Psico-NON-analisi 6 – La storia zen della fragola

Psico-NON-analisi 6 - La storia zen della fragola
Ancora un piccolo esercizio di psico-NON-analisi, il sesto ormai!
Dal divano psicanalitico al cuscino di meditazione.
Forse solo per provare a definirla in immagine. Questa benedetta psico-NON-analisi.
Chiarire una nozione sviluppata da me ma suggerita, sollecitata da una persona precisa, un insegnante di meditazione che, come un maestro Zen, in un momento delicato e preciso del mio apprendistato, mi ha inflitto quel mitico colpo di bastone….
No, noi occidentali pensiamo ad una bastonata aggressiva. Un insegnamento inflitto in modo brutale.
Abbiamo alle spalle secoli buio, di brutalità didattiche. Punizioni crudeli.
È vero che l’anima giapponese non si è mostrata sprovvista di crudeltà, ma in questo caso, rassicurano le tradizioni, si tratta di un lieve tocco, poco più di una agopuntura.

Una azione decisa, ma delicata che, con sublime precisione, provochi quella scarica energetica. Una reazione di tutto il corpo (non solo dell’intelletto). Un complesso chiamato Mente-corpo. Suggerisce, apre prospettive radicali e inattese.
Che cos’è dunque questa psico-NON-analisi?

Un lettore suggerisce di prendere in esame una storia Zen delle più celebri. Quella della fragola.
Chi non la conosca o la voglia rileggere con me, la trova qui.

Assaporare la dolcezza della fragola, sospesi a un filo sopra un abisso tra due tigri minacciose e due innocenti topolini che rosicchiano il filo.
Assaporare la dolcezza della fragola.
Compito arduo. Radicarsi nella presenza. Nel mistero e nella vastità dell’eterno presente. Squisita nozione che costituisce anche l’obbiettivo dell’alchimista che la trova come alternativa all’incubo dell’eternità.
Una perforazione dell’asse del tempo che sospende due incubi: quello della durata, ma anche quello dell’incessabilità. Questa insopportabile eternità dei teologi e dei metafisici.

Presenti al presenti in ogni istante.
Proviamo con un pizzico di umorismo leggermente caricaturale, enfatizzando per rendere più chiaro…. Proviamo a proporci due o tre possibili letture della storia.

Che cosa direbbe lo psicanalista?
Probabilmente seguirebbe la regia via inaugurata da Proust con la mitica Madeleine *
La fragola è così buona perchè c’è un mondo dietro al mondo. Non è la fragola in sé, ma quel qualcosa a cui il piccolo frutto ci rimanda. Una infanzia lontana o, viceversa, qualcosa che invece fino a quel momento abbiamo evitato di assaggiare perché ci ricorda qualcosa di cui abbiamo avuto tanta paura.

Oppure il buon senso ci sconsiglierebbe di occuparci di una banale fragola in un momento tanto pericoloso.
Non c’è tempo da perdere…..

La psico-NON-analisi non indica niente di tutto questo.
Ci esorta a non cadere in scorciatoie prevedibili, ma nemmeno in interpretazioni che ci allontanino dalla percezione del presente. Quello più immediato. L’unico da cui è possibile imboccare il sublime sentiero verso l’eterno presente.
Ogni fragola può essere tanto buona.

Ma occorre aprirsi alla percezione delle cose più semplici per scoprire che ogni fragola è buona a modo suo.
Ci saranno anche fragole insipide, ma, ad un certo punto dell’indagine, l’attenzione, la passione dell’indagine, costituisce un dono di per sé. La chiarezza mentale. L’apertura all’ascolto. La prontezza di uno spirito che accoglie senza giudizio né pre-giudizio.
Perchè si può compiere lo sforzo titanico di stare con quello che c’è.

La contemplazione di questa particolarità irripetibile ci apre una via che ci porta oltre l’incubo del tempo e della paura della morte, dell’ossessione della durata.

È troppo banale ricordare che solo del presente abbiamo certezza. Ma è una certezza che non possiamo dimostrare. Che dobbiamo resistere alla tentazione di voler dimostrare.
Nel momento in cui ci apprestiamo alla dimostrazione, l’oggetto da dimostrare non c’è più.
È scivolato nel passato. Un mondo nebuloso ed incerto.
Infatti ciascuno lo ricorda a modo suo.
E noi stessi, raccontando un episodio del nostro passato in momenti successivi raccontiamo, a volte storie piuttosto diverse.
Per non parlare del futuro, poi!
Ma non concluderò banalizzando ed enfatizzando il valore della psico-NON-analisi. Analisi e sintesi hanno valori differenti nello svolgimento della cura dell’anima. Ho cercato di mostrarlo qui
Nel lavoro interiore credo che ciascuno possa disporre di diversi strumenti nella possibile cassetta degli attrezzi.
Psicanalisi e Psico-NON-analisi sono due strumenti tra i più preziosi.



* Grazie alla buona volontà di qualcuno ne trovate qui la trascrizione completa della pagina proustiana.

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