Esordisco, in questo inizio (ritardato) d’anno con una riflessione che almeno da un anno rimando.
Che cos’è la psico-NON-analisi?
Tutto potrebbe risalire al fatto che io sia stato un disadattato scolastico dalla più tenera eta. Dalla prima elementare (Dio sa se già dall’asilo…)
Han capito che ero uno di quei ragazzi che oggi chiamerebbero bambini-indaco e a cui, in America, somministrano il mitico Ritalin, farmaco molto discusso nella comunità medica mondiale. Qui trovate la controparte. Pare che Kurt Cobain, celebre voce dei Nirvana, uno delle ultime pop stars scomparso intorno ai 29 anni, prima di Amy winehouse, ne fosse uno dei primi consumatori. Prototipo di bimbo-indaco Ritalinizzato!
Tornando più banalmente a me, alla seconda bocciatura, in prima liceo, malgrado mio padre-medico non ci credesse affatto, mi affidarono alle cure di una psicanalista freudiana. Era una discepola di Musatti e non combinò quasi nulla.
Probabilmente mi insegnò a chiedermi a cosa stessi pensando. Non che consideri questo poca cosa. Non ho smesso ancor oggi di chiedermelo.
Come nelle tecniche meditative, come nella scienza, ci sono domande che non smettono di lavorare sotto-traccia. Una sorta di basso continuo che struttura i cardini per la nostra incessante produzione di risposte.
Oggi sarei tentato di dire che non so a cosa penso.
Credo che non lo sappia nessuno, ma la presunzione di saperlo costituisce una delle credenze più diffuse e immotivate. Uno dei tanti non-senso senza i quali rischieremmo di svegliarci ad una vita più degna di questo nome, ma…. attenti a non svegliare i bambini oppure, se preferite…. non svegliar il can che dorme.
Saggiamente, in modo se volete molto diverso, sia Rudolf Steiner, sia Jacques Lacan, ma molti altri nel secolo scorso, hanno visto come l’uomo sia anche pensato dal pensiero. Parlato dal linguaggio.
Certo, nessuno di questi frutti era per me a portata di mano. Né quando avevo 19 anni finita suddetta prima analisi, né circa 10 anni più tardi quanto, armato e corazzato di Freud, Lacan e struttaralismo, mi accinsi ad incontrare i primi pazienti.
Formazione che già nelle mie note biografiche ho definito improbabile quanto ogni altra cosa in quegli anni.
Felicemente la natura mi ha dotato di un pizzico di autoironia e di capacità di distacco.
Così mentre mi accingevo a partire per la crociata….
Si, ma…. come fece Francesco d’Assisi…
Forse non tutti sanno che anche Francesco si armò di tutto punto e partì per la Crociata di Puglia.
“… riprova a sfondare per realizzare le grandi cose a cui si sente chiamato. Si arruola per una spedizione nelle terre di Puglia; gli occhi del padre lo accarezzano fieri quando lo vede rivestito nella nuova armatura, gli amici delle feste lo salutano invidiosi. E finalmente riparte. Fa poca strada, fino a Spoleto e la sua avventura si infrange contro un sogno. Sogna un castello pieno d’armi: ma tutte quelle grandi cose a chi appartengono, al padrone o al servo? Nel sogno una voce: “Francesco, ritorna ad Assisi”. E’ la sconfitta e la resa più bruciante di quella di Collestrada perche senza le ferite della battaglia. Gli anni passano, il giovane e ormai uomo e le ferite le ha dentro, invisibili ma profonde. Lì restano solo i sentieri solitari per sfuggire I’ironia della gente, le battute delle ragazze, lo scherno degli amici. “
Se con ci credete controllate qui! ). Anche in Parsifal c’è il tema della partenza del principiante attrezzato in modo inadeguato!
(continua)
P.S. Non ero così bella, non ero nemmeno una bambina. Lasciatemi usare questa immagine per rappresentare l’anima del bambino, sfuggito al Ritalin, come alla strage degli innocenti! Ha sofferto diversi disturbi dell’attenzione compilando questo post di cui offre solo la prima puntata (decisione sofferta) ma… potrebbe essere che ce l’abbia fatta! Buon 2012 a tutti con questi begli occhioni!
Un pensiero su “Psico-NON-analisi 1”
ho più o meno la tua età e dico sempre a me stesso e agli altri che l'analisi è stato il grande "investimento" della mia vita.
dovevo liberarmi di parecchi "pesi" ed "impronte" della mia vicenda genitoriale. e poi c'era l'ingombro, per certi versi ancora maggiore, dell'essere nato nel 1948 ed avere avuto vent'anni nel 1968. checchè se ne pensi quella transizione storica fu tutt'altro che salutare e terapeutica: le ideologie dell'800 e del primo novecento si intracciavano con le nostre storie e molti non uscivano da quegli intrecci. solo i gad lerner (ce ne sono tanti e imperversano sulle televisioni statali e mediaset) sono diventati miliardari senza mai fare una auto critica decente sulla loro , tutto sommato, miserabile biografia personale.
un momento fondante, per me , fu la lettura dell' INTERPRETAZIONE DEI SOGNI di Freud (scritto nel 1899, più o meno in contemporanea con la Recherche di Proust).
ma dal punto di vista METODOLOGICO (intendo un metodo per trattare degli eventi psichici furono queste parole contenute in un aureo e insuperato testo di silvia montefoschi. ne ho parlato qui:
http://paolodel1948.com/2008/10/26/paolo-conte-in-bella-di-giorno-da-psiche-e-lintersoggettivita-in-silvia-montefoschi/
il seguito è stato su altre strade. e tutti i momenti di "svolta" sono incastonati nella mia memoria e contenuti in tanti appunti
il caso produce gli incontri fondamamentali. ma poi è importante coglierli e, io dico, segnarli su un foglio. insomma : lasciar tracce
ma avremo modo di parlarne anche faccia a faccia quando ci incontreremo ancora
per il momento: buon racconto
un caro saluto
paolo ferrario
di como e coatesa