Del mistero pasquale
Ogni volta che mi avvicino al mistero pasquale sorge in me la vertigine del tempo. Una riflessione sulla Vertiginosa Resurrezione di ciò che non è mai nato.
Ogni volta che mi avvicino al mistero pasquale sorge in me la vertigine del tempo. Una riflessione sulla Vertiginosa Resurrezione di ciò che non è mai nato.
Care/i,
scelgo l’atmosfera del primo di maggio (una festa a cui ho sempre attribuito gran significato) per annunciare qualcosa che avrei già potuto annunciarvi a Natale e a Pasqua. Ma ho preferito tacere.
Ci sarebbe stata anche l’occasione di un altro appuntamento significativo per me: il 21 marzo questo sito ha compiuto sette anni di vita. Ho deciso di lasciare l’esercizio della mia professione. Ho compiuto 67 anni e nemmeno la signora Fornero avrebbe obiezioni. Condivido con voi qualche considerazione .
Io non potrei scrivere così se non custodissi nel cuore la poetica di Dylan e di Cohen. La svolta che mi avvicina più ai 70 che ai 60 anni è un tornante da cui sento non si transiti facilmente senza perfezionare l’arte del lasciare andare. Dell’Arte di lasciare andare sento parlare da più di trent’anni. Ma prima, da giovane, suonava come una esortazione morale, nel migliore dei casi una proposta di esercizio spirituale.
Ora mi appare come una necessità irrinunciabile per transitare da certi varchi del tempo. Ma che cosa ha prodotto in me questo cambiamento di punto di vista?
Non è la tempesta, i venti apocalittici che ci spaventano. A questi ci stiamo abituando. La grande opera che ci viene chiesta e di lasciare andare sé stessi! Un anno fa, sulla scena, ho raffigurato me stesso nell’esercizio della mia professione. Alle soglie del solstizio d’estate mi sorprendo a considerare che in quei giorni mi troverò felicemente coinvolto di nuovo in una impresa teatrale. Questa volta però mi è stato chiesto di interpretare il ruolo di Shakespeare in persona. Per fortuna uno Shakespeare un po’ stordito!
Le fratture, nella biografia umana, secondo la Medicina Antroposofica, costituiscono un potente richiamo dell’Io a riparare l’elemento saturnino dell’osso. Quella lavanda dei piedi che il Sole prodiga al Saturno dell’osso.
Quella delle notti sante è una narrazione che mi tocca sempre profondamente. Quella che indica le dodici notti tra il Natale e l’Epifania come il seme dei dodici mesi dell’anno avvenire. E proprio nelle vacanze di Natale mi sono ritrovato a sfogliare il quaderno nero in cui ho appuntato temi ed immagini estive e mi sono reso conto che una minima parte di quegli spunti l’ho portato qui a compimento. Sviluppo e fissaggio.
Da una prima felice estrazione è nata la paginetta che sto preparando e che leggerete le prossime settimane.
Nel frattempo però, mi trovo per le mani gli scatti che l’impareggiabile amico e collaboratore Roberto Tani ha eseguito in occasione della inaugurazione della mostra di Barbara Santagostini.
Non solo nel Vangelo di Luca un dodicenne comincia a provare ad insegnare la legge ai dottori. Non smettono di riprovarci i nostri ragazzi. Magari con risultati più modesti.
Ho il sospetto che il Mondo non abbia bisogno di essere salvato da nessuno. Se la cava molto bene da solo, tra guerre, terremoti, terrorismo e mascherate dei politici.
Voglio guadagnarmi ogni parcella. Per questo voglio che nessuno esca da mio studio a mani vuote. L’offerta di uno scarabocchio. La restituzione dell’allestimento di una mostra degli “scarabocchi”.
Dopo la sepoltura della pubblicazione il testo del mio libro risorge nella testimonianza del mio primo lettore. La Pasqua è vicina. Coraggio lettori!
Ora che il buon Dio è morto, della manutenzione dei muri del Mondo dobbiamo occuparcene noi. Come della conservazione del Castello.
Non solo come blogger mi ritrovo a parlare al vento e a scrivere sulle nuvole. So fare di molto peggio! Posso parlare coi muri!
“Sono vivo ed è solo l’inizio!” Pare che lo abbia esclamato anche il bambino sopravvissuto alla strage di Erode!
Gloria del principio omeopatico grazie al quale si cura la malattia con il suo simile. La palude con l’acqua e l’argilla….
