qualche decennio di differenza, erano stati ragazzi molto simili. Forse il segreto era ed è che entrambi erano e sono ancora felicemente ragazzi. Non solo, ovviamente, ma anche.
Qualcuno ha sospettato una storia d’amore. Invece niente. Lui l’eterno disastro. Lei era ed è fidanzatissima. Felicemente. Con Giuseppe che ora sta entrando nella squadra con la produzione di video.
Ne vedremo di belle. E di tutto questo non si smetteva di parlare in sala motori.
E rievocavano un’ultima storia… Dopo basta con le storie. L’equipaggio, i passeggeri vogliono scendere bisogna ordinare l’attracco. La calata era quella giusta…
Il Capitano raccontava di quando aveva ricevuto la piattaforma del nuovo blog con quella immagine…
Bellissima. Ma lui si chiese cose c’entrasse con lui. Dove l’avesse trovata, lei non glielo disse mai. Ogni professione i suoi trucchi e segreti…. Lui del resto, non voleva sapere.
Sembrava qualcosa del Signore degli Anelli…
Lui che non lo aveva mai visto né letto… Che il fantasy proprio non lo sopportava.
Lì si giocava l’etica che lui professava.
Non sono quel che penso, che voglio, che dico di volere….
Sono quello che gli altri vedono e riconoscono in me.
Ne aveva già scritto e parlato. Il Battesimo sul Giordano. Se qualcuno, come lei, aveva visto quello… Quello poteva e doveva essere.
Così quell’immagine la trovate ancora oggi come testata del sito. Quell’immagine bella. Con lui che non capiva che cosa centrasse…
Ma che importano le storie che raccontiamo a noi stessi?
In fondo quei paesaggi, quel paesaggio immaginativo che lei aveva percepito leggendo…
Qualcosa del genere abitava nel suo pensare. E lui che non ci aveva mai pensato. Il pensatore!
Bene tiriamo avanti, professore. L’aspettiamo con Giuseppe per i video, un piccolo ebook in omaggio ai lettori è già pronto per settembre. I nuovi tavoli di scrittura a Milano, sempre a Milano, l’atelier artistico permanente. Salotto aperto settimanalmente a Milano. La news-letter….. Questo e altro. E’ tutto quasi pronto.
Adesso però Capitano, si tolga dai piedi, ordini l’approdo che ce ne andiamo tutti.
Anche lei, professore deve riposare. Domani parte per il mare. E’ due anni che non si prende un bagno di mare.
Lasci andare. Si fermi.
Ma qualche gran pensatore deve aver detto che il male, i disastri l’umanità li potrebbe evitare se sapesse fermarsi chiuso in un stanza qualche ora a pensare, prima di decidere..
In una stanza, professore! Non in sala motori!
Bella saggezza… Ma allora a che servirebbero gli psicanalisti e l’istanza dell’inconscio…. Che lavora d’estate giù in sala motori.
E, professore, non faccia come quell’altro Francesco, quel Rutelli con la sua Barbarella che d’estate, in valigia ci mette un libro al giorno per i giorni della villeggiatura. Lui è un politico!
Lasci a casa la testa e si svaghi…
Poi finisce come il Titanic…. O come quello della Costa Crociere….
Pare che né il capitano, né il professore, né tutti gli altri abbiano trovato argomenti per altre obbiezioni.
Si getti l’ancora! Dimoriamo nel porto.
Grazie di cuore a chi ci ha accompagnato fin qua….
Non faccia progetti, Professore, scriverà quando e come ci riesce.
Come sempre, del resto!
Come tutti.
Si fa quel che si riesce.
Buone vacanze, riposo, comunque buon attraversamento del deserto estivo e…
Attenti al Leone. Il sole d’agosto!
2 pensieri su “Psicologia dell’ormeggio”
Bene Comandante, giusto, si riposi e si goda le sue meritate vacanze , il mare l'attende ! Noi l'aspetteremo e se mai combatteremo strenue battaglie contro il leone d'agosto, con l'aiuto dei venti del Nord e.. di un buon frigo. Un caro abbraccio e ottime vacanze!