Alchimia e Sciamanesimo nella vita quotidiana. (Mariangela dice…)

Alchimia e sciamanesimo nella vita quotidiana di Francesco Pazienza

Quando un oggetto diventa totem, quando la diluizione scioglie e potenzia l’anima delle cose.
Quando qualcuno si ostina ad esercitare l’arte della memoria. La memoria dell’acqua!

 

Si avvicina una ricorrenza che sento significativa.

Il quinto anniversario dell’apertura di questo sito
e la duecentesima paginetta pubblicata.

Voglio ripercorrere, col pensiero del cuore, agli anni trascorsi.
Della nascita di questo progetto ho parlato nella paginetta che abbiamo fissato sulla home page sempre e che rimane sempre qui.

Dedico questa nuova paginetta ancora a Mariangela Lecci, editor di questo sito. La “sorellina” senza della quale tutto questo non esisterebbe. In quella pagina l’ho spiegato per bene.

Mariangela ed io ci siamo incontrati fisicamente non più di tre o quattro volte in vita nostra.
La nostra comunicazione ed il nostro lavoro, abitando ed operando lei nella zona del riminese, scorre essenzialmente sui canali della comunicazione telematica.
Nei primi tre anni di collaborazione, Mariangela si è recata a Milano per qualche giorno ogni anno e trascorrevamo il tempo insieme, ospite lei a casa mia. Si lavorava e ci si divertiva molto.
Ogni volta mi portava in dono qualche manufatto opera sua.
Si perché… Mariangela dice (come… sostiene Pereira)… Mariangela dice che svolgere un lavoro come il suo, quasi interamente davanti allo schermo di un computer richiede, come bilanciamento, l’esecuzione parallela di un lavoro con le mani.
Mariangela dice che per lei lavorare con le mani è una esigenza di salute ed equilibrio della mente e del cuore.
Ed io son d’accordo con lei.

C’è l’intelligenza della mente, delle mani,
degli occhi e del cuore e chissà quante altre!

Così, Mariangela ha trascorso almeno un’estate lavorando nel tempo delle vacanze alla produzione e distribuzione di dolcetti e alla preparazione di liquori fatti in casa.
Ma Mariangela dice anche che le più grandi soddisfazioni professionali le ha ricevute grazie al suo felicissimo blog “Uncinetto 2.0” che aveva per oggetto l’insegnare il lavoro all’uncinetto.
Anche di questi manufatti, venendo a trovarmi, mi ha fatto dono.
Ha avuto grandi riscontri di visibilità, ma credo soprattutto (e forse sarà questo il motivo del successo) ha imparato a tessere.
Testo sembrerebbe quasi significare pur sempre quanto è stato tessuto. È una specie di participio passato.

Nelle visite a Milano, Mariangela non trascurava mai di portare in dono qualche bottiglia dei suoi liquori di cui, oltre alla preparazione in cucina, creava nomi ed etichette spiritose ed estrose. Mai banali , di cui curava personalmente la realizzazione grafica.
L’etichetta di una bottiglia particolarmente pregiata di digestivo recitava “Spremuta stellata”… Ne trovate l’immagine in copertina.

Svuotar le bottiglie

Ma Mariangela non sapeva quanto modeste fossero le mie assunzioni di alcolici.
Tornando l’anno successivo e considerando che la bottiglia dell’anno passato era appena a metà, scherzava sul fatto che non mi fossero piaciuti. Io la rassicuravo dichiarando che davvero bevo pochi alcolici.
Quella bottiglia, in effetti è durata almeno tre anni.
Ma dopo i tre anni, finalmente svuotata, non sono riuscito ad eliminarla.
Era troppo simpatica. Meritava una nuova vita dopo la morte come oggetto d’uso.

Custodire bottiglie in memoria
nella camera del cuore.
C’è acqua per tutte le seti.

La bottiglia di spremuta stellata allora è rimasta una delle bottiglie in cui abitualmente spillo l’acqua depurata per lasciarla disponibile durante la giornata.
Quella bottiglia in particolare ho scelto di usarla per l’acqua da bere in prossimità della poltrona in cui accolgo i pazienti in studio. Per dar da bere a quelle seti.

Alchimia in studio

Mi piace conservare tracce di momenti, incontri significativi della vita quotidiana. Esercito scrupolosamente il culto della memoria. Diversamente l’analisi biografica cosa sarebbe?
Per anni, una bottiglia di champagne consumata in una bella serata è rimasta per terra in cucina. È diventata un totem. Aveva il compito di proteggere, segnare il territorio di un angolo in cui i gatti avevano la brutta abitudine di segnare loro il territorio. A modo loro.
Analogamente sul mio comodino, nello stesso modo, conservo una bottiglia di vetro blu. Una semplice bottiglia svuotata di acqua minerale. Consumata nei giorni di capodanno, in un pranzo al sole in riva al lago.
Ho voluto fissare e custodire il ricordo di quel bell’inizio.
Ho chiesto ai camerieri del ristorante di poter portare a casa la bottiglia di vetro blu che mi piaceva.
Volevo promuovere quell’oggetto a dignità di memorabile, sacra icona.
Credo che anche gli Sciamani facciano così. A modo loro. Come ciascuno. Ciascuno a modo proprio.
Le tracce del sole che ha illuminato il Capodanno in riva al lago potrebbero permanere nel vetro di quella bottiglia.  Che riceve quotidianamente nuova acqua depurata dalla mia macchinetta. Una continua diluizione di tracce. Diluizione centesimale con acqua sempre nuova per altre innumerevoli seti. Quelle dei pazienti e degli impazienti come Pazienza!