Francesco Pazienza è stato analista biografico. Qui, ora, scrive di biografia umana, letteratura, tecniche meditative, Antroposofia. Ultimi post pubblicati 10 Settembre 202210 Settembre 2022 Biografia umana Il mio gioco preferito Pertanto il bambino inappetente aveva trovato il modo di studiare i movimenti delle gru in riva alla Darsena e di governarli con la pressione di un dito sul cucchiaino posato sul banco del seggiolone. L’esclamazione gioiosa e gloriosa “Ho fatto la gru!” ha quindi tutto il suo spessore. Avevo scoperto il valore e la potenza dell’Analogia. Una divina Simmetria legava il mio cucchiaino alle gru in riva alla Darsena! Leggi l'intero articolo 2 Luglio 20224 Luglio 2022 Biografia umana Mille libri, cento quaderni e i cuscini di meditazione che tendono a zero. Meno di cinque cuscini hanno segnato la mia biografia in modo più incisivo di mille libri e di cento quaderni. Ecco perché i cuscini tendono a zero. Ciò che si usa si consuma e non lascia resto. Leggi l'intero articolo 11 Settembre 202023 Ottobre 2020 Meditazione Conversazione sul mondo dei sogni (2019) Estratto di una conferenza tenuta il 25 maggio 2019 presso la sala consiliare di un comune nelle Prealpi. Lo stato di sogno tra veglia e sonno profondo. Leggi l'intero articolo 24 Maggio 202023 Ottobre 2020 Biografia umana Una contraddizione di Glenn (ancora Elogio della contraddizione) Quale contraddizione ci rappresenta di più? Qual è il dilemma che non abbiamo mai risolto e che forse non risolveremo mai, ma che ci porta avanti? Leggi l'intero articolo 22 Aprile 202024 Ottobre 2020 Vertigine del Tempo Navigando nel vasto mare del Non-Sapere. (L’essenziale lo dicono i poeti) Vi offro qualche estratto dal mio quaderno di lavoro interiore.Una cronaca dei miei disorientamenti. Dalla Brexit all’incubo della pandemia. Esercizi di tolleranza del non-capire. Leggi l'intero articolo 25 Gennaio 202024 Aprile 2020 Antroposofia Metamorfosi del […]
E’ davvero così difficile commentare una mia paginetta? Perché la stessa pagina su FB risulta molto commentata… forse che il sito è una sorta di vetrina di museo? No, vi prego… se è così proviamo a smontar tutto!
Vertigine dei desideri! Il Mondo chiama lo sguardo. Le cose chiedono, a volte implorano di essere guardate. Anche le cose han bisogno del nostro amore.
Strana cosa scoprirsi allergici a 60 anni. Che stupenda allegoria che con gli anni si possa diventare allergici! Ma allergici a cosa?
Diventiamo allergici alla vita che fiorisce in primavera. Forse non per tutta la vita si può fiorire.
Il ciclo vitale parte dal seme, procede nella fioritura e nella fruttificazione, del consolidamento del tronco finché di nuovo il frutto riconsegna il seme alla terra.
Tutto questo, dal punto di vista del Sole avviene in un anno.
Dal punto di vista della biografia umana può scandire il giro di una vita.
Sento allora quanto sia importante, nella terza età consegnare i semi alla terra.
Lasciare andare. Rinunciare serenamente a fiorire.
Quale contraddizione ci rappresenta di più? Qual è il dilemma che non abbiamo mai risolto e che forse non risolveremo mai, ma che ci porta avanti?
Negli anni sessanta e settanta mi capitava di partecipare alla sensazione che la psicanalisi avesse a che fare con qualcosa di “scandaloso”. Era facile, ancora in quegli anni, trovare nel riferimento alla sessualità qualcosa di scandaloso. Echi dello sconcerto che il dott. Freud deve avere generato nella Vienna cattolica e “cacanese” Di acqua sotto i ponti ne è passata talmente tanta che vien da sorridere a pensarci. Oggi abbiamo forse più pudore a parlare dei nostri sentimenti che non della nostra vita sessuale e tutto sommato non è un cattivo segnale. Probabilmente al suo nascere la psicanalisi ha scandalizzato anche per il riferimento alla vita sognante e alla paradossale disciplina della libera-associazione. Sono rimasto profondamente colpito negli anni passati, dialogando con anziani e scoprendo di quale infinitamente maggiorre capacità di concentrazione fossero capaci. Noi al confronto siamo molto più immersi nei nostri desideri, nelle nostre fantasticherie…. Siamo molto più frammentati. E’ passata molta psicanalisi ed un po’ di psichedelia nella cultura di massa al punto che la libera associazione è diventata quasi la regola prevalente nelle nostre conversazioni. Anche facendo cultura. Diciamo quel che ci viene in mente e spesso abbiamo una notevole difficoltà ad ascoltare ciò che l’altro sta dicendo. Facciamo davvero fatica a seguire un filo logico. Forse solo i filosofi, che non a caso ci appaioni spesso cervellotici, sono in buona parte ancora legati ad una esigenza di concatenazione logica dei pensieri che, lo ripeto, nelle generazioni precedenti, era più facilmente la norma. Il riferimento alla sessualità e alla libera associazione non scandalizza più una cultura del nostro tempo che usa il riferimento alla sessualità come veicolo di penetrazione pubblicitaria. Analogamente, dire ciò che ci salta in mente ci appare un sacrosanto diritto acquisito. Certo si potrebbe obiettare che la sessualità non è proprio solo quello. Nemmeno […]
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