Raffreddore e yoga della respirazione (pranayama)
Se ci rendiamo conto di quanto il raffreddore influenzi la nostra visione del mondo, abbiamo fatto il primo passo verso una intuizione importante.
Se ci rendiamo conto di quanto il raffreddore influenzi la nostra visione del mondo, abbiamo fatto il primo passo verso una intuizione importante.
La respirazione delle immagini: l’inverno è la camera oscura in cui si sviluppano e fissano le immagini che, grazie alla luce del sole estivo abbiamo “in-camerato” durante l’estate. “Camera segreta de lo core” nella VITA NOVA di Dante ma anche foto-camera per tutti noi oggi per noi.
La terra respira nel ciclo delle quattro stagioni e non c’è bisogno di essere esoteristi, antroposofi o psichiatri per saperlo.
Questi ritmi sono estremamente visibili per chi osservi la sofferenza umana nella malattia o semplicemente nel vivere.
La Terra è un organismo, un essere vivente. Se è vivente la Terra respira. Ha un ciclo respiratorio fatto di inspirazione ed espirazione. Un ciclo però dalla durata ben diversa delle poche manciate di secondi impiegati dal ritmo respiratorio umano.
Estratto di una conferenza tenuta il 25 maggio 2019 presso la sala consiliare di un comune nelle Prealpi.
Lo stato di sogno tra veglia e sonno profondo.
La meditazione di cui vi offro è la traccia di un percorso immaginativo. Una meditazione che parte dal respiro, ma che amplia poi in un suggerimento guidato di elementi immaginativi proprio di altre forme di meditazione in contesti anche differenti. La prima parte che voglio condividere è una meditazione sul Natale come il compleanno del Sole. Colloca il momento così particolare nel corso stagionale dell’anno.
L’amico, il paziente lettore e lettrice, avrà forse pensato che, come un anno fa, io mi sia addormentato senza salutare gli ospiti perdendomi nella vacanza estiva.
Non è così. Almeno non del tutto. Pur vagando e vacando, lo sforzo di essere presente al presente è sempre lo sforzo che sorregge la mia esistenza e la sua ricerca di senso. Vi offro questa lettura-riflessione sul concetto di villeggiatura.
Non è la tempesta, i venti apocalittici che ci spaventano. A questi ci stiamo abituando. La grande opera che ci viene chiesta e di lasciare andare sé stessi! Un anno fa, sulla scena, ho raffigurato me stesso nell’esercizio della mia professione. Alle soglie del solstizio d’estate mi sorprendo a considerare che in quei giorni mi troverò felicemente coinvolto di nuovo in una impresa teatrale. Questa volta però mi è stato chiesto di interpretare il ruolo di Shakespeare in persona. Per fortuna uno Shakespeare un po’ stordito!
I nostri ragazzi aspirano al ruolo di adulti sempre più precocemente. Ansiosamente. Ma se interroghiamo la carne, l’organismo umano nella sua plasmazione e riproduzione, scopriamo qualcosa di leggermente diverso. Il compimento della fisionomia, la plasmazione delle dimensioni del corpo impiega una ventina d’anni. Occorre che l’organismo compia per la terza volta la completa rigenerazione della carne.
La casualità mi ha portato a vedere in sequenza un film di Godard e un cartone Miyazaki. Non avevo mai visto nulla del genere. Due pellicole estratte dal mazzo in una calda notte d’estate. Come due lamine dei tarocchi.
L’uomo si avvicina al momento in cui possa attingere nuove forze non solo nell’evitare l’incontro con il male, ma nell’affrontarlo e uscirne trasformato anche positivamente.
Una conversazione che indicherà il mio debito nei confronti dell’opera di Rudolf Steiner e della sua Antroposofia, particolarmente incentrata sulle questioni di interesse filosofico e psicanalitico. Steiner tra Nietzsche e Breuer.
Abbiamo mai riflettuto sull’etimologia di questa parola? Eccola. Viene dal verbo vacare. Essere vacante. Non esserci più. Non stare. Vagare. Forse sognare.
Concludendo il mio anno mi trovo a scoprire che è stato un anno di un mio ritiro dal mondo.
(Non esco quasi più di casa)
Caro Lettore, questa non è una delle mie paginette consuete. È proprio una lettera per te.
Le cose più intime ed essenziali non le condivido con nessuno. Mi limito ad occultarle in queste paginette o su qualche bacheca del social network.
L’oggetto della memoria risorge con prepotenza senza implicare alcuna vertigine che bordeggi l’esperienza attuale. Puro splendore dell’eterno presente
Solo sprofondando in me stesso sarò in grado di incontrare l’altro, di conoscerlo, di accoglierlo in me!
Forse, se ne abbiamo così tanto parlato, c’è in tutti noi il desiderio inconscio che il mondo finisca.
Il solstizio d’inverno è la discesa nella camera oscura come quello d’estate è una visita ai sotterranei dell’inconscio della sala motori!
Perchè richiedo i commenti e quando li ricevo quasi non rispondo? Il lupo (ffwolfango) perde il pelo, ma non il vizio! Non entrerà mai nell’epoca del social-network!
Ogni volta che mi avvicino al mistero pasquale sorge in me la vertigine del tempo. Una riflessione sulla Vertiginosa Resurrezione di ciò che non è mai nato.
Curioso come evocare e ri-evocare la nostra biografia in momenti differenti della nostra esistenza dia luogo a racconti vistosamente differenti.
Occorre affrontare elaborando e sopportando le tenebre e il capovolgimento della camera oscura per giungere all’apertura alla meraviglia e al mistero del colore.
Riprendo con questa paginetta sia la riflessione sull’inverno come camera oscura in cui si sviluppano le immagine scattate nella foto-camera del cuore, sia la riflessione sulla psicologia del Natale.
Il Natale è collocato nel momento cruciale del solstizio d’inverno.
LEGGERE COME PERDERSI, SCRIVERE COME RITROVARSI. Parte prima. Da molti anni medito su come spesso leggere mi appaia come un modo di perdersi, scrivere come un modo di ritrovarsi. Leggere e scrivere, allontanarsi o riavvicinarsi a sé stessi, risultano allora atti respiratori analoghi all’inspirazione o all’espirazione.
Perchè l’estate di S.Martino, di cui oggi celebriamo la ricorrenza sia davvero la promessa del sole primaverile ed estivo! Siamo entrati in una zona d’ombra. Come ci è entrata Proserpina, Persefone, Kore. Tre volti dello splendore del mito invernale. Scelgo per questo l’immagine della croce coopta. Una croce che appare anche un albero.
L’estate, malgrado solo in estate molti meditanti possano fare un ritiro, non sarebbe il momento più adatto al lavoro interiore. In estate si vive “fuori” e non solo di testa 😉 mentre l’introspezione è più facile d’inverno.
L’ Alchimia è la ricerca del cuore d’oro, della punta di diamante di ogni esperienza umana. L’ Alchimia è anche nell’esperienza più semplice e quotidiana.
Mentre penso non-sono. Posso tutt’al più concedere a qualcuno concepire il seme di quello che sarò/à. Tra il grado 2 e il grado 3 della meditazione.
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