 

Fili, tessitura, trama

Ma la cosa non è finita lì.
Nella nostra biografia fili molto differenti si intrecciano e si riconoscono. Il compito dell’analisi biografica (che può spingersi fino all’Alchimia e allo Sciamanesimo) è quello di tesserli in un testo. In un tessuto. Una narrazione. Seguendo una trama.

Così un’altro filo della mia biografia mi conduce ad un incontro in una erboristeria vicino a Lugano. Una piccola bottega che sembra scolpita nella pietra del centro storico di Tesserete (ah, questo tessere oggi mi perseguita!).  Si chiama davvero così quel paesino su una collina intorno a Lugano. Tesse-rete!
Qui due o tre signore di deliziosa solerzia, oltre a profumi, creme, saponi e tisane, offrivano della brocche per l’acqua e coordinati bicchieri.
Recavano sul fondo l’immagine di un Mandala che avrebbe conferito all’acqua qualcosa di speciale.

 

Bottiglie che redimano la memoria dell’acqua

Quanto bisogno ne avevo io. Quanto bisogno ne abbiamo tutti. Redenzione della memoria!
C’erano bottiglie e bicchieri con Mandala differenti: si poteva scegliere tra il Mandala che promuovesse la concentrazione, piuttosto che la benevolenza e la compassione, la felicità coniugale.
La mia attenzione è risultata attratta da un Mandala che promuovesse l’ottimismo e il buonumore. Prodotti che nella mia dispensa spesso fanno difetto.

Mandala dell'ottimismo e del buon umore

Così la prima volta portai a casa il bicchiere ma la brocca, in quel momento non era disponibile con quel motivo. Ed io volevo proprio quello. Che me ne faccio di altro!
Con delicata attenzione, dopo qualche mese, l’amica che mi fece conoscere quell’erboristeria mi portò in dono la bottiglia desiderata rifornita nel frattempo.

Scelsi immediatamente di collocare quella bottiglia e quel bicchiere a tiro di sete di pazienti e Pazienza, nell’esercizio della professione.
E proprio su quel tavolino bianco rotondo, un tavolino del laboratorio alchemico dell’Ikea, che la bottiglia di Mariangela e quest’altra brocca con il suo bicchiere hanno trovato rifugio.
A questo punto ho messo a fuoco la mia ricetta. Alchemica e Sciamanica.

 

Ricetta alchemica

Prendere l’acqua del depuratore in cucina.
Riempire la bottiglia di Spremuta Stellata e versarla nella brocca dell’ottimismo e del buon-umore.
E offrirla ai viandanti. C’è sempre qualcuno che chiede a Maria Maddalena dell’acqua da bere.
L’acqua per quelle seti.
Anche se, non essendo Gesù Cristo ma solo un povero Cristo, non posso garantire che chi la beva non abbia più sete.
Per questo quotidianamente ripeto l’operazione. Come un vecchio alchimista.
Non pretendo di più e cerco di esercitare quel qualcosa che lo scorrere dei decenni minaccia di prosciugare.
La fonte della Pazienza!
Se passate di qui ve ne faccio assaggiare un sorso.
Magari vi piace. Anche se non redime del tutto dall’inconveniente di essere nati!

Bottiglia del buon umore

Malgrado queste immagini siano a colori, sono opera di Roberto Tani che ormai sta entrando a pieno titolo nell’organico di questa nostra impresa. Come non ringraziarlo?!

3 pensieri su “Alchimia e Sciamanesimo nella vita quotidiana. (Mariangela dice…)

  1. Vivere la vita e la propria solitudine così ,con questa alchimia, è lasciare la porta aperta agli eventi , accettando tutto, perché ,anche il bene può entrare ; una moltitudine di eventi si affacciano sulla tua tavola, se offri l’acqua dell’Amicizia , della Parola, non esiste la solitudine se riconosci il tuo spirito, tutto si compone intorno e s’intreccia in un sentimento interiore di Pienezza d’anima e di comunione col mondo e con il cosmo e, con la Vita Questo è Amore!
    Rosa Maria***.

  2. Caro Pazienza non sei tu che hai attinto all’ acqua della “mia ” bottiglia, ma io che ho attinto alla “fonte” della tua saggezza, della tua “pazienza” di nome e di fatto, del tuo vedere, anzi rivedere la mia vita in una nuova chiave che mi ha fatto comprendere molte cose! GRAZIE DAL CUORE

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