Amiche/i ho trascorso una settimana orribile. Quella sigla che paventavo persino chiamare col suo nome (COVID) è venuta a visitarmi. Sono stato a letto una settimana incapace di fare nient’altro che esercitare la Tolleranza del Dolore. Siamo qui per questo, no?!
Chi mi conosce sa quanto io ami i Paradossi. Li ho abitati. Qualche volta persino incarnati…
Così negli anni ho terrorizzato i benpensanti Antroposofi dichiarandomi un Antroposofo che non crede in Dio.
Ho visto nella medicina antroposofica una sorta di “comportamentismo sublime“. Ricevendo l’assenso di diversi medici.
Ho esercitato il “pragmatismo sublime “come in fondo Looke e Barkley si sono approssimati a questa nozione.
Oggi compio un altro giro di vite proponendo una sorta di “Nichilismo sublime“.
Vi proporrò l’ascolto di due brani musicali, di due canzonette, che apparirebbero in tutto e per tutto distanti anni luce.
Ho sempre resistito a vedere le opere d’arte come “Messaggi in bottiglia”.
In questo caso faccio una eccezione dichiarando che i due brani sono accomunati dallo stesso “Nichilismo sublime”.
Dubito che qualcuno di voi riesca ad esercitare con equanimità l’amore di per una piuttosto che l’altra. Due estetiche assolutamente polari.
Leonard Cohen che ha spesso dichiarato di non aver mai indossato un paio di jeans… si sarebbe sentito a disagio. Era figlio di un sarto e di una insegnante di pianoforte. Verrebbe da dire che per tutta la vita, ma segnatamente negli ultimi anni, fosse vestito di abiti confezionati dal padre.
Dall’altra parte una figura che si presenta eloquentemente da sola: Robert Smith frontman di The Cure.
No, non la cura di Battiato che ho sempre ascoltato con diffidenza, La cura “The cure” come rimedio all’inconveniente di essere nati.
Ascoltiamoli entrambi in sequenza poi farò alcune considerazioni e spero che ne aggiungiate altre anche voi. Come recentemente cortesemente sollecitato!
Della prima potete godere di sottotitoli in italiano.
Della seconda, se attivate i sottotitoli nelle parti cantate, potete leggere il testo in inglese. Un inglese facile facile, lo comprendo quasi io ma di cui comunque rendo disponibile traduzione in italiano. PS : ho visto che da youtube potete avere anche i sottotiloli in italiano. Godiamoci questa ENDSONG!
Nothing
Canto finale
Sono fuori, al buio, a fissare la luna rosso sangue
Ricordando le speranze e i sogni che avevo, tutto quello che dovevo fare
Mi chiedevo cosa fosse successo a quel ragazzo in un mondo che chiamava suo
Sì, sono fuori al buio e mi chiedo come ho fatto a essere così vecchio
Ed è tutto finito, è tutto finito
Guardo tutti quelli che ho amato e mi sembra tutto sbagliato
È tutto finito, è tutto finito, è tutto finito
Nessuna speranza, nessun sogno, nessun amore
E non appartengo
Non appartengo più a questo posto
È tutto finito, è tutto finito
Mi perderò nel tempo, e non ci vorrà molto
È tutto finito, è tutto finito, è tutto finito
Rimasto solo con niente, alla fine di ogni canzone
Rimasto solo con niente, alla fine di ogni canzone
Rimasto solo senza niente
Niente
Niente
Niente
Vi avevo promesso altre considerazioni ma, rileggendo la pagina, come faccio sempre ho valutato di omettere ogni ulteriore considerazione.
La figura di Robert Smith riesce sempre a commuovermi!
Che altro aggiungere… sono talmente eloquenti la sua maschera che rasenta il clown
e le espressioni del suo volto-maschera mentre canta quelle parola!
Alzi la mano chi sia riuscito ad ascoltarli entrambi con l’equanimità che invocavo! Spero arrivi qualche mano alzata con i commenti! Ci conto, sarebbe davvero utile per me. Grazie!
PS Ogni volta che propongo qualcosa a qualcuno subito vado a rileggere il post e i video e ascolti immaginando come il lettore li potrà percepire. Cerco di guardarli con ‘l immagine dei organi degli altri. Orecchie, occhi, turbamenti emotivi. E spesso come sto facendo, inserisco qualcosa in più o correzioni.
PPS Questa sera ho fatto così scrivendovi queste parole.
Mi sono soffermato sui movimenti, le posture del Bassista già di per sè personaggio teatrale.
Il basso inizialmente poggiato sulla fronte con la tastiera in cielo non scivola, come di solito all’altezza dei genitali. La tastiera diventerebbe il suo fallo. Un fallo celeste Come fallica la paletta della chitarra di Robert Smith.
Il basso scivola più in basso a metà della coscia.Scende negli inferi.
Qualcuno dice che così in alto così in basso.
Siamo privi della protezione degli angeli custodi Appaiono solo ai bambini ed ai vecchi come Cohen.
Ma Robert Smith tocca il fondo della solitudine e comincia ad invocare gli angeli che dovrebbero arrivare tra una decina di anni!
6 pensieri su “PARADOXA”
anche se Cohen bravo, no al “cupio dissolvi”.
Cara Rossana, io non ho difficoltà ad accettare la tua resistenza al “cupio dissolvi” che invece mi è prossima ed è bene espressa da Leonard Cohen. Penso che tu possa accettare il mio approccio. Io non faccio nulla per convincerti del mio, mi limito a spiegare le ragioni biografiche del mio! Spero di essere stato chiaro. Un abbraccio fraterno! E grazie di esserci!
alzo la mano e condivido
Grazie Luigi!
“The Cure” come rimedio all’inconveniente di essere nati. Grandioso. The Cure ascoltavo molto quando avevo 15 anni (sigh!) Lei parla di nichilismo sublime ed io resto in attesa di un nichilismo messianico
Cara Michela, sono molto colpito dal tuo commento! Perché non ci racconti dei tuoi 15 anni?! Pensa che io, come ho dichiarato, li ho scoperti ultra-settantenne! Raccontaci! Altrimenti io parlo solo e sempre di me. Ma lo faccio per aprire una pista su cui possano inserirsi anche altri! Ci conto!