Domenica concludiamo con una libera conversazione guidata il primo tratto del nostro cammino. Quello che dall’equinozio d’autunno ci sta portando verso il solstizio d’inverno. Seguirà poi l’incontro con il prof. Nardone che dovrebbe introdurci al nuovo tema delle relazioni interpersonali che si articolerà chissà come nel nostro cammino! Cercavo di indicare la settimana scorsa il cammino che si è dipanato in modo inaspettatamente consequenziale. Forse semplicemente perchè abbiamo camminato. Camminando da qualche parte si arriva e il senso si tesse nel racconto.
Camminando si arriva sempre a casa, suggeriva il finale del video proposto. Domenica scorsa, tra le tante cose suggestive che Italo Bertolaso ci ha proposto ne ricordo una. L’immagine secondo cui il camminare è una forma del disimparare. Il camminare purifica la conoscenza. La porta giù dalla testa ai piedi. Una delle prime riflessioni sui nostri incontri parlava del sostenere contemporaneamente due punti di vista contrapposti. Questo ne è un altro bell’esempio. Per un verso il camminare, nell’esercizio peripatetico, è una vecchia conoscenza degli albori del cammino filosofico. Passeggiare conversando, dialogando, per studiare, per imparare. Per altro verso il camminare per dimenticare. Per disimparare. È Platone stesso che nel Simposio, sistema le cose, indicando che lo studio prenda le mosse dal disimparare quanto si è appreso in un primo tempo. La vera conoscenza è invece quello che ciascuno cerca di fare riemergere dalla dimenticanza delle cose apprese. Italo indicava anche è nel viaggio che emerge chi veramente si è. E lo ricollegava all’eterno mito della fuga da casa dei ragazzini. Ci ha raccontato che la fuga da casa nel ragazzino in altre culture è stata riconosciuta come una vera e propria vocazione sciamanica. Mi si è affacciato alla memoria allora un verso del mio caro amico poeta Carmelo Pistillo. Gli rubo il verso per il titolo e dopo tale furto, che gli segnalerò con piacere, sono certo che diventerà dei nostri. Il verso recita: “Questa è l’altura da cui si dipana il bacio dei ragazzi scappati di casa“. Italo Bertolaso, autore di libri sul viaggiare, ci ha consegnato anche una bella immagine che porrei in sequenza alle precedenti citate. Il corpo come casa dell’uomo, il linguaggio come casa dell’essere, il libro come casa da costruire e, aggiunge Italo, evocando la figura di Giangiacomo Feltrinelli, il libro è un bambino da accompagnare e che può essere adottato. Invitandovi alla prossima conversazione finale di domenica 21 alle 11 presso la Maison du Mekong in Cargo a Milano, via Meucci 39, concludo con la citazione iniziale che Italo ci ha offerto. È presa da Herringel e il suo “Lo zen e il tiro con l’arco”. “L’essenziale avviene quando non si pensa“. Aggiungo io: ecco la sfida, il paradosso, dei nostri te’ filosofici!
Un pensiero su “Il bacio dei ragazzi scappati di casa (tè filosofico del 21 novembre)”
L’essenziale avviene quando non si pensa… perchè pensare diluisce l’azione, la ritarda, la infiacchisce se i pensieri son sbagliati. Quanta grazia in questa sua riflessione! Di quanto mi ha alleggerito leggerLa! Fortunata io ad averla conosciuta!