Gli angeli tacciono. L’Europa è ferma per lutto
Pubblicato ilOggi gli Angeli dell’Europa tacciono. Provo a tacere con loro.
Fare Antroposofia senza essere steineriani.
Oggi gli Angeli dell’Europa tacciono. Provo a tacere con loro.
Nel diciottesimo anno assistiamo, per la prima volta in modo compiuto, al taglio di un cordone ombelicale che collega l’individuo al tutto da cui proviene. A diciotto anni si sceglie una unica direzione: potrebbe essere riconosciuta come la propria.
L’uomo si avvicina al momento in cui possa attingere nuove forze non solo nell’evitare l’incontro con il male, ma nell’affrontarlo e uscirne trasformato anche positivamente.
L’adolescente è un neonato. Neonato rispetto alla terza nascita, quella del corpo psichico. E come il neonato sgambetta, così l’adolescente agita più o meno caoticamente i neonati pensieri e sentimenti individuali.
Una conversazione che indicherà il mio debito nei confronti dell’opera di Rudolf Steiner e della sua Antroposofia, particolarmente incentrata sulle questioni di interesse filosofico e psicanalitico. Steiner tra Nietzsche e Breuer.
Abbiamo mai riflettuto sull’etimologia di questa parola? Eccola. Viene dal verbo vacare. Essere vacante. Non esserci più. Non stare. Vagare. Forse sognare.
È tutta la vita che fonti ben informate mi garantiscono che, al momento giusto, le cose ci vengano incontro senza alcuno sforzo… Domenica 14 giugno, presso la biblioteca Chiesa Rossa a Milano, prima prova aperta dello spettacolo “Padri e Figli” ricavato dal mio libro “Metamorfosi della relazione padre/figlio”.
Non solo nel Vangelo di Luca un dodicenne comincia a provare ad insegnare la legge ai dottori. Non smettono di riprovarci i nostri ragazzi. Magari con risultati più modesti.
Ho il sospetto che il Mondo non abbia bisogno di essere salvato da nessuno. Se la cava molto bene da solo, tra guerre, terremoti, terrorismo e mascherate dei politici.
Siamo figli di mamma, figli di papà ma anche, figli del padre celeste, che non è proprio un qualunque figlio di papà. Un figlio delle stelle o semplicemente un figlio di nessuno!
Pubblicare il mio libro è stato simile a ciò che immagino sia il mettere al mondo un figlio. Ma anziché i soliti nove mesi il signorino ci ha messo 15 anni.
Ognuno di noi frequentando corsi e vivendo la vita, recandosi alla messa o dall’analista, recitando mantram o meditando, ci riesce a cambiare?
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