Halloween, la psicanalisi e i doni

L’occasione di trascorrer qualche altra ora a letto con un po’ di influenza mi permette di capire che, tra i miei amici su Facebook, prevale il sentimento di fastidio per la ricorrenza della festa di Halloween che, come il nome testimonia, abbiamo importato dagli Stati Uniti.
Nella mia memoria il rituale di “dolcetto o scherzetto” e la suggestiva zucca intagliata quasi come una tragica maschera greca, è arrivato insieme alla lettura dei Peanuts. Ci abbiamo messo del tempo, noi lettori italiani, a capire di cosa si trattasse.
Una sola tra le persone in corrispondenza con me mi ha chiesto di parlare di Halloween.
Essendo questa tra le più giovani, ma soprattutto tra le più care, mi son svegliato stamane con l’intenzione di parlarne.
Mi colloco tra le due parti. Credo che ogni festa, se attecchisce nella sensibilita umana, pur promossa dal marketing, abbia un suo senso.
Forse questa usanza ha un carattere meno tetro di quella che ai tempi della mia giovinezza (ma ancor oggi per molti) costituisce l’abitudine (per me imbarazzante). Comprar crisantemi e, quasi in processione con migliaia di individui, incamminarsi verso un cimitero.
Ai miei defunti penso quasi quotidianamente. Non vedo la necessità di ingorgare il traffico stradale. E’ già la stagione a suggerire pensieri di morte.
Invece la curiosità mi porterebbe a partecipare ad una festa di Halloween all’americana. Giusto per provare!
Ma nessuno mi ha mai invitato! Magari l’anno prossimo qualche affezionato lettore ci penserà!
Per il momento mi basta custodire un ricordo prezioso. E’ questo il vero cuore di questa paginetta.
Anni fa, conversando con un siciliano, ho saputo che in Sicilia vige la credenza che i defunti, nella notte portino doni ai bambini.
Prima di s.Lucia, di Natale, Gesù Bambino, Babbo Natale, St. Klaus a Capodanno in Grecia, la Befana all’Epifania… i doni arriverebbero dal regno dei morti!

I MORTI PORTAN DONI?
Trovo questa versione, decisamente suggestiva.
Vige nelle nostre società (e ormai se ne accorgono in molti) un grande meccanismo di rimozione della morte.
Io credo invece, l’ho già detto, che le tracce dei defunti ci accompagnino tutto l’anno. Che la morte, insieme alla volontà di vivere, insieme all’Eros e a un sacco di altre cose, accompagni egualmente ogni nostro passo.
Potremmo, da adulti, chiederci, quali doni abbiamo ricevuto dai morti. Quanti continuiamo a riceverne tutto l’anno, specie se ne cusdiodiamo la memoria. Senza ossessioni o ritualismi. Solo sana memoria.
Ci potrà allora far piacere far delicatamente intuire ai nostri figli che anche dal regno dei morti arrivano doni.
Prima però dovremmo capirlo ed accettarlo noi stessi.
Aprire qualche varco in questa gigantesca rimozione.
Forse allora anche la festa di Halloween non ci apparirà solo una americanata.
Rivedevo in queste ore lo sceneggiato televisivo inspirato all’Odissea. L’ho trovato sorprendente! Verrebbe da pensare che l’Odissea sia un libro solo per adulti! Ma di questo riparlerò.
Vi lascio solo una traccia di riflessione.
Perchè quando Ulisse lascia la maga Circe, questa gli indica la necessità di visitare il regno dei morti per poter giungere finalmente a casa?
Cosa significa questa indicazione, scolpita nel basamento marmoreo della nostra cultura? Ha qualche attinenza con ciò di cui sto parlando?
Cercando una immagine di zucca per accompagnare queste parole scopro altre tracce della origine (o almeno risonanza) mediterranea di questo discorso.
Ringrazio gli amici di Orsara di Puglia di cui condivido volentieri immagini e pensieri.

2 pensieri su “Halloween, la psicanalisi e i doni

  1. bei pensieri…troppe cose da dire sui morti e sulle loro presenze. il nostro paese, e credo anche gli altri, sono piene di belle tradizioni sul rapporto con i morti…e la zucca con la candela, senza faccia satanica, è un'usanza anche del centro italia…io l'ho provata…. scalda la casa in modo insolito.
    mi permetto una condivisione, a proposito di morti, il racconto di natale di Giovannino Guareschi "La favola di Natale" …dove i morti arrivano proprio a natale e si lascia il pane per loro così poi rimarrà buono per tutto l'anno! (in "Racconti di Natale" ed. Einaudi)
    buon tutto
    marta

    1. Grazie Marta
      accolgo volentieri il tuo riferimento a questa figura importante e poco localizzabile di Giovannino Guareschi.
      Pensa che, insieme a Giovanni Papini, è stato uno degli autori preferiti da mio padre.
      Lui che mi ha tormentato tutta la vita per il mio disadattamento scolastico!
      Solo dopo la sua morte ho scoperto quanto sia Papini che Guareschi avessero assunto posizione radicali, polemiche ed anarchiche contro l’istituzione scolastica.
      Felicemente anche mio padre doveva avere quel doppio fondo che chiamiamo oggi comunemente l’ INCONSCIO!

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