So che tra l’amor cortese e le affinità elettive ci sono gli estremi di una riflessione indispensabile.
Provo a riformularne i termini senza pretendere di pervenire, per ora, a nessuna conclusione.
Cerchiamo nell’altro della coppia qualcosa che ci manca e qualcosa che ci completi.
Cerchiamo l’altra metà dell’Androgino di cui parla Platone. L’altra metà del cielo.
A partire dall’Amor Cortese in cui si ridefinisce l’idea dell’amore (insieme alle lingue e agli stati nazionali europei) la relazione di coppia è una relazione di complementarietà.
Damine e Cavalieri! Osservando il disordine amoroso, l’instabilità di coppia tipica dei nostri giorni, vien da pensare che non solo la complementarietà ma anche la similarità dei partners sia un altro motore altrettanto importante. La complicità nell’appassionata unilateralità.
Coppie di complementari quindi, ma anche Amori tra simili.
Particolarmente suggestiva la descrizione del passaggio dall’una all’altra fase con memorabili, catastrofiche conseguenze, nel romanzo di Goethe “Le affinità elettive”.
In questo incredibile romanzo alchemico due coppie complementari si sciolgono e si ricompongono non più secondo il principio di complementarietà ma secondo quello di similitudine.
La differenza tra questi due principi è la stessa che distingue la medicina omeopatica da quella allopatica.
I tratti del carattere vanno compensati oppure le inclinazioni, per quanto unilaterali e squilibranti possano apparire, contengono una cifra preziosa per accedere al mistero prezioso del carattere. Del mistero individuale.
Edoardo, nelle “Affinità elettive”, a stento riusciva a suonare a tempo. Duettando col lui, la consorte complementare, Carlotta, faceva una gran fatica a “contenerlo” nelle misure.
Ottilia invece si sprofonderà nelle sue dilatazioni del senso del ritmo fino a…. fino alla perdizione, forse. La stessa perdizione della Margherita faustiana. Ma possiamo pensare anche alla Ofelia amletica.
In tale perdizione però, allo sguardo di Goethe, si nasconde un mistero.
Mistero che gli amanti di Goethe, i coraggiosi lettori delle “Affinità elettiva” conoscono.
Per gli altri, sarò lieto di accennarne nel prossimo post su questo argomento. Nella mia prossima paginetta!
Un pensiero su “Amor Cortese e/o Affinità elettive (questioni di coppia 2)”
“Complicità nell’appassionata unilateralità…”credo che questo cerchiamo veramente.Per lo meno non allo stato cosciente, ritengo impossibile essere attratti dalla similarità del’altro/a,nelle prime fasi che caratterizzano il nascere di un amore.Siamo colpiti da un qualcosa che ci attrae …ma solo in un secondo momento ( e non è detto…)potremo accorgerci di un fattore similare: caso contrario,sarebbe come innamorarsi di una parte di sè.Assurdo,inutile.L’amore ci apre orizzonti nuovi,necessariamente “diversi”,ci attrae proprio questa estraneità…che probabilmente troveremo poi tanto gradevole da desiderare che rispecchi anche un pò di noi:Grazie per la….pazienza.Un caro saluto.Adele Cusanelli