Psicologia del lavoro (1)
Pubblicato ilLa psicologia del lavoro non è il mio forte. Oggi amo il lavoro. Se non fossi riuscito ad amarlo sarei ancora come allora. La chiave per me è l’amore.
Fare Antroposofia senza essere steineriani.
La psicologia del lavoro non è il mio forte. Oggi amo il lavoro. Se non fossi riuscito ad amarlo sarei ancora come allora. La chiave per me è l’amore.
La scrittura creativa in gruppo si è rivelata uno strumento importante per far percepire, far crescere, rinvigorire l’anima di un gruppo.
Ogni volta che mi avvicino al mistero pasquale sorge in me la vertigine del tempo. Una riflessione sulla Vertiginosa Resurrezione di ciò che non è mai nato.
Curioso come evocare e ri-evocare la nostra biografia in momenti differenti della nostra esistenza dia luogo a racconti vistosamente differenti.
La stimolazione tattile, la carezza, il sostenimento motorio, in una parola l’accudimento nei suoi aspetti fisici più concreti permette al bambino di compiere la sua potenzialità di sviluppo motorio.
La lontananza visibile al buio. La luce delle stelle nella notte di Natale.
Riprendo con questa paginetta sia la riflessione sull’inverno come camera oscura in cui si sviluppano le immagine scattate nella foto-camera del cuore, sia la riflessione sulla psicologia del Natale.
Il Natale è collocato nel momento cruciale del solstizio d’inverno.
Vorrei provare a dire qualcosa sul Natale prescindendo inizialmente da ciò che riguarda la Cristianità. Non mi piace spiegare il cristianesimo con altro cristianesimo, con la teologia, con l’Antroposofia, con l’occultismo. Come ammoniva Jung, non spieghiamo cose già oscure con altre ancora più oscure!
La respirazione delle immagini: l’inverno è la camera oscura in cui si sviluppano e fissano le immagini che, grazie alla luce del sole estivo abbiamo “in-camerato” durante l’estate. “Camera segreta de lo core” nella VITA NOVA di Dante ma anche foto-camera per tutti noi oggi per noi.
Splendida estate di S. Martino. Abbiamo inseguito il professore per i colli dell’alta Brianza. Non è stato facile. Voleva una sigaretta. Vaneggiava di fuochi alchemici, fuochi metabolici e desideri inconsci. Non è stato facile… Ne abbiamo ricostruito la conversazione strampalata. Prima o poi, ne siamo certi, mostreremo che c’è un metodo in questa follia… Almeno speriamo!
Nella mia memoria il rituale di “dolcetto o scherzetto” e la suggestiva zucca intagliata quasi come una tragica maschera greca, è arrivato insieme alla lettura dei Peanuts. Ci abbiamo messo del tempo, noi lettori italiani, a capire di cosa si trattasse.
Sapere ciò che si vuole. Siamo sicuri di poter sapere ciò che vogliamo? O viviamo, incontriamo il mondo e gli altri per cercare di scoprirlo?
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