I fuochi di San Giovanni (Solstizio d’estate 4)

I fuochi di San Giovanni

Riprenderei conclusivamente il filo del percorso di questa camminata tornando al punto da cui ero partito: il Perdersi e ri -Trovarsi nella Respirazione tra i due solstizi. La festa di San Giovanni, culmine del solstizio d’estate che vede tradizionalmente l’accensione dei falò, dei fuochi di San Giovanni.

La Natura nel sostizio d’estate raggiunge il culmine della sua espansione e può provocare un senso di quasi oppressione nell’animo umano.

Da sempre Natura e Cultura sono polarità che non viaggiano di pari passo. Addirittura si può pensare ad una nascita e sviluppo della Coscienza (quindi della Cultura) a spese della Vita (Natura). Goethe e Rudolf Steiner sono espliciti in proposito.

Il solstizio d’inverno come il risorgere della Natura e della Vita. Quello d’estate come il perdersi sulfureo e Dionisiaco. L’Orgia Dionisiaca in cui è sacro il perdersi. Per ritrovarsi in inverno.

Per il solstizio d’estate avviene un processo analogo, ma rovesciato rispetto a quello invernale in cui, come cercavo di mostrare ne Il Battesimo sul Giordano, l’uomo si riconosce attraverso l’incontro e lo sguardo con l’altro uomo.

Qui invece, come testimonia il Sogno di una notte di mezza estate o La Notte di s. Giovanni di Ibsen, le coppie si scambiano, la facoltà di riconoscimento si sospende, non ci si riconosce più. Steiner accenna, da epoca non sospetta, in cui l’espressione non era ancora coniata, che l’uomo vive letteralmente “fuori dalla propria testa”. Fuori di testa! Con l’anima spalancata al cielo.

E i fuochi di s. Giovanni servirebbero proprio da chiamata al cielo, alle stelle, agli Dei, affinché da loro l’uomo perso possa essere riconosciuto e salvato!

Una specie di SOS sparato dal naufrago verso il cielo. Accecato ma desideroso di essere visto.

Grazie di avermi accompagnato il questa camminata e buona estate a tutti!

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