Un discreto monumento alla mia modesta persona.

Un discreto monumento alla mia modesta persona. Così mi appare questo sito nel momento dell’inaugurazione. Francamente non me l’aspettavo. Se ancora non è arrivato, sicuramente sta arrivando. Forse lo avrei pensato prima. Quando non sapevo di non essere in grado di sostenerlo. Un monumento, se pur discreto, ha il suo peso. Sicuramente, acquisita questa consapevolezza, lo avrei immaginato dopo. Siamo alle solite. Ah, Vertiginedeltempo! #Sappiatelo: per me è una interiezione frequente. Almeno quotidiana. Se accade ora non è solo per qualcosa che io abbia deciso o determinato. Arriva adesso perché altri, nei modi più diversi, lo hanno determinato. Fosse stato per me…. Alla fine è davvero bello arrendersi a questa evidenza. Siamo fatti d’altro. Siamo altro da ciò che pensiamo.

Siamo determinati dall’incontro con l’altro. L’ immagine di noi stessi più fedele di cui possiamo disporre è sicuramente quella che attingiamo chinandoci sullo sguardo dell’altro. Lo specchio di Narciso è l’occhio dell’altro. Non il nostro occhio che mai potrà percepirci. Gli organi di senso son tutti rivolti all’esterno. Ma tornando al monumentino in cui mi trovo eretto, tornando a lui, tornando a quel legno (spero non a quel marmo) la prima cosa che mi vien da pensare è quel verso di Dante, poeta che pur non frequento…. Io non so ben ridir com’io v’entrai tanto ero pieno di sonno a quel punto Ma quel punto lo ricordo comunque. Sfuma tutto il resto. Sfuma nelle nebbie del sogno il percorso da quel punto in poi. E i punti importanti sono sempre punti apparentemente accidentali.

Era la metà degli anni 90 e per caso mi trovavo in riva al mare a Cesenatico. Erano i primi di settembre, accompagnavo la mia prima moglie ad un convegno di insegnanti cui non partecipavo. Riflettendo, in uno di quei posti davanti al mare, pensai con determinazione che mi importava davvero poco di attingere e incrementare titoli accademici o professionali. Segni di promozione. In vita mia sono stato così frequentemente bocciato che cominciva ad apparirmi questo il più caratteristico, significativo nella mia biografia. Volevo invece sviluppare silenziosamente il mio pensare e incontrare gli altro su questo fronte. Sul fronte delle mie idee. Del mio pensare e sentire. La volontà era quella di scrivere. Linea di minor resistenza. La più ovvia. Da allora cerco essere al mio posto nell’esercizio di questa militanza. Sono venuti articoli, piccoli saggi. Frequentazione di MailingList. Io chiamo tutto questo semplicemente paginette. Per rilegar paginette Max (Massimo Pittella) mi ha creato il blog “nellacurvadeltempo”. Non è più on-line. Ma stiamo salvando il meglio su questa arca di Noè. Poi, dopo un anno di silenzio, ho scoperto il web 2.0 La militanza in FaceBook, l’amicizia con Baldo, Paolo e il libro “Angelica-mente”. Le sorelline Laura e Clary. Infine, la svolta che mi ha condotto qui. La comunicazione in Twitter, soffusa, laconica, ma sublime. È lei che mi ha spinto in una “vertiginedeltempo“che covavo da anni passeggiando per Milano. E, guarda caso, i contatti più significativi, inizialmente, vennero proprio dai dintorni di Cesenatico, la Romagna, il luogo del primo proposito.

L’incontro su Twitter con Mariangela Lecci e diversi altri sguardi. Mi son lasciato guardare, mi son rispecchiato in loro. Hanno avuto un ruolo determinante per giungere qui. Ma qui dove? Ai piedi di questo “stupa” intorno a cui passeggio biascicando preghiere inventate. C’è un grande cedro qui ad Erba. In un giardino da cui contemplo due piccoli laghi. Questo cedro che ho trovato. Gli uccellini di Twitter venivano qui a cinguettare. A fare twitt-twitt. Che strano. Scoprire un albero secolare richiamato da piccoli uccelli, giovani, che vi cinguettano sopra. La natura è piena di misteri. Io ne sono devoto ma, in fatto di misteri, non pretendo di saperla lunga. Altrimenti che misteri sono? Del cedro, che ho eletto a mio stupa, posso solo pubblicare una foto. Posso tutt’al più concludere ricordando un altro poeta che invece frequento con assiduità. Il Rilke dei “Sonetti ad Orfeo” che bisbigliano: Lì si levò un albero. Oh, puro sovrastare! Orfeo canta! Grandezza dell’albero in ascolto! E tutto tacque. Ma proprio in quell tacere Avvenne un nuovo inizio, cenno e mutamento. R.M.Rilke, Primo Sonetto a Orfeo (trad. F.Rella) E ancora. Lo so che di quanto oggi ho scritto non tutto è chiaro. Ma per questo c’è tempo, io spero. Se continuerete a leggermi capiremo insieme. Sempre meglio. Son certo!

4 pensieri su “Un discreto monumento alla mia modesta persona.

  1. Egregio dottor Pazienza, trovo bellissimo questo concetto che lei ha espresso qui sopra nelle frasi “Siamo determinati dall’incontro con l’altro”, “Lo specchio di Narciso è l’occhio dell’altro”… A volte sento che è vero, ma altre volte, io per prima dentro di me, leggo solo indifferenza. Provo una grande fatica di vivere… a volte… Grazie per l’attenzione. 🙂
    Lucilla

    1. Gentile signora, questo concetto, a mio vedere, è uno dei più importanti messaggi del dettato evangelico (ne parlo per la prima volta nella mia pagina sul Battesimo su Giordano http://bit.ly/idwTow. Scusi l’auto-citazione ma è solo per spiegarmi meglio.
      Essendo il messaggio evangelico qualcosa di ancor molto lontano dall’essere “assimilato” dalla mentalità umana pur 2000 anni dopo (questo almeno io penso) non deve stupire il fatto che si conquisti con fatica e con inevitabili oscillazioni d’animo.
      Quale insegnante ha il coraggio di pensare sempre che se gli studenti non capiscono è perché lui ha sbagliato qualcosa?
      Grazie dell’attenzione!

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