Caro Carmelo Caruso
La nostra amicizia (da me richiesta e da te accordata su FB) non nasce da una frequentazione reale. Nasce dal mio riconoscimento del valore di quanto scrivi.
Ti ho incontrato sulle pagine di Panorama negli ultimi mesi.
Mi sono abbonato a Panorama anche se in passato non sono stato il lettore tipico di questa rivista.
L’ho trovata ricca di una buona tradizione giornalistica ma anche di una certa freschezza.
Per un caso fortuito il mio abbonamento (che avevo scelto consapevolmente non-rinnovabile) è scaduto col numero in cui Maurizio Belpietro annunciava di essere il nuovo direttore, oltre che proprietario della testata.
Panorama è stata una testata tradizionalmente moderata.
Ricordo ora, mentre scrivo, che la mia prima psicanalista l’aveva indicata come interessante novità all’adolescente che ero a metà degli anni 60.
Io moderato lo sono diventato solo nei dintorni dei miei 60 anni.
Dicono che con l’età si diventi moderati.
Di fatto però oggi ci ritroviamo Panorama con proprietà e direzione decisamente di Destra.
Per quanto le categorie idealiste di Destra e Sinistra siano ancora utili ad orientarci in una realtà che si enuncia in modo così sfacciatamente pragmatista. Ma questo non è necessariamente un male.
Oltre che a salutarti e ringraziarti ti chiedo (prendila come vuoi, sei ben capace di diversi registri dell’arguzia e dell’ironia), ti chiedo semplicemente…
Tu nei panni miei che faresti?
Cosa mi consigli?
Rinnovo o no l’abbonamento?
Per un verso sono curioso.
Per far capire ai lettori che non ti conoscano il perché del mio interesse e della mia considerazione, con gesto gentilmente piratesco (una mia paziente sognò di un pirata gentile) offro la fotografia del tuo articolo che ho preferito.
Parlo di “gentile pirateria” perché sto infrangendo il copyright della rivista. Non me ne vorranno!
Quando ho letto il tuo scritto ho tirato un respiro di sollievo e mi sono detto: ecco perché io non firmo mai gli appelli di nessun tipo! La penso anch’io così ma tu me l’hai spiegato meglio.
Ecco, credo che questo sia il dovere del giornalista.
Tutto al contrario di quelli di cui parla Enzo Jannacci.
Quelli che ti spiegano le tue idee senza fartele capire!
Un ultima cosa vorrei condividere con te.
La tua rubrica prendeva spunto, di volta in volta, da una parola chiave che risultava d’attualità in quella settimana.
Questo mi ha ricordato che quando sono stato giovane, tra gli anni 70 e i primi anni 80, anch’io ho scritto su una rivista che apparteneva alla categoria “di stampa alternativa”. Tenevo una rubrica intitolata “La bottega della parola usata”. Ne faccio memoria tre decenni dopo in questa pagina.
“La bottega della parola usata” al II Festival Letteratura di Milano
La bottega della parola usata tu l’hai creata molto meglio di me e su una rivista di tutt’altro prestigio!
Bravo e grazie! Le idee e i sentimenti chiedono di essere nutriti negli anni da persone diverse.
Vedi, non sono un “ottimista” ma questa è l’unica cosa che mi dà fiducia nel futuro.
Il fatto che ci siano persone giovani così dotate e con entusiasmo, iniziativa e… lasciami usare un termine desueto: voglia di lavorare! Per me resta una categoria fondante anche nell’epoca del reclamato reddito di cittadinanza.
Non sei il solo. Lasciando progressivamente le funzioni che ho esercitato mi sono sentito sempre tranquillo di fare largo ai giovani!
Ci sono giovani migliori di me e di quelli della mia età.
Per non restar nel vago, leggo tutte le mattine Good Morning Italia. Una iniziativa che non perdo mai occasione di promuovere. E’ fatta da persone della tua età.
Leggo con piacere L’inkiesta. Altri tuoi coetanei. E non solo questi.
Non sempre sono d’accordo con quello che leggo ma il giornalismo non serve a confermarci nelle nostre idee (che magari nemmeno capiamo fino in fondo) ma per svegliare il pensiero. Nella misura del possibile, uno nostro, autonomo.
Ho lavorato nella pedagogia steineriana il cui si indica che è l’antipatia che sveglia il pensiero. La simpatia ci fa innamorare magari senza pensare.
Questo mi aspetto dal giornalismo!
Attendo indicazioni sulla prosecuzione del tuo lavoro che, sono certo, non tarderà.
In bocca al lupo e grazie!
A mo’ di bibliografia…