Se hai fretta, rallenta.

Se hai fretta rallenta

L’ho imparato a scuola. Quel luogo orribile in cui tutti sbraitano.
In cui gli insegnanti sono cronicamente rauchi.
Ho imparato lì che esiste un solo modo per indurre, nella misura del possibile, gli studenti all’ascolto. Sempre che di ascoltare abbiano voglia. Dipende anche da quello che dici.
Non dipende idealisticamente da quello che pensi di essere.
Chissà se davvero lo sei.
Dipende solo da quello che loro riconoscono in te.

In ogni caso è inutile alzare la voce. Loro sono molti, tu sei solo. E soprattutto hanno così tanta energia che a noi possono suscitare solo l’invidia. Inquietante la loro eccedenza mentre a te mancan le forze.

Comunque l’unico modo che ho trovato per indurre l’ascolto è quello di abbassare la voce mentre altri la alzano.

Non garantisco alcun risultato perché le cose sono infinitamente complesse. E’ questa la cosa che non ti dicono a scuola. Va bene il metodo di Cartesio, il partir dalle cose semplici, ma a volte le cose semplici si nascondono alla sguardo.
Le cose semplici son le più difficili da trovare.
Alla complessità non la si dà a bere. Il post-moderno l’ha scelta come il suo stile. Ma per tante cose è così da sempre.
E tutto questo non la insegnano a scuola.
Bisogna essere piuttosto bravi per insegnare ciò che non ti hanno insegnato. Occorre quanto meno scoprirlo da soli. E siamo solo a metà dell’opera.

Ma, a volte, se abbassi la voce, per quella piccola parte in cui di ascoltarti hanno voglia, succede che l’abbassino anche loro. Qualcuno sgomita all’altro “zitto, fammi sentire”.
Una specie di procedimento omeopatico. Qualche volta funziona. L’omeopatia funziona molto bene per i sani. E non è un modo di sminuirla.

Nessuno è completamente sano, difficile pensarlo completamente malato. Puoi scegliere di rinforzare la parte sana o di aggredire quella malata.
Un antico adagio, parte integrante del giuramento di Ippocrate, recita “primum non nocere” Innanzi tutto non nuocere.

Così ho imparato la versione estesa di questo possibile teorema. Di questa funzione revertita.
Quando ho fretta, sono in ritardo, come tutti gli esseri umani, sento l’ansia che monta… c’è un’unica cosa che io possa fare. Rallento!
Allora prendo meglio coscienza del tempo, della complessità del presente. Forse posso usare meglio le mie forze.
Ovviamente non sempre funziona.
Qualche volta si può provare.

 

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