Meditazione e riconoscimento dei propri limiti

Rientro da pochi giorni di cure termali. Forse non serve molta psicologia per sopportarne la benefica noia!
Tuttavia per un’altra volta, mi sono soffermato a riflettere su qualcosa che mi piace definire umoristicamente “fenomenologia della vasca Kneipp” e tentare su di essa una piccola meditazione.
Dell’esistenza del dottor Kneipp, tutti hanno una pur vaga idea. La sua miscela, il famoso Malto-Kneipp, si è imposto come l’apripista di ogni successivo caffè d’orzo, oggi riscoperto e venerato dai salutisti.
Forse il marchio è stato assorbito ora dalla Nestlé. In farmacia diversi altri prodotti dall’aspetto ugualmente rassicurante portano analogamente il suo nome.
Vorrei però raccontare qualcosa della sua vasca. Un persorso chiuso tra due piccole vasche che, con semplici e successive immersioni degli arti inferiori in acqua calda e fredda, produce un “massaggio termico” sensibilmente benefico per la circolazione del sangue.
L’uso è estremamente semplice.
Un percorso guidato chiuso a forma rettangolare prevede la discesa nelle due vasche di acqua calda e di acqua fredda. Sì raccomanda di percorrerlo tra le 5 e le 10 volte, con passo lento per un dispendio di tempo che non supera i 20 minuti.
Semplice, vero? Ma in epoca di grandi e seducenti complessità post-moderne tutto diventa complesso e le regole più semplici sono prese in una sorta di vertigine del desiderio e di conseguenti manipolazioni delle regole.
Innanzi tutto le acque calde…. Calde son calde, e pàssino!  sebbene a talvolta mi provochino il lieve fastidio ma, ovviamente, lo tollero stoicamente…..
Ma, signori miei, è sotto gli occhi di tutti che quelle fredde son troppo fredde e lo standard di confort a cui ci siamo abituati non tollera simili insopportabili sbalzi e abusi!
Mi pare il caso di precisare che si tratti di acqua regolata dai due termostati che mantengono la cosiddetta fredda a 20°-22° e la calda a 32-34°!
Davanti a una simile provocazione, ben 12° di sbalzo termico,  l’animo degli utenti insorge contrariato in modo vistoso.
Qui si aprono diversi tipi di fenomeni. C’è chi percorre la parte calda e, appena posati i piedi sul primo gradino dell’acqua fredda se ne ritrae inorridito, strillando che è troppo fredda.
C’è chi senza dar nell’occhio percorre dignitosamente e stoicamente l’intero percorso, ma, anzichè ripeterlo le diverse volte necessarie a riceverne un effetto vitalizzante, piacevole e benefico, lo percorre una volta, massimo due. Poi si defila in silenzio sperando,  di non dar nell’occhio! Prudentemente non strilla proteste come la prima categoria,
Infine devo introdurvi nel girone più profondo di questo potenziale paradiso che rischia di diventare un inferno.
Non mancano le persone che, invece di percorrere il tragitto lentamente con le sole gambe immerse nell’acqua si immergono completamente, fino alla testa, nell’acqua calda e ci restano diversi minuti, intralciando il cammino degli altri e assumendo un colore paonazzo nell’incarnato. Ovviamente di affrontare l’acqua fredda non se ne parla!
A poco servono in questi casi le osservazioni del bagnino intorno al fatto che, fatta in questo modo, la pratica può divenire addirittura dannosa.
Alla propria salute è giusto che ciascuno provveda a modo suo!
A me non resta che stare a osservare. Quando mi riesce mi unisco lentamente alla processione dei pellegrini nelle due vasche. Provo a sentire il respiro, il massaggio del caldo e del freddo alle vene degli arti inferiori e cerco di far tacere l’eccesso di criticismo per le scelte altrui.
L’intolleranza che mi nasce spontanea nei confronti di qualcosa che mi appare come un degrado, un indebolimento dei costumi (espressione mutuata da qualche versione liceale dal latino, forse Cicerone!). Il trionfo di una mollezza che non può portare nulla di buono.
Ma so di dover guardare e tacere. Quanto alla rabbia… Il fegato è il mio e in cistifellea ho già i miei calcoli.
Non mi resta che confidarmi col bagnino Alessio. Lui che, come i baristi, ascolta e dà ragione a tutti.
Ma qui mi arriva l’illuminazione.
Il colpo di judo che mette al tappeto ogni mio ragionamento e forse anche una buona parte della mia malinconia.
Provo a dirgli che il cartello scritto con le istruzioni per l’uso della vasca Kneipp è eccessivamente succinto che occorre spiegar meglio alle persone….
Mi travogle con un sorriso che ha l’energia potenziale di una fragorosa risata!
“No tu non ti g’ha capio…..” (spero di non storpiar troppo il dialetto padovano, proseguo in traduzione simultanea)…
E viene a spiegarmi che il problema è che quel cartello, che a me è apparso troppo breve e succinto, supera già la giusta quantità di parole che oggi le persone son disposte a leggere!
Già non leggono quello, che leggere è noia e fatica…. Figurarsi se lo facesse più lungo!
Rallegrato e sbalordito ho potuto solo stringergli la mano con convinzione. Riconoscere la mia sconfitta e riconfermare la mia stima e amicizia per il bagnino Alessio alle terme di Montegrotto.
Il bagnino ha dato una buona lezione al professore. A quel tizio che ha svolto traduzioni dal latino a iosa, poco prima del ’68.
Anche la mia editor, la mia amatissima e mai sufficientemente menzionata e ringraziata, Mariangela Lecci, mi dice che le mie paginette (i posts, come dice lei) son troppo lunghe, ma io non so fare di meglio. Non sempre so fare di meno.
La meditazione prende le mosse dal riconoscimento dei propri limiti! Anche a me… Prendetemi così! Con le mie paginette troppo lunghe!

