Oggi guardavo con compassione la mia biblioteca.
Ma forse sarebbe più corretto dire che guardavo me stesso con compassione rispecchiandomi in lei. Attraverso il dorso di quei libri.
Per quanto contraddittorio mi appaia questo rapporto, evidentemente, funziona ancora.
Come uno specchio immobile.
Ma non è questo il Suo compito?
Molte cose sembrano non cambiare.
Sicuramente le scrivanie cambiano.
Infatti le mie non le trovo mai dove suppongo di averle lasciate.
Dove suppongo che siano.
Supposizione ricavata da esperienze passate.
A volte ho costruito scrivanie solo immaginate o immaginarie.
Ben poco militate.
È che, spesso, i giochi cambiano tavolo.
Si inventano nuove regole.
E, sempre, ci troviamo a giocare prima di averle scoperte.
Ci sono scrivanie, tavoli, banchi.
A volte, oltre a cambiar tavolo, il gioco fa saltare il banco.
Curioso notare che il banco, non solo può essere collocato tra i monasteri medievali e le classi scolastiche (dico “scolastiche”, come quella certa filosofia, ogni termine linguistico sottende una certa filosofia…), le classi ancora attuali di scuola statale…
Ma banco è anche, lo scopriamo in un sobbalzo, il referente economico del gioco.
Per cambiare le fiches, per incassare le vincite troviamo sorprendentemente un banco anche lì.
A volte i banchi saltano e occorre cambiare gioco.
Al femminile, il banco diviene poi la Banca.
Ma qui la mia pietà mi impone di fermarmi.
Sarebbero troppo facili i giochi di parole. Non sparo sulle ambulanze!
I giochi linguistici diventerebbero giochi di parole scadenti.
Saltano quindi i banchi. I tavoli. Le scrivanie.
Occorre un occhio allenato alla vita per riconoscere i nuovi tavoli, banchi, scrivanie. Dove se ne presentano.
Dove si aprono nuove possibilità da sorprendere e usare.
Occorre a volte “giocare in contro-piede”!
In quanto colui che parla al vento e scrive sulle nuvole, me ne sono occupato varie volte.
A proposito della casa dei libri addormentati alle scrivanie in cielo e per terra.
Spero che quello annunciato la settimana scorsa, l’evento di domenica prossima, la Bottega della parola usata presso il II Festival della Letteratura a Milano, possa essere uno di questi.
L’ho inventato per questo. Così spero di trovarlo.
NB: le foto pubblicate sono opera di Laura Novel, già presente in altre paginette. La ringrazio di cuore e attendo sue nuove incursioni nel mio studio, sulle mie scrivanie, tavoli da cucina, scrittura…. Grazie Laura!