2 pensieri su “Meditazione e riconoscimento dei propri limiti

  1. Caro Francesco,
    il bagnino aveva ragione… "Ti non g'ha capio!"…      Già, tu dici che la tua editor si lamenta per la lunghezza dei tuoi post?…      Prova a dirle che verrà ricompensata secondo la lunghezza del testo!… Vedrai cambiare il suo atteggiamento… "Vertigine del Dio soldo"…
    A parte questa battuta iniziale, per stemperare le acque… (quelle del percorso caldo/freddo), debbo confessarti che i tuoi post vengono da me sorbiti come un liquorino prezioso, quelli fatti in casa, da mani sapienti e ricche di tradizione.       Leggo uno o due periodi, rifletto, torno a leggere i periodi precedenti e proseguo…      Le "papille gustative" del cervello (mi si consenta l'uso improprio di questo termine) sono ben diverse da quelle della lingua… quest'ultime, deputate a riconoscere le varie tipologie di sapori, in zone ben precise… offrono subito una risposta al gusto.   Un gusto personale, ovviamente, mentre le tue riflessioni lasciano spazio alla degustazione e servono da aperitivo…   Intendo dire che se si vuol proseguire a leggere lo si può fare e procedendo  nella lettura… ognuno ha la possibilità di trarre la propria conclusione.   Ci sono sempre le parole chiave che ti collegano ai link per saperne di più… Ora, non si tratta di reputare corto o lungo un post… si tratta di aver voglia di leggere, comprendere, aver sete di conoscenza e, non da ultimo, lasciarsi guidare in percorsi talvolta inusuali…   Continua a scrivere… io continuerò a leggere e chissà quanti altri lo stanno facendo… ma un conto è leggere ed un conto è commentare…      Questa è solo la prima parte del mio post… quella che riguarda la lunghezza… (mi ci ritrovo…), la seconda parte è dedicata alla vasca del "percorso Kneipp".  Ad Abano Terme conobbi un arzillo signore tedesco (84 anni), un vero "latin lover", ogni giorno si faceva mezz'ora di vasca Kneipp… Lo vedrei bene come testimonial di questa pratica… Anche lui era uno di quelli che si immergeva totalmente, lo faceva in orari di poco afflusso, quando il bagnino gli si rivolgeva in italiano per esortarlo a non usare in detto modo la vasca… lui rispondeva in tedesco… ed il bagnino si ritrovava a ripetere l'esortazione in tedesco… ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire… l'amico Fritz lo guardava sorridendo e biascicava parole in una strana lingua… Il povero bagnino non sapeva cosa rispondere.   Fritz mi guardava strizzando l'occhio… non ho mai capito se era perchè gli fosse entrata dell'acqua nell'occhio o per dire:"Uno a zero per Fritz"…    Viva il "percorso Kneipp" che riesce a mettere in luce la personalità di chi l'affronta oltre a stimolare la circolazione sanguigna.      Un abbraccio     Manuela

    1. Cara Manuela
      Ti ringrazio della testimonianza che comunque mi imbarazza.
      Non c’è nulla da fare, se a uno per i primi 30 anni lo convincono che che non sa fare granché è poi difficile convincerlo del contrario!
      Ma forse… c’è un metodo in questa follia e nel procedere del mio lavoro anche qui su ciò che concerne la psico-NON-analisi e la biografia umana si evidenzierà!
      Come ho scritto in una precedente risposta al commento di Carola, c’è in me anche, ancora e spero che non mi abbandoni il ragazzo che non ha voglia di far niente.
      L’autore del Quaderno d’Accidia.
      Una pagina a cui son molto legato. Che riscriverei (forse riscriverò) volentieri.
      E’sempre così attuale!
      Invece, posto che tu stessa l’avevi definita (e lo era) una battuta, desidero comunque ritornare sulla questione che riguardava quella che io chiamo affettuosamente “la mia editor”: Mariangela Lecci.
      L’anima tecnico-telematico, formale, l’architetto, ma anche il capomastro e il muratore di questo sito…
      Forse è troppo… facciamo che il muratore lo faccio e lo sono io, che digito sulla tastiera con scalpello e martello, taglia e cuci con malta e cemento…!
      Il riferimento alla “vertigine del soldo” in questo caso sarebbe proprio paradossale!
      Mi dai così l’occasione di raccontare qualcosa che probabilmente riprenderò più ampiamente questa estate tornando a Lussino.
      Per ora ti anticipo solo che mentre io ero al mare a Lussino, due anni fa è iniziata la nostra collaborazione che inizialmente Mariangela mi ha offerto GRATUITAMENTE per i primi mesi, finché io ho insistito del dare veste più equa e formale alla nostra collaborazione che tuttora ci fa lavorare gomito a gomito, proseguendo la nostra realizzazione ciascuna nel proprio ambito.
      Mentre io ero al mare a Lussino, Mariangela mi ha fatto questo regalo che è ancora on-line. Lo ha costruito da zero senza nessuna indicazione da parte mie e pensa che allora ci conoscevamo solo per esserci incontrati ru Twitter (anche questo sarà da raccontare!)

      Io ho l’età di suo padre ma dovendo immaginare in modo familiare definirei Mariangela la mia sorellina minore!
      Avete presente la sorellina del Giovane Holden?
      Ecco, proprio così!
      Un abbraccio a entrambe!

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